Nel Capitolo 5 “Volontari abili, orientati o competenti? Analisi concettuale e implicazioni pedagogiche”, Emanuele Serrelli sostiene che il termine “abilità” può esaurire gran parte del “saper fare” richiesto nelle situazioni di volontariato e di vita, sostituendo in molti casi l’abusato termine “competenza”. In molte sedi teoriche e normative la distinzione tra abilità e competenze è solo in apparenza chiara e netta: le abilità sono trattate come una sorta di “sorelle minori” delle competenze e, viceversa, le competenze sono trattate come super-abilità, più complesse e sviluppate delle “mere” abilità. Facendo leva sulle definizioni contenute in alcune delle fonti internazionali più autorevoli, è possibile invece rimuovere la competenza dall’ambito del “sapere” e vederla come una forza organizzatrice che utilizza la conoscenza, che convoca informazioni, concetti e abilità unitamente ad altre risorse – tutte quelle necessarie – per rispondere in qualche modo a una chiamata, a un bisogno espresso, a una richiesta di supporto e di intervento. Perfettamente adeguato al mondo delle professioni, questo concetto di competenza è adatto anche al volontariato. Intesa in questo modo, la competenza non si insegna; piuttosto, si chiama in causa. La persona esercita la propria competenza insieme alla propria responsabilità e alla propria soggettività. L’abilità d’altra parte è un’azione intelligente, trans-contestualmente resiliente, applicabile in un più o meno vasto range di contesti, più o meno coinvolgente e pervasiva per la persona. Inoltre, tanto alle abilità quanto alle competenze sono collegàti i valori. Per coltivarli, le organizzazioni sono chiamate a incontrare le persone nei luoghi dell’esperienza. La chiarezza di comprensione dei diversi termini in gioco, e delle relative modalità di apprendimento, consentirà al volontariato di organizzare la propria formazione e di rispondere nella maniera più strategica alla sfida della competenza.

Serrelli, E., Volontari abili, orientati o competenti? Analisi concettuale e implicazioni pedagogiche, in Cadei, L. (ed.), Volontariato competente: riconoscere gli apprendimenti nella partecipazione sociale, Unicopli, Milano 2024: 79- 111 [https://hdl.handle.net/10807/273941]

Volontari abili, orientati o competenti? Analisi concettuale e implicazioni pedagogiche

Serrelli, Emanuele
2024

Abstract

Nel Capitolo 5 “Volontari abili, orientati o competenti? Analisi concettuale e implicazioni pedagogiche”, Emanuele Serrelli sostiene che il termine “abilità” può esaurire gran parte del “saper fare” richiesto nelle situazioni di volontariato e di vita, sostituendo in molti casi l’abusato termine “competenza”. In molte sedi teoriche e normative la distinzione tra abilità e competenze è solo in apparenza chiara e netta: le abilità sono trattate come una sorta di “sorelle minori” delle competenze e, viceversa, le competenze sono trattate come super-abilità, più complesse e sviluppate delle “mere” abilità. Facendo leva sulle definizioni contenute in alcune delle fonti internazionali più autorevoli, è possibile invece rimuovere la competenza dall’ambito del “sapere” e vederla come una forza organizzatrice che utilizza la conoscenza, che convoca informazioni, concetti e abilità unitamente ad altre risorse – tutte quelle necessarie – per rispondere in qualche modo a una chiamata, a un bisogno espresso, a una richiesta di supporto e di intervento. Perfettamente adeguato al mondo delle professioni, questo concetto di competenza è adatto anche al volontariato. Intesa in questo modo, la competenza non si insegna; piuttosto, si chiama in causa. La persona esercita la propria competenza insieme alla propria responsabilità e alla propria soggettività. L’abilità d’altra parte è un’azione intelligente, trans-contestualmente resiliente, applicabile in un più o meno vasto range di contesti, più o meno coinvolgente e pervasiva per la persona. Inoltre, tanto alle abilità quanto alle competenze sono collegàti i valori. Per coltivarli, le organizzazioni sono chiamate a incontrare le persone nei luoghi dell’esperienza. La chiarezza di comprensione dei diversi termini in gioco, e delle relative modalità di apprendimento, consentirà al volontariato di organizzare la propria formazione e di rispondere nella maniera più strategica alla sfida della competenza.
2024
Italiano
Volontariato competente: riconoscere gli apprendimenti nella partecipazione sociale
9788840022758
Unicopli
Serrelli, E., Volontari abili, orientati o competenti? Analisi concettuale e implicazioni pedagogiche, in Cadei, L. (ed.), Volontariato competente: riconoscere gli apprendimenti nella partecipazione sociale, Unicopli, Milano 2024: 79- 111 [https://hdl.handle.net/10807/273941]
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