Per costruire un’antropologia filosofica adeguata è necessario servirsi di descrizioni dell’umano attendibili, corrette, verificate. Non lo sono né i dati introspettivi né i dati di esperienza a cui hanno fatto ricorso la filosofia analitica del senso comune e la fenomenologia. Nella cultura contemporanea abbiamo a disposizione la messe dei dati scientifici che integrano, ampliano e correggono le nostre autopercezioni. In particolare le neuroscienze, la psicoanalisi, il pensiero sistemico ci restituiscono un quadro dell’umano molto diverso da quello ordinario: l’uomo ha una sua organizzazione stabile che vincola le parti materiali e manifeste; è un sistema integrato in cui il corpo, le emozioni e il pensiero interagiscono tra loro e concorrono a mantenerne l’unità e l’identità; la conoscenza è un’attività libera, selettiva, discriminatoria; il cervello è un organo plastico, che si modifica con le esperienze e le scelte. L’antropologia filosofica si pone a un meta-livello rispetto alle discipline scientifiche, ma, se vuole tenere conto di tali risultati mantenendo un legame con l’empirico, sarà propensa a respingere tesi dualistiche, funzionalistiche, riduzionistiche. Risulta invece compatibile con le teorie scientifiche contemporanee un’antropologia fortemente unitaria, ad esempio quella sommariamente tratteggiata da Aristotele in De anima, per la quale l’essere umano deve la sua identità a un immateriale principio ( o forma) e la sua possibilità di cambiare alle diverse attività che da tale principio derivano. Resta da indagare se tale principio possa essere immortale ed eterno, come Aristotele suggerisce e Tommaso conclude.

Ulivi Urbani, L., L'identità personale. Un groviglio di contingenze?, in Ghisalberti, A. (ed.), Mondo, uomo, Dio. Le ragioni della metafisica nel dibattito contemporaneo, Vita e Pensiero, Milano 2010: 199- 212 [http://hdl.handle.net/10807/27825]

L'identità personale. Un groviglio di contingenze?

Ulivi Urbani, Lucia
2010

Abstract

Per costruire un’antropologia filosofica adeguata è necessario servirsi di descrizioni dell’umano attendibili, corrette, verificate. Non lo sono né i dati introspettivi né i dati di esperienza a cui hanno fatto ricorso la filosofia analitica del senso comune e la fenomenologia. Nella cultura contemporanea abbiamo a disposizione la messe dei dati scientifici che integrano, ampliano e correggono le nostre autopercezioni. In particolare le neuroscienze, la psicoanalisi, il pensiero sistemico ci restituiscono un quadro dell’umano molto diverso da quello ordinario: l’uomo ha una sua organizzazione stabile che vincola le parti materiali e manifeste; è un sistema integrato in cui il corpo, le emozioni e il pensiero interagiscono tra loro e concorrono a mantenerne l’unità e l’identità; la conoscenza è un’attività libera, selettiva, discriminatoria; il cervello è un organo plastico, che si modifica con le esperienze e le scelte. L’antropologia filosofica si pone a un meta-livello rispetto alle discipline scientifiche, ma, se vuole tenere conto di tali risultati mantenendo un legame con l’empirico, sarà propensa a respingere tesi dualistiche, funzionalistiche, riduzionistiche. Risulta invece compatibile con le teorie scientifiche contemporanee un’antropologia fortemente unitaria, ad esempio quella sommariamente tratteggiata da Aristotele in De anima, per la quale l’essere umano deve la sua identità a un immateriale principio ( o forma) e la sua possibilità di cambiare alle diverse attività che da tale principio derivano. Resta da indagare se tale principio possa essere immortale ed eterno, come Aristotele suggerisce e Tommaso conclude.
2010
Italiano
Mondo, uomo, Dio. Le ragioni della metafisica nel dibattito contemporaneo
978-88-343-1942-0
Ulivi Urbani, L., L'identità personale. Un groviglio di contingenze?, in Ghisalberti, A. (ed.), Mondo, uomo, Dio. Le ragioni della metafisica nel dibattito contemporaneo, Vita e Pensiero, Milano 2010: 199- 212 [http://hdl.handle.net/10807/27825]
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