Il testo mette a fuoco l’incidenza della lettura lacaniana dell’inconscio freudiano, nelle sue esplicitazioni e nella prospettiva che innova, nelle sue novità e nelle sue aporie. La formula ben nota, "l’inconscio strutturato come un linguaggio", è famosa, ma non è che una porta d'entrata_ Ad essa ha poi fatto seguito un'altra tesi, quella de "l'inconscio reale", quasi dissonante apparentemente, in ogni caso decisamente inedita rispetto a quel che la precede, frutto di un lavoro complesso, che si è valso di strumenti molteplici, dalla linguistica alla topologia, che rendono il percorso irto e insieme affascinante. Perché un simile passo? Cercando il filo d'Arianna di questa traiettoria in quel che restava impensato in ciascuna tappa di un insegnamento sempre in elaborazione, il testo elucida le questioni implicite che, ad ogni passo, animano e fondano il cammino, traccia le linee che ne conseguono per la clinica del soggetto, dei sintomi, degli affetti, e per la pratica della cura oggi, il suo fine e -cosa spesso difficile da intendere dal clinico- la sua portata politica. Se molti, dopo Freud, hanno pensato di reinventare la psicoanalisi, questo lavoro fa valere ciò che di questa reinvenzione è riuscito e la prospettiva che può disegnare per il travagliato soggetto della modernità.
Maiocchi, M. T., Marone, F., Lacan, l'inconscio reinventato, / traduzione di Soler, C., "Lacan, l'inconscient réinventé", in Soler, C., Lacan, l'inconscio reinventato, Franco Angeli, Milano, 2010: 1-224 [http://hdl.handle.net/10807/25379]
Lacan, l'inconscio reinventato
Maiocchi, Maria Teresa;
2010
Abstract
Il testo mette a fuoco l’incidenza della lettura lacaniana dell’inconscio freudiano, nelle sue esplicitazioni e nella prospettiva che innova, nelle sue novità e nelle sue aporie. La formula ben nota, "l’inconscio strutturato come un linguaggio", è famosa, ma non è che una porta d'entrata_ Ad essa ha poi fatto seguito un'altra tesi, quella de "l'inconscio reale", quasi dissonante apparentemente, in ogni caso decisamente inedita rispetto a quel che la precede, frutto di un lavoro complesso, che si è valso di strumenti molteplici, dalla linguistica alla topologia, che rendono il percorso irto e insieme affascinante. Perché un simile passo? Cercando il filo d'Arianna di questa traiettoria in quel che restava impensato in ciascuna tappa di un insegnamento sempre in elaborazione, il testo elucida le questioni implicite che, ad ogni passo, animano e fondano il cammino, traccia le linee che ne conseguono per la clinica del soggetto, dei sintomi, degli affetti, e per la pratica della cura oggi, il suo fine e -cosa spesso difficile da intendere dal clinico- la sua portata politica. Se molti, dopo Freud, hanno pensato di reinventare la psicoanalisi, questo lavoro fa valere ciò che di questa reinvenzione è riuscito e la prospettiva che può disegnare per il travagliato soggetto della modernità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.