L’obiettivo della prima parte di questo lavoro è il tentativo, da un lato, di superare il concetto di bisogno economico come variabile unidimensionale e, dall’altro, di andare oltre l’idea di una soglia di povertà relativa, sopra la quale la famiglia esca automaticamente dall’area del bisogno e della privazione economica per entrare in quella della “normalità”, più o meno vincolata dal punto di vista delle risorse disponibili. Abbiamo l’impressione però che tale area di relativo indebolimento nel tenore di vita delle famiglie, se attentamente valutata, non possa essere prerogativa solo di alcune realtà territoriali e regionali, come sembrerebbe emergere qualora si vadano a considerare solo gli indicatori standard di povertà. Oggetto della seconda parte di questo lavoro è infatti quello di valutare la rilevanza dei segnali di disagio economico nel tenore di vita delle famiglie con riferimento a due differenti regioni italiane che esprimono nell’opinione comune forse le due realtà territoriali più distanti, cioè Lombardia, da un lato, e Campania, dall’altro. Renderemo evidente, nella parte conclusiva del lavoro, come sia necessario tenere distinti i divari regionali di povertà a livello macroeconomico dalle carenze di benessere che toccano in modo differenziato le famiglie sul territorio e che non possono prescindere da valutazioni microeconomiche sul differente tenore di vita e sulla diversa realtà occupazionale, creditizia e di opportunità relazionali in cui ciascun nucleo familiare si trova a vivere.

Malerba, G., Platoni, S., Segnali di disagio economico nel tenore di vita delle famiglie italiane: un confronto tra regioni, <<Quaderno dell'Istituto di Politica Economica>>, 2003; (41): 1-65 [http://hdl.handle.net/10807/26212]

Segnali di disagio economico nel tenore di vita delle famiglie italiane: un confronto tra regioni

Malerba, Giuseppina;Platoni, Silvia
2003

Abstract

L’obiettivo della prima parte di questo lavoro è il tentativo, da un lato, di superare il concetto di bisogno economico come variabile unidimensionale e, dall’altro, di andare oltre l’idea di una soglia di povertà relativa, sopra la quale la famiglia esca automaticamente dall’area del bisogno e della privazione economica per entrare in quella della “normalità”, più o meno vincolata dal punto di vista delle risorse disponibili. Abbiamo l’impressione però che tale area di relativo indebolimento nel tenore di vita delle famiglie, se attentamente valutata, non possa essere prerogativa solo di alcune realtà territoriali e regionali, come sembrerebbe emergere qualora si vadano a considerare solo gli indicatori standard di povertà. Oggetto della seconda parte di questo lavoro è infatti quello di valutare la rilevanza dei segnali di disagio economico nel tenore di vita delle famiglie con riferimento a due differenti regioni italiane che esprimono nell’opinione comune forse le due realtà territoriali più distanti, cioè Lombardia, da un lato, e Campania, dall’altro. Renderemo evidente, nella parte conclusiva del lavoro, come sia necessario tenere distinti i divari regionali di povertà a livello macroeconomico dalle carenze di benessere che toccano in modo differenziato le famiglie sul territorio e che non possono prescindere da valutazioni microeconomiche sul differente tenore di vita e sulla diversa realtà occupazionale, creditizia e di opportunità relazionali in cui ciascun nucleo familiare si trova a vivere.
2003
Italiano
Malerba, G., Platoni, S., Segnali di disagio economico nel tenore di vita delle famiglie italiane: un confronto tra regioni, <<Quaderno dell'Istituto di Politica Economica>>, 2003; (41): 1-65 [http://hdl.handle.net/10807/26212]
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