Non sempre nella clinica viene colta fino in fondo la necessità di isolare un momento specifico, preliminare al lavoro della cura, un tempo strategico della domanda. Questo tempo dell'inizio, se definisce accordi e motivazioni del 'contratto terapeutico', deve soprattutto toccare il punto sensibile che porta un soggetto a decidere, a scegliere per il 'viaggio' della cura. La cattura del sofferente nel tecnicismo variopinto dei "trattamenti" oggi sul mercato rende ancor più opaco il momento in cui un soggetto arriva a chiedersi se può volere un cambiamento. La clinica ad orientamento psicoanalitico deve quindi prima di tutto saper leggere la domanda, per quanto implicita, non articolata, spostata, generica, o perfino assente. I primi colloqui, spazio clinico effettivo, sono presi nella logica di un tempo per comprendere, dove sia messa in causa la verità del malessere e orienti il soggetto a scegliere per la cura. Il colloquio preliminare apre quindi lo spazio di una decisione. Il termine "rettifica" - introdotto da Lacan - indica questa manovra, che provoca il soggetto a interrogarsi sulla parte che lui stesso ha nel disordine che denuncia. Quali sono le coordinate di un ascolto che sappia implicare questo reale nella domanda? La posizione soggettiva dell'operatore risulta essenziale: qui la clinica coincide con l'etica, specialmente dove la domanda prende la forma estrema del rifiuto. I contributi qui raccolti provano a delimitare lo spazio di questo preliminare, come scommessa attuale della clinica, oggi poco attraversabile dalla domanda. A partire dal campo aperto dall'esperienza freudiana, l'insegnamento di Jacques Lacan, lettore di Freud, costituisce l'orientamento di questa strategia.

Maiocchi, M. T., A mezzo dire..., in Maiocchi, M. T. (ed.), Il lavoro di apertura. Per una strategia dei preliminari, Franco Angeli, Milano 1999: 5- 293 [http://hdl.handle.net/10807/25144]

A mezzo dire...

Maiocchi, Maria Teresa
1999

Abstract

Non sempre nella clinica viene colta fino in fondo la necessità di isolare un momento specifico, preliminare al lavoro della cura, un tempo strategico della domanda. Questo tempo dell'inizio, se definisce accordi e motivazioni del 'contratto terapeutico', deve soprattutto toccare il punto sensibile che porta un soggetto a decidere, a scegliere per il 'viaggio' della cura. La cattura del sofferente nel tecnicismo variopinto dei "trattamenti" oggi sul mercato rende ancor più opaco il momento in cui un soggetto arriva a chiedersi se può volere un cambiamento. La clinica ad orientamento psicoanalitico deve quindi prima di tutto saper leggere la domanda, per quanto implicita, non articolata, spostata, generica, o perfino assente. I primi colloqui, spazio clinico effettivo, sono presi nella logica di un tempo per comprendere, dove sia messa in causa la verità del malessere e orienti il soggetto a scegliere per la cura. Il colloquio preliminare apre quindi lo spazio di una decisione. Il termine "rettifica" - introdotto da Lacan - indica questa manovra, che provoca il soggetto a interrogarsi sulla parte che lui stesso ha nel disordine che denuncia. Quali sono le coordinate di un ascolto che sappia implicare questo reale nella domanda? La posizione soggettiva dell'operatore risulta essenziale: qui la clinica coincide con l'etica, specialmente dove la domanda prende la forma estrema del rifiuto. I contributi qui raccolti provano a delimitare lo spazio di questo preliminare, come scommessa attuale della clinica, oggi poco attraversabile dalla domanda. A partire dal campo aperto dall'esperienza freudiana, l'insegnamento di Jacques Lacan, lettore di Freud, costituisce l'orientamento di questa strategia.
1999
Italiano
Il lavoro di apertura. Per una strategia dei preliminari
9788846414618
Maiocchi, M. T., A mezzo dire..., in Maiocchi, M. T. (ed.), Il lavoro di apertura. Per una strategia dei preliminari, Franco Angeli, Milano 1999: 5- 293 [http://hdl.handle.net/10807/25144]
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