Chi cerca una consulenza di carriera lo fa perché vive una situazione di malessere e cerca qualcuno che lo aiuti a comprenderne i motivi e a decidere la strategia migliore per cambiare la situazione. Per comprendere come aiutare le persone a recuperare una condizione di “benessere”, è fondamentale condividere alcune riflessioni su questo concetto. Storicamente, il riferimento teorico di partenza è stata la differenziazione tra “benessere edonico” e “benessere eudemonico”. Il primo fa riferimento al piacere o alla gioia, e si focalizza su esperienze che producono emozioni positive o sul bilanciamento tra sentimenti positivi e negativi. Il secondo è caratterizzato dal tentativo di rendere concreto il potenziale umano, di realizzare il proprio "daimon" o vera natura (Ryan e Deci, 2001), e concentra maggiormente l'attenzione su ciò che la persona sta facendo o pensando, piuttosto che su come si sente. Le ricerche della tradizione edonica hanno dato origine al concetto di benessere emotivo soggettivo, o semplicemente “benessere soggettivo” (SWB – Subjective Well-being), che risulterebbe composto dalla soddisfazione di vita, da sentimenti positivi e dall’assenza di sentimenti negativi (Diener et al., 2002). Un’alternativa a questa definizione di benessere, maggiormente allineata alla visione eudemonica, è quella di “benessere psicologico”, definito come “la ricerca della perfezione che rappresenta la realizzazione del proprio vero potenziale” (Ryff, 1995, pag. 100). Secondo questa prospettiva, la felicità non è il risultato principale ma, piuttosto, "il sottoprodotto di una vita ben vissuta" (Ryff e Singer, 1998, pag. 5), che è una vita che riflette i seguenti sei ideali: autonomia, crescita personale, accettazione di sé, scopo nella vita, padronanza dell'ambiente e relazioni positive con gli altri. Lent sostiene che “sebbene questa discussione abbia enfatizzato le distinzioni tra posizioni edonistiche ed eudemoniche, esse sembrano rappresentare forme di benessere intrinsecamente correlate che possono essere riunite all'interno di un quadro concettuale comune.” (2004, pag. 486). Partendo da questa riflessione, propone due modelli, uno normativo e uno per il recupero di una condizione di benessere, integrando variabili socio-cognitive, tratti di personalità e affettivi, e variabili contestuali. In questo modo, tra le altre cose, si riesce a rispondere ai diversi tipi di bisogni che spingono le persone a cercare una consulenza, e che possono essere raggruppati in due tipologie: il desiderio del “cliente infelice” di alleviare i sintomi e ripristinare la soddisfazione della vita; il desiderio del “cliente che si vuole autorealizzare” di crescere, apprendere, cambiare e comprendere.

Boerchi, D., La soddisfazione formativa e lavorativa, in Boerchi Dieg, B. D. (ed.), Orientamento e consulenza di carriera per la soddisfazione lavorativa, Studium Edizioni, Roma 2024: 96- 104 [https://hdl.handle.net/10807/271608]

La soddisfazione formativa e lavorativa

Boerchi, Diego
Primo
2024

Abstract

Chi cerca una consulenza di carriera lo fa perché vive una situazione di malessere e cerca qualcuno che lo aiuti a comprenderne i motivi e a decidere la strategia migliore per cambiare la situazione. Per comprendere come aiutare le persone a recuperare una condizione di “benessere”, è fondamentale condividere alcune riflessioni su questo concetto. Storicamente, il riferimento teorico di partenza è stata la differenziazione tra “benessere edonico” e “benessere eudemonico”. Il primo fa riferimento al piacere o alla gioia, e si focalizza su esperienze che producono emozioni positive o sul bilanciamento tra sentimenti positivi e negativi. Il secondo è caratterizzato dal tentativo di rendere concreto il potenziale umano, di realizzare il proprio "daimon" o vera natura (Ryan e Deci, 2001), e concentra maggiormente l'attenzione su ciò che la persona sta facendo o pensando, piuttosto che su come si sente. Le ricerche della tradizione edonica hanno dato origine al concetto di benessere emotivo soggettivo, o semplicemente “benessere soggettivo” (SWB – Subjective Well-being), che risulterebbe composto dalla soddisfazione di vita, da sentimenti positivi e dall’assenza di sentimenti negativi (Diener et al., 2002). Un’alternativa a questa definizione di benessere, maggiormente allineata alla visione eudemonica, è quella di “benessere psicologico”, definito come “la ricerca della perfezione che rappresenta la realizzazione del proprio vero potenziale” (Ryff, 1995, pag. 100). Secondo questa prospettiva, la felicità non è il risultato principale ma, piuttosto, "il sottoprodotto di una vita ben vissuta" (Ryff e Singer, 1998, pag. 5), che è una vita che riflette i seguenti sei ideali: autonomia, crescita personale, accettazione di sé, scopo nella vita, padronanza dell'ambiente e relazioni positive con gli altri. Lent sostiene che “sebbene questa discussione abbia enfatizzato le distinzioni tra posizioni edonistiche ed eudemoniche, esse sembrano rappresentare forme di benessere intrinsecamente correlate che possono essere riunite all'interno di un quadro concettuale comune.” (2004, pag. 486). Partendo da questa riflessione, propone due modelli, uno normativo e uno per il recupero di una condizione di benessere, integrando variabili socio-cognitive, tratti di personalità e affettivi, e variabili contestuali. In questo modo, tra le altre cose, si riesce a rispondere ai diversi tipi di bisogni che spingono le persone a cercare una consulenza, e che possono essere raggruppati in due tipologie: il desiderio del “cliente infelice” di alleviare i sintomi e ripristinare la soddisfazione della vita; il desiderio del “cliente che si vuole autorealizzare” di crescere, apprendere, cambiare e comprendere.
2024
Italiano
Orientamento e consulenza di carriera per la soddisfazione lavorativa
978-88-382-5383-6
Studium Edizioni
Boerchi, D., La soddisfazione formativa e lavorativa, in Boerchi Dieg, B. D. (ed.), Orientamento e consulenza di carriera per la soddisfazione lavorativa, Studium Edizioni, Roma 2024: 96- 104 [https://hdl.handle.net/10807/271608]
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