Per divenire beati non è certo sufficiente filosofare, ma la filosofia serve, tra l’altro, a chiarire razionalmente il problema della vita. L’etica filosofica apparirà allora inscritta nella dinamica del desiderio e si strutturerà come etica teleologica. Suo compito sarà quindi quello di ricercare e giustificare razionalmente la via e i mezzi che conducono al fine, all’appagamento, soggettivo e oggettivo, del desiderio. L’etica non può però assolvere a questo compito senza una fondazione antropologica che sia, al tempo stesso, metafisica ed ermeneutico-fenomenologica, che sia cioè in grado di giustificare la problematicità del compimento del desiderio come sintesi di finito e di infinito, ovvero di soggetto desiderante e di fine/bene che si dà nella corrispondenza di ‘io’, ‘altri’, ‘mondo’ e ‘Dio’. L’antropologia e l’etica saranno perciò anche “drammatiche”, perché il soggetto può essere raggiunto solo nel vivo atto della sua esistenza, nella quale la circolarità della corrispondenza d’amore si realizza unicamente a due condizioni, l’una dipendente in tutto dal soggetto e l’altra totalmente fuori dal suo potere: la sua libertà, che è sempre in tensione tra il sì e il no, e l’eventuale, non deducibile, sempre libero concorso degli altri/Altro.
Colombo, G., Antropologia ed etica, EDUCatt, MILANO -- ITA 2011:1 257 [http://hdl.handle.net/10807/28581]
Antropologia ed etica
Colombo, Giuseppe
2011
Abstract
Per divenire beati non è certo sufficiente filosofare, ma la filosofia serve, tra l’altro, a chiarire razionalmente il problema della vita. L’etica filosofica apparirà allora inscritta nella dinamica del desiderio e si strutturerà come etica teleologica. Suo compito sarà quindi quello di ricercare e giustificare razionalmente la via e i mezzi che conducono al fine, all’appagamento, soggettivo e oggettivo, del desiderio. L’etica non può però assolvere a questo compito senza una fondazione antropologica che sia, al tempo stesso, metafisica ed ermeneutico-fenomenologica, che sia cioè in grado di giustificare la problematicità del compimento del desiderio come sintesi di finito e di infinito, ovvero di soggetto desiderante e di fine/bene che si dà nella corrispondenza di ‘io’, ‘altri’, ‘mondo’ e ‘Dio’. L’antropologia e l’etica saranno perciò anche “drammatiche”, perché il soggetto può essere raggiunto solo nel vivo atto della sua esistenza, nella quale la circolarità della corrispondenza d’amore si realizza unicamente a due condizioni, l’una dipendente in tutto dal soggetto e l’altra totalmente fuori dal suo potere: la sua libertà, che è sempre in tensione tra il sì e il no, e l’eventuale, non deducibile, sempre libero concorso degli altri/Altro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.