Il sistema penale moderno si poggia sull’idea, secolare e difficilmente confutabile, secondo la quale la minaccia di una sanzione ha l’effetto di trattenere i consociati dal compiere azioni vietate dalla legge (cd. prevenzione generale negativa o deterrenza). L’efficacia della sanzione quale elemento di coazione psicologica è stata affermata soprattutto rispetto agli illeciti con sfondo economico. Tale impostazione è stata corroborata dalla letteratura in materia di agente razionale, essa ha descritto l’essere umano quale soggetto che prende decisioni dopo il cd. trade-off costi benefici. Analizzando lo scenario attuale, il policy maker, perlomeno nell’ultimo trentennio, mostra di valorizzare (in modo massimo e indiscusso) l’idea della coazione psicologica in chiave preventiva della devianza propria del white collar criminal. In particolare, sono state introdotte plurime nuove fattispecie nel diritto penale economico-d’impresa ma anche rialzate, di continuo, diverse cornici edittali per i reati già esistenti. Fermo restando che non sussiste alcun dubbio sull’utilità della sanzione per il controllo sociale della devianza, si rende indispensabile discutere, alla luce dei più recenti dati offerti dalle scienze empiriche, degli ostacoli che, nella descritta cornice, la pena incontra rispetto all’obiettivo di trattenere i colletti bianchi dal compiere l’azione vietata. Una simile analisi è finalizzata a porre in evidenza la scarsa utilità di percorsi politico-legislativi di iper/over criminalizzazione, che, peraltro, si pongono in contrasto con diversi principi costituzionali, in primis extrema ratio e proporzionalità della pena. Inoltre, essa è utile per aprire un’indispensabile riflessione su tecniche preventive – dell’ordinamento penale o anche extra penalistiche – che sono in grado di arginare il fenomeno criminale in modo più efficace ed efficiente rispetto alla deterrenza.
The modern criminal justice system rests on the idea that the threat of a sanction has the effect of restraining individuals from performing actions prohibited by law (deterrence). The effectiveness of the sanction as an element of psychological coercion has been affirmed especially with respect to offenses with an economic background. This approach has been corroborated by the rational agent literature. Analyzing the current scenario, the policy maker, at least in the last three decades, shows that he values (maximally and unquestionably) the idea of psychological coercion as a preventive measure of deviance proper to the white collar criminal. In particular, multiple new cases have been introduced in the economic-business criminal law. In addition, penalties for existing crimes have been raised, again and again. Without doubting the usefulness of punishment for the social control of deviance, it is essential to discuss, in light of the most recent data offered by empirical sciences, the obstacles that, in the described framework, punishment encounters with respect to the objective of keeping white-collar criminals from performing the prohibited action. Such an analysis is aimed at highlighting the lack of usefulness of legislative choices of hyper/overcriminalization, which, moreover, conflict with several constitutional principles, among others: extrema ratio and proportionality of punishment. In addition, it is useful to open a necessary reflection on preventive techniques - of the penal system or even extra-criminal - that are able to contain the criminal phenomenon more effectively and efficiently than deterrence.
Trashaj, Megi, LA FORZA DETERRENTE DELLA NORMA PENALE NEI CONFRONTI DEI WHITE COLLAR CRIMINALS, Centonze, Francesco, Università Cattolica del Sacro Cuore MILANO:Ciclo XXXVI [https://hdl.handle.net/10807/296417]
LA FORZA DETERRENTE DELLA NORMA PENALE NEI CONFRONTI DEI WHITE COLLAR CRIMINALS
Trashaj, Megi
2024
Abstract
Il sistema penale moderno si poggia sull’idea, secolare e difficilmente confutabile, secondo la quale la minaccia di una sanzione ha l’effetto di trattenere i consociati dal compiere azioni vietate dalla legge (cd. prevenzione generale negativa o deterrenza). L’efficacia della sanzione quale elemento di coazione psicologica è stata affermata soprattutto rispetto agli illeciti con sfondo economico. Tale impostazione è stata corroborata dalla letteratura in materia di agente razionale, essa ha descritto l’essere umano quale soggetto che prende decisioni dopo il cd. trade-off costi benefici. Analizzando lo scenario attuale, il policy maker, perlomeno nell’ultimo trentennio, mostra di valorizzare (in modo massimo e indiscusso) l’idea della coazione psicologica in chiave preventiva della devianza propria del white collar criminal. In particolare, sono state introdotte plurime nuove fattispecie nel diritto penale economico-d’impresa ma anche rialzate, di continuo, diverse cornici edittali per i reati già esistenti. Fermo restando che non sussiste alcun dubbio sull’utilità della sanzione per il controllo sociale della devianza, si rende indispensabile discutere, alla luce dei più recenti dati offerti dalle scienze empiriche, degli ostacoli che, nella descritta cornice, la pena incontra rispetto all’obiettivo di trattenere i colletti bianchi dal compiere l’azione vietata. Una simile analisi è finalizzata a porre in evidenza la scarsa utilità di percorsi politico-legislativi di iper/over criminalizzazione, che, peraltro, si pongono in contrasto con diversi principi costituzionali, in primis extrema ratio e proporzionalità della pena. Inoltre, essa è utile per aprire un’indispensabile riflessione su tecniche preventive – dell’ordinamento penale o anche extra penalistiche – che sono in grado di arginare il fenomeno criminale in modo più efficace ed efficiente rispetto alla deterrenza.File | Dimensione | Formato | |
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