La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) rappresenta una nuova pietra miliare nell’ambito normativo dell’Unione Europea, introducendo requisiti più stringenti per la redazione dei bilanci di sostenibilità e apportando significativi cambiamenti rispetto alla precedente Direttiva sul Non Financial Reporting (NFRD). Tra le innovazioni più rilevanti introdotte da questa direttiva, spiccano il progressivo ampliamento del numero di organizzazioni tenute alla rendicontazione di sostenibilità, l’adozione di processi e indicatori standardizzati per la rendicontazione stessa e l’espansione del perimetro della rendicontazione alla catena di fornitura, includendo integralmente il concetto di “Scope 3” nella valutazione degli impatti ambientali e sociali. La direttiva in questione sta suscitando un crescente interesse tra le organizzazioni riguardo alle sfide dell’adozione di pratiche sostenibili, e rappresenterà un ulteriore impulso per coloro che hanno fatto della sostenibilità la propria professione, i cosiddetti sustainability professionals.
Pedrini, M., Zaccone, M. C., La CSRD e i sustainability managers: una nuova evoluzione della professione, Sfidare le contraddizioni, EGEA, Milano 2024: 47-49 [https://hdl.handle.net/10807/294936]
La CSRD e i sustainability managers: una nuova evoluzione della professione
Pedrini, Matteo
Primo
;Zaccone, Maria Cristina
Secondo
2024
Abstract
La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) rappresenta una nuova pietra miliare nell’ambito normativo dell’Unione Europea, introducendo requisiti più stringenti per la redazione dei bilanci di sostenibilità e apportando significativi cambiamenti rispetto alla precedente Direttiva sul Non Financial Reporting (NFRD). Tra le innovazioni più rilevanti introdotte da questa direttiva, spiccano il progressivo ampliamento del numero di organizzazioni tenute alla rendicontazione di sostenibilità, l’adozione di processi e indicatori standardizzati per la rendicontazione stessa e l’espansione del perimetro della rendicontazione alla catena di fornitura, includendo integralmente il concetto di “Scope 3” nella valutazione degli impatti ambientali e sociali. La direttiva in questione sta suscitando un crescente interesse tra le organizzazioni riguardo alle sfide dell’adozione di pratiche sostenibili, e rappresenterà un ulteriore impulso per coloro che hanno fatto della sostenibilità la propria professione, i cosiddetti sustainability professionals.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.