La precarietà del tempo pandemico in cui saltano le nostre certezze e protezioni ci travolge insieme alla necessità di trovare ed affinare nuove capacità umane di vicinanza e di sintonia. In linea con questa ricerca si pone il paradigma aperto e fecondo della generatività sociale, che Chiara Giaccardi e Mauro Magatti propongono e approfondiscono già da anni come una valida alternativa al sistema capitalistico-individualistico. I frutti più amari della modernità sono legati alla deriva dell’individualismo che ha intaccato le dimensioni antropologiche più significative: lo spazio, il tempo e le relazioni. Una vita generativa non è una scappatoia alla crisi, ma una via positiva ed entusiasmante che si dispiega in una dinamica di quattro movimenti: desiderare (una spinta vitale senza la quale nulla è possibile), mettere al mondo, prendersi cura e infine lasciar andare. Nella consapevolezza che educare è generare, una società generativa non è un’utopia, ma un processo da coltivare e costruire, “restando in relazione, valorizzando le capacità di tutti, perché ciascuno ha qualcosa da portare”.
Giaccardi, C., Magatti, M., Voglio una vita generativa, Coop Achille Grandi Editrice, Bergamo 2021: 90 [https://hdl.handle.net/10807/280857]
Voglio una vita generativa
Giaccardi, ChiaraCo-primo
;Magatti, Mauro
2021
Abstract
La precarietà del tempo pandemico in cui saltano le nostre certezze e protezioni ci travolge insieme alla necessità di trovare ed affinare nuove capacità umane di vicinanza e di sintonia. In linea con questa ricerca si pone il paradigma aperto e fecondo della generatività sociale, che Chiara Giaccardi e Mauro Magatti propongono e approfondiscono già da anni come una valida alternativa al sistema capitalistico-individualistico. I frutti più amari della modernità sono legati alla deriva dell’individualismo che ha intaccato le dimensioni antropologiche più significative: lo spazio, il tempo e le relazioni. Una vita generativa non è una scappatoia alla crisi, ma una via positiva ed entusiasmante che si dispiega in una dinamica di quattro movimenti: desiderare (una spinta vitale senza la quale nulla è possibile), mettere al mondo, prendersi cura e infine lasciar andare. Nella consapevolezza che educare è generare, una società generativa non è un’utopia, ma un processo da coltivare e costruire, “restando in relazione, valorizzando le capacità di tutti, perché ciascuno ha qualcosa da portare”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.