In Italia, la pratica del teatro in carcere si è diffusa a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso e gode oggi dell'apprezzamento del Ministero della Giustizia che instaura forme di collaborazione con enti teatrali, culturali e locali e stipula protocolli di intesa a sostegno delle esperienze di teatro in molti istituti penitenziari. Ma come si colloca il teatro a fronte dei mutamenti avvenuti nel sistema penitenziario, dell'evoluzione della pena come istituzione sociale storicamente determinata e del concetto di trattamento e di rieducazione? Qual è il ruolo effettivamente riconosciuto al teatro dall'istituzione penitenziaria? E quale l'effettivo contributo del teatro al processo di umanizzazione della pena, di apertura e scambio del carcere con la società civile e la comunità esterna? Il volume trae origine da una ricerca sociologica svolta in 12 carceri italiane. La ricerca si propone di evidenziare lacune e potenzialità, punti di convergenza e di attrito fra i principali attori del carcere (personale penitenziario, con funzioni dirigenziali, di custodia e pedagogiche, e reclusi) riguardo alla concezione e alle funzioni dell'attività teatrale. Mettendo a confronto le due diverse prospettive, essa giunge a dimostrare come, per effetto delle molteplici disfunzionalità e carenze proprie del contesto, la rieducazione è tale da rappresentare non tanto un obiettivo pienamente raggiunto, quanto una necessità di legittimazione del carcere. Per quanto l'attività teatrale risulti efficace nello sviluppare risorse e competenze e innescare processi trasformativi nella persona detenuta, affinché possa divenire fattivamente una parte integrante del processo di riabilitazione, è necessario un radicale rinnovamento istituzionale.

Carcere e rieducazione: il contributo della pratica teatrale

Pizzetti, Barbara
2023

Abstract

In Italia, la pratica del teatro in carcere si è diffusa a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso e gode oggi dell'apprezzamento del Ministero della Giustizia che instaura forme di collaborazione con enti teatrali, culturali e locali e stipula protocolli di intesa a sostegno delle esperienze di teatro in molti istituti penitenziari. Ma come si colloca il teatro a fronte dei mutamenti avvenuti nel sistema penitenziario, dell'evoluzione della pena come istituzione sociale storicamente determinata e del concetto di trattamento e di rieducazione? Qual è il ruolo effettivamente riconosciuto al teatro dall'istituzione penitenziaria? E quale l'effettivo contributo del teatro al processo di umanizzazione della pena, di apertura e scambio del carcere con la società civile e la comunità esterna? Il volume trae origine da una ricerca sociologica svolta in 12 carceri italiane. La ricerca si propone di evidenziare lacune e potenzialità, punti di convergenza e di attrito fra i principali attori del carcere (personale penitenziario, con funzioni dirigenziali, di custodia e pedagogiche, e reclusi) riguardo alla concezione e alle funzioni dell'attività teatrale. Mettendo a confronto le due diverse prospettive, essa giunge a dimostrare come, per effetto delle molteplici disfunzionalità e carenze proprie del contesto, la rieducazione è tale da rappresentare non tanto un obiettivo pienamente raggiunto, quanto una necessità di legittimazione del carcere. Per quanto l'attività teatrale risulti efficace nello sviluppare risorse e competenze e innescare processi trasformativi nella persona detenuta, affinché possa divenire fattivamente una parte integrante del processo di riabilitazione, è necessario un radicale rinnovamento istituzionale.
2023
Italiano
Monografia o trattato scientifico
FrancoAngeli
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