Lo scoppio della pandemia da Covid-19 e le successive misure restrittive finalizzate a contenere il contagio hanno ingenerato un repentino e significativo rallentamento dell’economia mondiale e italiana in particolare. Per fronteggiare questi effetti economici il Governo italiano, contestualmente ai Governi di altri paesi europei, ha tempestivamente approvato specifiche misure volte a favorire imprese e privati che necessitavano di liquidità. Tra le principali misure introdotte assumono rilievo quelle relative alla concessione di garanzie statali sui finanziamenti (attraverso garanzie SACE e fondi di garanzia per le PMI) e le misure di moratoria, parziale o totale, dei finanziamenti, in regime di neutralità attuariale. Le misure relative alla moratoria del credito hanno avuto un impatto positivo nel mantenere condizioni di liquidità nel sistema economico. Si è trattato di un intervento particolarmente rilevante anche sul piano quantitativo. L’introduzione di misure di moratoria ha prodotto impatti significativi sulle strategie e sugli obiettivi delle politiche di gestione dei rischi di credito delle banche. Bisogna infatti considerare che – sulla base di prime stime formulate dagli operatori di mercato – circa il 20% dei crediti oggetto di moratoria potrebbe risultare a rischio; se ciò accadesse, le banche si troverebbero a dover gestire di colpo una preoccupante ondata di nuovi NPL. Un cliff effect che gli istituti stanno cercando di evitare azionando rimedi che coinvolgono l’intera organizzazione della gestione del credito. Per tali ragioni, notevole attenzione è stata prestata da parte delle Autorità di Vigilanza nazionali ed europee per i possibili effetti di deterioramento delle controparti che, a fronte della sospensione dei pagamenti, potrebbero non essere puntualmente e prontamente intercettati dagli intermediari. La principale preoccupazione è costituita dai potenziali effetti che il deterioramento dei debitori – non percepito a seguito della sospensione dei pagamenti – potrebbe ingenerare allo scadere delle misure governative sulla tenuta degli intermediari finanziari. A fronte di tale situazione, già nel 2020 le banche, sia pure seguendo approcci differenziati, hanno portato avanti misure di carattere prudenziale sui bilanci, hanno introdotto rettifiche straordinarie al valore dei crediti e hanno rivisto i processi di classificazione e di assegnazione dell’attributo forborne (crediti oggetto di concessione). Ciò allo scopo di prepararsi al temuto cliff effect derivante dal successivo allentamento delle misure di favore. Il lavoro, dopo aver evidenziato che il ricorso a misure di moratoria non è un fenomeno nuovo per il sistema bancario italiano, si sofferma sul modello di determinazione delle rettifiche sui crediti disegnato dall’IFRS 9. Muovendo da tale quadro sono, dapprima, esaminati i riflessi contabili degli interventi delle Autorità di Vigilanza sul trattamento delle esposizioni oggetto di moratoria e, poi, ricostruiti i comportamenti di bilancio di alcuni dei principali istituti di credito italiani, a partire dai dati comunicati nelle loro relazioni finanziarie e di vigilanza. Al termine, sono formulate alcune riflessioni sul percorso di uscita dal regime di moratoria, che in funzione della posizione dei diversi istituti potrebbe dare origine a rilasci strumentali di accantonamenti precedenti.

Lionzo, A., Le moratorie Covid-19: i riflessi sulle politiche di bilancio bancarie, in Cesarini, F., Beccalli, E. (ed.), Il sistema finanziario europeo nella prospettiva post-Covid, Società Editrice il Mulino spa, Torino 2022: 2022 43- 66 [https://hdl.handle.net/10807/245314]

Le moratorie Covid-19: i riflessi sulle politiche di bilancio bancarie

Lionzo, Andrea
2022

Abstract

Lo scoppio della pandemia da Covid-19 e le successive misure restrittive finalizzate a contenere il contagio hanno ingenerato un repentino e significativo rallentamento dell’economia mondiale e italiana in particolare. Per fronteggiare questi effetti economici il Governo italiano, contestualmente ai Governi di altri paesi europei, ha tempestivamente approvato specifiche misure volte a favorire imprese e privati che necessitavano di liquidità. Tra le principali misure introdotte assumono rilievo quelle relative alla concessione di garanzie statali sui finanziamenti (attraverso garanzie SACE e fondi di garanzia per le PMI) e le misure di moratoria, parziale o totale, dei finanziamenti, in regime di neutralità attuariale. Le misure relative alla moratoria del credito hanno avuto un impatto positivo nel mantenere condizioni di liquidità nel sistema economico. Si è trattato di un intervento particolarmente rilevante anche sul piano quantitativo. L’introduzione di misure di moratoria ha prodotto impatti significativi sulle strategie e sugli obiettivi delle politiche di gestione dei rischi di credito delle banche. Bisogna infatti considerare che – sulla base di prime stime formulate dagli operatori di mercato – circa il 20% dei crediti oggetto di moratoria potrebbe risultare a rischio; se ciò accadesse, le banche si troverebbero a dover gestire di colpo una preoccupante ondata di nuovi NPL. Un cliff effect che gli istituti stanno cercando di evitare azionando rimedi che coinvolgono l’intera organizzazione della gestione del credito. Per tali ragioni, notevole attenzione è stata prestata da parte delle Autorità di Vigilanza nazionali ed europee per i possibili effetti di deterioramento delle controparti che, a fronte della sospensione dei pagamenti, potrebbero non essere puntualmente e prontamente intercettati dagli intermediari. La principale preoccupazione è costituita dai potenziali effetti che il deterioramento dei debitori – non percepito a seguito della sospensione dei pagamenti – potrebbe ingenerare allo scadere delle misure governative sulla tenuta degli intermediari finanziari. A fronte di tale situazione, già nel 2020 le banche, sia pure seguendo approcci differenziati, hanno portato avanti misure di carattere prudenziale sui bilanci, hanno introdotto rettifiche straordinarie al valore dei crediti e hanno rivisto i processi di classificazione e di assegnazione dell’attributo forborne (crediti oggetto di concessione). Ciò allo scopo di prepararsi al temuto cliff effect derivante dal successivo allentamento delle misure di favore. Il lavoro, dopo aver evidenziato che il ricorso a misure di moratoria non è un fenomeno nuovo per il sistema bancario italiano, si sofferma sul modello di determinazione delle rettifiche sui crediti disegnato dall’IFRS 9. Muovendo da tale quadro sono, dapprima, esaminati i riflessi contabili degli interventi delle Autorità di Vigilanza sul trattamento delle esposizioni oggetto di moratoria e, poi, ricostruiti i comportamenti di bilancio di alcuni dei principali istituti di credito italiani, a partire dai dati comunicati nelle loro relazioni finanziarie e di vigilanza. Al termine, sono formulate alcune riflessioni sul percorso di uscita dal regime di moratoria, che in funzione della posizione dei diversi istituti potrebbe dare origine a rilasci strumentali di accantonamenti precedenti.
2022
Italiano
Il sistema finanziario europeo nella prospettiva post-Covid
9788815383198
Società Editrice il Mulino spa
2022
Lionzo, A., Le moratorie Covid-19: i riflessi sulle politiche di bilancio bancarie, in Cesarini, F., Beccalli, E. (ed.), Il sistema finanziario europeo nella prospettiva post-Covid, Società Editrice il Mulino spa, Torino 2022: 2022 43- 66 [https://hdl.handle.net/10807/245314]
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