In the daily work of care, it often happens to ask oneself what is the "right distance" to keep between oneself and others, so as not to be too close (with the risk of excessive involvement) nor too far (with the danger of acting in a cold and detached way). All this concerns the empathic competence of the operator: the ability of feeling the other in respect of his otherness, in a dynamic balance between reflexivity and emotionality.
Nella quotidianità del lavoro di cura, capita spesso di chiedersi quale sia la "giusta distanza" da tenere tra sé e gli altri, per non essere troppo vicini (col rischio di un eccessivo coinvolgimento) nè troppo lontani (col pericolo di essere freddi e distaccati). Tutto questo chiama in causa la competenza empatica dell'operatore: quella di sentire l'altro nel rispetto della sua alterità, in un equlibrio dinamico tra riflessività ed emotività.
Arioli, A., L'equilibrio precario: prossimità e distanza tra chi cura e chi è curato, in Daniele Bruzzone, L. Z. (ed.), Sfidare i tabù della cura. Percorsi di formazione emotiva dei professionisti, FrancoAngeli, Milano 2021: 53- 71 [https://hdl.handle.net/10807/270354]
L'equilibrio precario: prossimità e distanza tra chi cura e chi è curato
Arioli, Antonella
2021
Abstract
In the daily work of care, it often happens to ask oneself what is the "right distance" to keep between oneself and others, so as not to be too close (with the risk of excessive involvement) nor too far (with the danger of acting in a cold and detached way). All this concerns the empathic competence of the operator: the ability of feeling the other in respect of his otherness, in a dynamic balance between reflexivity and emotionality.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.