Il saggio indaga la complessa ricezione del Codice di Camaldoli durante la Prima Repubblica attraverso i suoi passaggi più significativi. In particolare, si sofferma sull'immediata ricezione del secondo dopoguerra, tanto all'interno del mondo cattolico, quanto nel dibattito pubblico, dentro e fuori l'Assemblea costituente. Mostra così come il documento, industrialista e meridionalista, una correzione sociale dell'economia classica, sia stato recepito, all'interno della Democrazia cristiana, più dai vecchi popolari che dai giovani dossettiani, orientati verso una spesa pubblica keynesiana. Prosegue poi mostrando la sua fugace ricomparsa come riferimento del progetto moroteo di centro-sinistra, come unificazione economica che, attraverso lo sviluppo del Mezzogiorno, ricordando la vocazione nazionale comune a tutte le correnti del partito, compattasse i cattolici nel loro incontro con i socialisti. Infine, ne delinea la veloce scomparsa col fallimento del centro-sinistra organico e la sua altrettanto repentina riemersione durante gli anni di crisi istituzionale, a cavallo fra i Settanta e gli Ottanta, fra tensioni economiche e sociali, quando venne mitizzato per coprire l'evidente vuoto culturale di una Democrazia cristiana sempre meno rappresentativa del paese.
Persico, A., Il Codice di Camaldoli: una parabola repubblicana, in Torresi, T., Il Codice di Camaldoli, Studium Edizioni, Roma 2024 2024: 126-170 [https://hdl.handle.net/10807/267956]
Il Codice di Camaldoli: una parabola repubblicana
Persico, Alessandro
2024
Abstract
Il saggio indaga la complessa ricezione del Codice di Camaldoli durante la Prima Repubblica attraverso i suoi passaggi più significativi. In particolare, si sofferma sull'immediata ricezione del secondo dopoguerra, tanto all'interno del mondo cattolico, quanto nel dibattito pubblico, dentro e fuori l'Assemblea costituente. Mostra così come il documento, industrialista e meridionalista, una correzione sociale dell'economia classica, sia stato recepito, all'interno della Democrazia cristiana, più dai vecchi popolari che dai giovani dossettiani, orientati verso una spesa pubblica keynesiana. Prosegue poi mostrando la sua fugace ricomparsa come riferimento del progetto moroteo di centro-sinistra, come unificazione economica che, attraverso lo sviluppo del Mezzogiorno, ricordando la vocazione nazionale comune a tutte le correnti del partito, compattasse i cattolici nel loro incontro con i socialisti. Infine, ne delinea la veloce scomparsa col fallimento del centro-sinistra organico e la sua altrettanto repentina riemersione durante gli anni di crisi istituzionale, a cavallo fra i Settanta e gli Ottanta, fra tensioni economiche e sociali, quando venne mitizzato per coprire l'evidente vuoto culturale di una Democrazia cristiana sempre meno rappresentativa del paese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.