Scoperta nel luglio del 1826, la Vittoria Alata è uno dei pochi bronzi di grandi dimensioni conservatosi sino ai nostri giorni. Riproduce una figura femminile, identificata con la dea romana della Vittoria, rappresentata nell’atto di scrivere il nome del vincitore su di uno scudo, ora mancante. La presenza di questo straordinario bronzo a Brescia sembra legata al dono che potrebbe avere fatto alla città dopo il 69 d. C. l’imperatore Vespasiano, come ex voto per il successo militare ottenuto tra Brescia e Cremona sugli eserciti rivali di Ottone e Vitellio. Studi recenti sembrano propendere per un’ attribuzione dell’opera a maestranze operanti in età giulio-claudia.
Morandini, F., La più bella e la più grande di tutte le statue in bronzo, in Morandini, F., Patera, A. (ed.), Il restauro dei grandi bronzi archeologici. Laboratorio aperto per la Vittoria Alata di Brescia, Edifir, Firenze 2020: 21- 34 [https://hdl.handle.net/10807/231856]
La più bella e la più grande di tutte le statue in bronzo
Morandini, Francesca
2020
Abstract
Scoperta nel luglio del 1826, la Vittoria Alata è uno dei pochi bronzi di grandi dimensioni conservatosi sino ai nostri giorni. Riproduce una figura femminile, identificata con la dea romana della Vittoria, rappresentata nell’atto di scrivere il nome del vincitore su di uno scudo, ora mancante. La presenza di questo straordinario bronzo a Brescia sembra legata al dono che potrebbe avere fatto alla città dopo il 69 d. C. l’imperatore Vespasiano, come ex voto per il successo militare ottenuto tra Brescia e Cremona sugli eserciti rivali di Ottone e Vitellio. Studi recenti sembrano propendere per un’ attribuzione dell’opera a maestranze operanti in età giulio-claudia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.