La lettera del Comune di Firenze indirizzata a Petrarca per richiamarlo in patria ad assumere l'insegnamento presso l'Università di Firenze, fu scritta da Boccaccio, che ne fu anche il latore. In essa egli mise a profitto tutti gli scritti di Petrarca a disposizione sua o del circolo degli amici fiorentini, in particolare la Collatio laureationis. Richiamando Petrarca, secondo Boccaccio Firenze potrà evitare di replicare quanto avvenuto con Dante, morto in esilio. Ma la storia finirà in altro modo.
Monti, C. M., La chiamata di Petrarca a Firenze e l’ombra dell’esilio di Dante, in Tonelli, T. N. (ed.), Il Dante di Boccaccio, Olschki, Firenze 2024: 21- 75 [https://hdl.handle.net/10807/270815]
La chiamata di Petrarca a Firenze e l’ombra dell’esilio di Dante
Monti, Carla Maria
2024
Abstract
La lettera del Comune di Firenze indirizzata a Petrarca per richiamarlo in patria ad assumere l'insegnamento presso l'Università di Firenze, fu scritta da Boccaccio, che ne fu anche il latore. In essa egli mise a profitto tutti gli scritti di Petrarca a disposizione sua o del circolo degli amici fiorentini, in particolare la Collatio laureationis. Richiamando Petrarca, secondo Boccaccio Firenze potrà evitare di replicare quanto avvenuto con Dante, morto in esilio. Ma la storia finirà in altro modo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.