Il libro ricostruisce la storia dei primi vent’anni di vita (1913-1933) di «Pro Infantia», periodico per le maestre d’asilo che ha segnato per un secolo il dibattito pedagogico sull’educazione prescolastica. Dopo la messa a fuoco delle ragioni che spinsero l’editrice La Scuola di Brescia a promuovere, sul finire dell’età giolittiana, una rivista per le educatrici d’infanzia, esso ne delinea le prese di posizione in merito ad alcune fasi della vita politica nazionale (prima guerra mondiale, fascismo) e alla normativa scolastica coeva (programmi ministeriali per gli asili del 1914, riforma Gentile) e fa emergere le difficoltà che il giornale riscontrò nell’individuare un metodo didattico in sintonia con i propri ideali educativi. L’indagine si chiude agli inizi degli anni Trenta quando «Pro Infantia», dopo avere via via abbandonato il metodo froebeliano ed espresso una dura critica dell’indirizzo montessoriano, in precedenza apprezzato, sposò quello agazziano, reinterpretato secondo i canoni della tradizione cattolica.
Bressanelli, R. G., L’«intrapresa ardita». La rivista per gli asili «Pro Infantia» nel suo primo ventennio di vita (1913-1933), Pensa MultiMedia Editore s.r.l., Lecce 2023:<<EMBLEMI>>, 369 [https://hdl.handle.net/10807/236110]
L’«intrapresa ardita». La rivista per gli asili «Pro Infantia» nel suo primo ventennio di vita (1913-1933)
Bressanelli, Renata Giovanna
2023
Abstract
Il libro ricostruisce la storia dei primi vent’anni di vita (1913-1933) di «Pro Infantia», periodico per le maestre d’asilo che ha segnato per un secolo il dibattito pedagogico sull’educazione prescolastica. Dopo la messa a fuoco delle ragioni che spinsero l’editrice La Scuola di Brescia a promuovere, sul finire dell’età giolittiana, una rivista per le educatrici d’infanzia, esso ne delinea le prese di posizione in merito ad alcune fasi della vita politica nazionale (prima guerra mondiale, fascismo) e alla normativa scolastica coeva (programmi ministeriali per gli asili del 1914, riforma Gentile) e fa emergere le difficoltà che il giornale riscontrò nell’individuare un metodo didattico in sintonia con i propri ideali educativi. L’indagine si chiude agli inizi degli anni Trenta quando «Pro Infantia», dopo avere via via abbandonato il metodo froebeliano ed espresso una dura critica dell’indirizzo montessoriano, in precedenza apprezzato, sposò quello agazziano, reinterpretato secondo i canoni della tradizione cattolica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.