Rileggendo alcuni lavori dati alle stampe da un erudito antichista del medio Seicento, forse emblematico di certa cultura del suo tempo, ci si chiede come egli riuscisse a percepire e a descrivere le forme geometriche elementari e, soprattutto, i colori. Dal complesso delle sue pagine, che solo raramente offrono spunti utili a questa analisi, sembra di poter ricavare che egli rimanesse sostanzialmente insensibile alla suggestione dei colori laddove vestiva i panni dello studioso e del compilatore (di storie annalistiche o di raccolte epigrafiche), ma un po’ più permeabile quando invece si concedeva minime digressioni di carattere personale o letterario.
Ceriotti, L., Forme e colori nelle cronache di Placido Puccinelli, in Ferro, R., Moroni, B. (ed.), Pinger cantando. Arti sorelle a Milano tra Cinque e Seicento, I Libri di Emil, Città di Castello 2024: 189- 197 [https://hdl.handle.net/10807/279536]
Forme e colori nelle cronache di Placido Puccinelli
Ceriotti, Luca
2024
Abstract
Rileggendo alcuni lavori dati alle stampe da un erudito antichista del medio Seicento, forse emblematico di certa cultura del suo tempo, ci si chiede come egli riuscisse a percepire e a descrivere le forme geometriche elementari e, soprattutto, i colori. Dal complesso delle sue pagine, che solo raramente offrono spunti utili a questa analisi, sembra di poter ricavare che egli rimanesse sostanzialmente insensibile alla suggestione dei colori laddove vestiva i panni dello studioso e del compilatore (di storie annalistiche o di raccolte epigrafiche), ma un po’ più permeabile quando invece si concedeva minime digressioni di carattere personale o letterario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.