Questo volume, il secondo della collana, discute l’applicazione del principio di proporzionalità nella disciplina bancaria europea. Modulare le regole in funzione delle caratteristiche di ciascuna banca, in particolare, può essere assai costoso. È questa una delle ragioni per cui la disciplina europea tende spesso a preferire soluzioni regolamentari a “taglia unica” (one-size-fits-all). Anche quando considera le banche di minori dimensioni, il legislatore trascura inoltre le peculiarità che caratterizzano i gruppi bancari di credito cooperativo: pur concepiti come veri e propri “strumenti di vigilanza” e composti principalmente da banche piccole e non complesse, anch’essi finiscono per essere soggetti alle medesime regole dettate per le large institution. Sono queste le premesse da cui muovono gli autori nel formulare possibili soluzioni al problematico arretramento della proporzionalità. Nello stesso tempo, risulta opportuno assicurare che l’applicazione di tale principio non sfoci in un ingiustificato allentamento della disciplina prudenziale, per evitare di minacciare la stabilità dell’intero sistema finanziario. In questo senso, la recente crisi del settore bancario statunitense – culminata con i fallimenti di Silicon Valley Bank, Signature Bank e First Republic Bank – consente di formulare conclusioni articolate, capaci di distinguere tra requisiti prudenziali di capitale, regole di corporate governance e adempimenti di vigilanza.

Arrigoni, M., Restelli, E. R., Credito cooperativo e proporzionalità nel diritto bancario europeo, Vita e Pensiero, Milano 2024:2024 224 [https://hdl.handle.net/10807/270321]

Credito cooperativo e proporzionalità nel diritto bancario europeo

Arrigoni, Matteo
;
Restelli, Enrico Rino
2024

Abstract

Questo volume, il secondo della collana, discute l’applicazione del principio di proporzionalità nella disciplina bancaria europea. Modulare le regole in funzione delle caratteristiche di ciascuna banca, in particolare, può essere assai costoso. È questa una delle ragioni per cui la disciplina europea tende spesso a preferire soluzioni regolamentari a “taglia unica” (one-size-fits-all). Anche quando considera le banche di minori dimensioni, il legislatore trascura inoltre le peculiarità che caratterizzano i gruppi bancari di credito cooperativo: pur concepiti come veri e propri “strumenti di vigilanza” e composti principalmente da banche piccole e non complesse, anch’essi finiscono per essere soggetti alle medesime regole dettate per le large institution. Sono queste le premesse da cui muovono gli autori nel formulare possibili soluzioni al problematico arretramento della proporzionalità. Nello stesso tempo, risulta opportuno assicurare che l’applicazione di tale principio non sfoci in un ingiustificato allentamento della disciplina prudenziale, per evitare di minacciare la stabilità dell’intero sistema finanziario. In questo senso, la recente crisi del settore bancario statunitense – culminata con i fallimenti di Silicon Valley Bank, Signature Bank e First Republic Bank – consente di formulare conclusioni articolate, capaci di distinguere tra requisiti prudenziali di capitale, regole di corporate governance e adempimenti di vigilanza.
2024
Italiano
Monografia o trattato scientifico
Vita e Pensiero
Arrigoni, M., Restelli, E. R., Credito cooperativo e proporzionalità nel diritto bancario europeo, Vita e Pensiero, Milano 2024:2024 224 [https://hdl.handle.net/10807/270321]
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