L’Italia, negli ultimi 30 anni, ha sperimentato una forte crescita della popolazione immigrata, tanto che gli stranieri residenti, passati dai 625.000 del 1991 ai quasi 5,2 milioni del 2021, superano oggi l’8,8% della popolazione nazionale. Agli albori del fenomeno migratorio, la popolazione che entrava in Italia era costituita principalmente da giovani maschi in cerca di occupazione. Molti di loro, una volta sistemati nel paese, sono stati raggiunti dalle loro famiglie o ne hanno creata una nuova in Italia. Ciò ha contribuito, con il passare del tempo, a fare crescere anche il numero di giovani di origine straniera in età scolare che vivono nel nostro paese, sia perché immigrati al seguito delle madri che si ricongiungevano a mariti e compagni (immigrati di prima generazione), sia perché nati in Italia da genitori immigrati (immigrati di seconda generazione). Di conseguenza, l’immigrazione ha avuto un impatto rilevante anche sul sistema scolastico italiano, nel quale gli studenti stranieri sono passati dai 25.000 del 1991 agli oltre 860.000 del 2019. Questi studenti rappresentano oggi circa il 10% della popolazione scolastica complessiva, con una incidenza che varia dall’11,5% nella scuola primaria al 7,4% nella secondaria di secondo grado e che cambia molto tra contesti territoriali (Santagati e Colussi, 2020). anche quando si tenga conto delle caratteristiche personali e dei risultati scolastici, gli studenti stranieri di prima generazione hanno una minore probabilità di scegliere una scuola superiore liceale, che garantisce un più facile accesso all’università, rispetto ai loro colleghi italiani. La differenza rispetto agli italiani si riduce per gli studenti di seconda generazione, ma non si annulla del tutto. Inoltre, questa tendenza sembra più accentuata nel caso delle ragazze straniere, piuttosto che dei maschi. Abbiamo osservato che gli studenti stranieri, a parità di risultati conseguiti nei test Invalsi, ottengono dai loro insegnanti voti più bassi rispetto ai loro omologhi italiani. Inoltre, i voti più bassi sembrano influenzare anche i consigli orientativi, che indirizzano con maggiore frequenza gli studenti immigrati verso scuole dalle quali la probabilità di accedere all’università è più bassa (e.g. gli istituti professionali). Inoltre, le differenze nelle scelte scolastiche tra studenti stranieri e italiani permangano anche quando si considerino solo gli studenti che hanno ottenuto dagli insegnanti il consiglio orientativo di frequentare un liceo.
Aktas, K., Argentin, G., Barbetta, G., Barbieri, G., Colombo, L. V. A., Gli studenti di origine straniera e la scelta della scuola superiore, in Massimo Bordignon, L. C. (ed.), Per una migliore integrazione – Scuola, salute e politica a fronte dell’immigrazione, Vita e Pensiero, Milano 2022: 15- 39 [https://hdl.handle.net/10807/230211]
Gli studenti di origine straniera e la scelta della scuola superiore
Barbetta, Gianpaolo;Colombo, Luca Vittorio Angelo
2022
Abstract
L’Italia, negli ultimi 30 anni, ha sperimentato una forte crescita della popolazione immigrata, tanto che gli stranieri residenti, passati dai 625.000 del 1991 ai quasi 5,2 milioni del 2021, superano oggi l’8,8% della popolazione nazionale. Agli albori del fenomeno migratorio, la popolazione che entrava in Italia era costituita principalmente da giovani maschi in cerca di occupazione. Molti di loro, una volta sistemati nel paese, sono stati raggiunti dalle loro famiglie o ne hanno creata una nuova in Italia. Ciò ha contribuito, con il passare del tempo, a fare crescere anche il numero di giovani di origine straniera in età scolare che vivono nel nostro paese, sia perché immigrati al seguito delle madri che si ricongiungevano a mariti e compagni (immigrati di prima generazione), sia perché nati in Italia da genitori immigrati (immigrati di seconda generazione). Di conseguenza, l’immigrazione ha avuto un impatto rilevante anche sul sistema scolastico italiano, nel quale gli studenti stranieri sono passati dai 25.000 del 1991 agli oltre 860.000 del 2019. Questi studenti rappresentano oggi circa il 10% della popolazione scolastica complessiva, con una incidenza che varia dall’11,5% nella scuola primaria al 7,4% nella secondaria di secondo grado e che cambia molto tra contesti territoriali (Santagati e Colussi, 2020). anche quando si tenga conto delle caratteristiche personali e dei risultati scolastici, gli studenti stranieri di prima generazione hanno una minore probabilità di scegliere una scuola superiore liceale, che garantisce un più facile accesso all’università, rispetto ai loro colleghi italiani. La differenza rispetto agli italiani si riduce per gli studenti di seconda generazione, ma non si annulla del tutto. Inoltre, questa tendenza sembra più accentuata nel caso delle ragazze straniere, piuttosto che dei maschi. Abbiamo osservato che gli studenti stranieri, a parità di risultati conseguiti nei test Invalsi, ottengono dai loro insegnanti voti più bassi rispetto ai loro omologhi italiani. Inoltre, i voti più bassi sembrano influenzare anche i consigli orientativi, che indirizzano con maggiore frequenza gli studenti immigrati verso scuole dalle quali la probabilità di accedere all’università è più bassa (e.g. gli istituti professionali). Inoltre, le differenze nelle scelte scolastiche tra studenti stranieri e italiani permangano anche quando si considerino solo gli studenti che hanno ottenuto dagli insegnanti il consiglio orientativo di frequentare un liceo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.