Il contributo, che riporta alcune tematiche affrontate nell’ambito della Summer School del 2020 a Piateda, presenta alcune riflessioni sul rapporto tra Archeologia e Paesaggio cercando di focalizzare l’attenzione sul contributo specifico della disciplina e dello scavo archeologico nella corretta ricostruzione di questo contesto. Viene poi illustrata la ricaduta di questo approccio metodologico sull’analisi di alcuni contesti di altura e di paesaggi minerari antichi e sulle possibili implicazioni di alcuni indirizzi ricerca approssimativi o equivoci nella “percezione” dell’antico sulle comunità locali e sul pensiero contemporaneo. Si segnala viceversa come l’archeologia sia in grado, possedendo metodi e strumenti adeguati, di rispondere con i dati delle sue ricerche alle derive di una memoria collettiva che, “vuota” di dati scientifici, diviene spesso motore di indirizzi scorretti e di ricadute tendenziose.
Baratti, G., Archeologia dei paesaggi d’altura e del ferro, spunti metodologici, in Paolo De Ving, P. D. V. (ed.), LE RADICI DELLA TERRA. LE MINIERE OROBICHE VALTELLINESI DA RISORSA ECONOMICA A PATRIMONIO CULTURALE DELLE COMUNITÀ TRA MEDIOEVO ED ETÀ CONTEMPORANEA, FRANCO ANGELI EDITORE, MILANO -- ITA 2022: 123- 152 [https://hdl.handle.net/10807/230656]
Archeologia dei paesaggi d’altura e del ferro, spunti metodologici
Baratti, Giorgio
2022
Abstract
Il contributo, che riporta alcune tematiche affrontate nell’ambito della Summer School del 2020 a Piateda, presenta alcune riflessioni sul rapporto tra Archeologia e Paesaggio cercando di focalizzare l’attenzione sul contributo specifico della disciplina e dello scavo archeologico nella corretta ricostruzione di questo contesto. Viene poi illustrata la ricaduta di questo approccio metodologico sull’analisi di alcuni contesti di altura e di paesaggi minerari antichi e sulle possibili implicazioni di alcuni indirizzi ricerca approssimativi o equivoci nella “percezione” dell’antico sulle comunità locali e sul pensiero contemporaneo. Si segnala viceversa come l’archeologia sia in grado, possedendo metodi e strumenti adeguati, di rispondere con i dati delle sue ricerche alle derive di una memoria collettiva che, “vuota” di dati scientifici, diviene spesso motore di indirizzi scorretti e di ricadute tendenziose.File | Dimensione | Formato | |
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