Il tema della valutazione in campo educativo e formativo è da tempo al centro del dibattito, non solo fra gli addetti ai lavori ma anche dell’opinione pubblica. La valutazione intercetta l’interesse di diversi attori: quanti finanziano, intenzionati a conoscere se le risorse investite hanno generato i risultati desiderati, quanti operano all’interno delle diverse realtà, preoccupati di garantire un servizio di qualità, quanti fruiscono del servizio, desiderosi di trovare una risposta ai loro bisogni e quanti studiano i sistemi, i processi e le pratiche da un punto di vista scientifico intenzionati a soddisfare un interesse conoscitivo o a rispondere ad mandato più o meno formale. A livello della letteratura scientifica ma anche della comunicazione mediatica nel tempo non sono mancate osservazioni critiche rispetto allo stato dell’arte della valutazione nel nostro Paese; a turno, si è detto che si valuta poco, che si valuta male o che si valuta troppo fino a parlare di una vera e propria ossessione e tirannia della valutazione. In un quadro dominato dalla complessità e dalla non linearità, per chi ambisce a fare ricerca scientifica sui temi valutativi, può essere utile interrogarsi su alcune questioni che talvolta rischiano di rimanere in ombra a causa di una enfasi eccessiva sugli aspetti tecnici e procedurali; questi ultimi – merita chiarirlo – sono senza dubbio importanti per progettare e implementare un buon studio valutativo ma devono trovare collocazione all’interno di una cornice di senso (teoria della valutazione) che è sovraordinata.
Montalbetti, K., Cosa conta davvero quando valutiamo, in Fabbri, M., Malavasi, P., Rosa, A., Vannini, I. (ed.), Sistemi educativi, Orientamento, Lavoro, Pensa MultiMedia, Lecce 2023: 336- 339 [https://hdl.handle.net/10807/257978]
Cosa conta davvero quando valutiamo
Montalbetti, Katia
2023
Abstract
Il tema della valutazione in campo educativo e formativo è da tempo al centro del dibattito, non solo fra gli addetti ai lavori ma anche dell’opinione pubblica. La valutazione intercetta l’interesse di diversi attori: quanti finanziano, intenzionati a conoscere se le risorse investite hanno generato i risultati desiderati, quanti operano all’interno delle diverse realtà, preoccupati di garantire un servizio di qualità, quanti fruiscono del servizio, desiderosi di trovare una risposta ai loro bisogni e quanti studiano i sistemi, i processi e le pratiche da un punto di vista scientifico intenzionati a soddisfare un interesse conoscitivo o a rispondere ad mandato più o meno formale. A livello della letteratura scientifica ma anche della comunicazione mediatica nel tempo non sono mancate osservazioni critiche rispetto allo stato dell’arte della valutazione nel nostro Paese; a turno, si è detto che si valuta poco, che si valuta male o che si valuta troppo fino a parlare di una vera e propria ossessione e tirannia della valutazione. In un quadro dominato dalla complessità e dalla non linearità, per chi ambisce a fare ricerca scientifica sui temi valutativi, può essere utile interrogarsi su alcune questioni che talvolta rischiano di rimanere in ombra a causa di una enfasi eccessiva sugli aspetti tecnici e procedurali; questi ultimi – merita chiarirlo – sono senza dubbio importanti per progettare e implementare un buon studio valutativo ma devono trovare collocazione all’interno di una cornice di senso (teoria della valutazione) che è sovraordinata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.