Nel capitolo si parla della competenza etica come capacità di tradurre i princìpi educativi fondamentali in pratiche collaborative e strumenti tecnici. La deontologia di un educatore si misura nella chiarezza con cui riesce a tenere presenti i princìpi educativi, ma il lavoro educativo è a ben vedere intessuto di dilemmi etici, ovvero di configurazioni logiche in cui non è possibile operare una scelta chiaramente migliore delle altre. Ogni volta è necessario agire con responsabilità e negoziando le scelte con gli attori coinvolti, esercitando così capacità specifiche di mediazione e di coerenza. Al singolo operatore è quindi, innanzitutto, richiesta la capacità di mettere in gioco i propri valori, di sostenere le proprie posizioni, ma anche di negoziare soluzioni di compromesso e poi farsi portatore convinto delle decisioni prese insieme. Per quanto concerne gli strumenti tecnici, viene trattato, a titolo esemplificativo, il Progetto Educativo Individualizzato, che richiede all’operatore di saper formulare obiettivi raggiungibili e basati sulla conoscenza della persona e del contesto educativo, di saper stimare i tempi di maturazione e di saper attendere, di saper creare e verificare con umiltà e prudenza alcuni indicatori necessari a monitorare il percorso educativo, a saper triangolare e tenere traccia attraverso gli strumenti di differimento/deferimento creando così una memoria significativa per la persona e per gli attori coinvolti. In un “ping pong” relazionale continuo, l’educatore deve anche avere chiari i passaggi per far sì che ogni progetto educativo abbia un ciclo di vita sostenuto dalla relazione. La deontologia professionale impone di evitare a tutti i costi questi rischi, e la competenza etica fornisce all’operatore la capacità di incorporare il più possibile, nei suoi strumenti e modalità di lavoro, i valori che ha scelto di incarnare. È sempre possibile commettere errori ma è necessario vigilare poiché i rischi sono ampi: confondere i soggetti, le responsabilità, pretendere e non avere pazienza, non avere memoria, avere un approccio aneddotico e non credibile, non tenere presente il percorso, precludere la collaborazione.
Serrelli, E., Deontologia e competenza etica dell'educatore, in Cadei, L., Simeone, D., Serrelli, E., Abeni, L. (ed.), L'altro educatore. Verso le competenze di secondo livello, Scholé, Brescia 2022: 191- 225 [https://hdl.handle.net/10807/232616]
Deontologia e competenza etica dell'educatore
Serrelli, Emanuele
2022
Abstract
Nel capitolo si parla della competenza etica come capacità di tradurre i princìpi educativi fondamentali in pratiche collaborative e strumenti tecnici. La deontologia di un educatore si misura nella chiarezza con cui riesce a tenere presenti i princìpi educativi, ma il lavoro educativo è a ben vedere intessuto di dilemmi etici, ovvero di configurazioni logiche in cui non è possibile operare una scelta chiaramente migliore delle altre. Ogni volta è necessario agire con responsabilità e negoziando le scelte con gli attori coinvolti, esercitando così capacità specifiche di mediazione e di coerenza. Al singolo operatore è quindi, innanzitutto, richiesta la capacità di mettere in gioco i propri valori, di sostenere le proprie posizioni, ma anche di negoziare soluzioni di compromesso e poi farsi portatore convinto delle decisioni prese insieme. Per quanto concerne gli strumenti tecnici, viene trattato, a titolo esemplificativo, il Progetto Educativo Individualizzato, che richiede all’operatore di saper formulare obiettivi raggiungibili e basati sulla conoscenza della persona e del contesto educativo, di saper stimare i tempi di maturazione e di saper attendere, di saper creare e verificare con umiltà e prudenza alcuni indicatori necessari a monitorare il percorso educativo, a saper triangolare e tenere traccia attraverso gli strumenti di differimento/deferimento creando così una memoria significativa per la persona e per gli attori coinvolti. In un “ping pong” relazionale continuo, l’educatore deve anche avere chiari i passaggi per far sì che ogni progetto educativo abbia un ciclo di vita sostenuto dalla relazione. La deontologia professionale impone di evitare a tutti i costi questi rischi, e la competenza etica fornisce all’operatore la capacità di incorporare il più possibile, nei suoi strumenti e modalità di lavoro, i valori che ha scelto di incarnare. È sempre possibile commettere errori ma è necessario vigilare poiché i rischi sono ampi: confondere i soggetti, le responsabilità, pretendere e non avere pazienza, non avere memoria, avere un approccio aneddotico e non credibile, non tenere presente il percorso, precludere la collaborazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.