Il primo maggio 2004 l’Unione europea ha assistito all’ingresso contemporaneo di ben dieci nuovi paesi, alzando così il numero dei suoi Stati membri da quindici a venticinque e le lingue ufficiali da undici a venti. Spostando i suoi confini ad est ha cambiato la propria fisionomia ma ha mantenuto immutati i suoi obiettivi e i suoi valori. Esistono, tuttavia, ancora delle barriere che continuano a separare il popolo europeo piuttosto che unirlo, ovvero le barriere linguistiche. Le lingue continuano ad essere la più evidente manifestazione delle diversità che caratterizza uno stato europeo rispetto ad un altro. Questa diversità è da rispettare ed è necessaria per contrastare un’omogeneizzazione linguistica e culturale, ma spesso rimane il principale ostacolo che impedisce una completa integrazione europea. Come è dunque possibile costruire una politica linguistica che rispetti la diversità linguistica ma che non sia una forza disgregante che ostacoli l’integrazione? E che ruolo riveste l’inglese, che si è già da tempo consolidato come lingua franca a livello internazionale e che sta facendo sempre più breccia sulla scena europea. Pur avendo intrapreso varie iniziative relative alle lingue, l’Unione europea non ha a tutt’oggi stabilito con precisione i principali contorni di quella che dovrebbe essere una politica linguistica. La questione rimane aperta dunque e i segnali che provengono da queste iniziative sono contrastanti: accanto a dichiarazioni che esprimono l’eguaglianza delle venti lingue ufficiali e ad iniziative per la promozione delle lingue nazionali, minoritarie e regionali, altri segnali indicano che in realtà alcune di esse godono di una considerazione e di uno status particolare. Ma forse per meglio definire lo stato attuale del multilinguismo all’interno dell’Unione europea potremmo mutuare una frase famosa di Napoleone, il maiale protagonista del romanzo Animal Farm di George Orwell: “Tutte le lingue sono uguali, ma alcune sono più uguali di altre”.

Ulrych, M., L'inglese fra realtà e utopia, in Cambiaghi, B., Milani, C., Pontani, P. (ed.), Europa plurilingue. Comunicazione e didattica, Vita e Pensiero, Milano 2005: 109- 135 [http://hdl.handle.net/10807/24196]

L'inglese fra realtà e utopia

Ulrych, Margherita
2005

Abstract

Il primo maggio 2004 l’Unione europea ha assistito all’ingresso contemporaneo di ben dieci nuovi paesi, alzando così il numero dei suoi Stati membri da quindici a venticinque e le lingue ufficiali da undici a venti. Spostando i suoi confini ad est ha cambiato la propria fisionomia ma ha mantenuto immutati i suoi obiettivi e i suoi valori. Esistono, tuttavia, ancora delle barriere che continuano a separare il popolo europeo piuttosto che unirlo, ovvero le barriere linguistiche. Le lingue continuano ad essere la più evidente manifestazione delle diversità che caratterizza uno stato europeo rispetto ad un altro. Questa diversità è da rispettare ed è necessaria per contrastare un’omogeneizzazione linguistica e culturale, ma spesso rimane il principale ostacolo che impedisce una completa integrazione europea. Come è dunque possibile costruire una politica linguistica che rispetti la diversità linguistica ma che non sia una forza disgregante che ostacoli l’integrazione? E che ruolo riveste l’inglese, che si è già da tempo consolidato come lingua franca a livello internazionale e che sta facendo sempre più breccia sulla scena europea. Pur avendo intrapreso varie iniziative relative alle lingue, l’Unione europea non ha a tutt’oggi stabilito con precisione i principali contorni di quella che dovrebbe essere una politica linguistica. La questione rimane aperta dunque e i segnali che provengono da queste iniziative sono contrastanti: accanto a dichiarazioni che esprimono l’eguaglianza delle venti lingue ufficiali e ad iniziative per la promozione delle lingue nazionali, minoritarie e regionali, altri segnali indicano che in realtà alcune di esse godono di una considerazione e di uno status particolare. Ma forse per meglio definire lo stato attuale del multilinguismo all’interno dell’Unione europea potremmo mutuare una frase famosa di Napoleone, il maiale protagonista del romanzo Animal Farm di George Orwell: “Tutte le lingue sono uguali, ma alcune sono più uguali di altre”.
2005
Italiano
Europa plurilingue. Comunicazione e didattica
9788834312551
Ulrych, M., L'inglese fra realtà e utopia, in Cambiaghi, B., Milani, C., Pontani, P. (ed.), Europa plurilingue. Comunicazione e didattica, Vita e Pensiero, Milano 2005: 109- 135 [http://hdl.handle.net/10807/24196]
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