Com’è noto, «Il Cannocchiale aristotelico» (1654) mostra già nel suo ossimorico titolo quell’incontro tra scienza sperimentale e tradizione filosofica rinascimentale che caratterizza la cosiddetta ‘età barocca’. Oggi, grazie a nuove e più profonde proposte di lettura delle opere di Tesauro, è possibile tracciare non solo gli interessi scientifici e filosofici dello scrittore, ma anche fornire concrete indicazioni sui libri da lui letti e sul loro uso. In questo intervento si intende ricostruire in che modo, durante la stesura dell’opera principale, Tesauro attingesse a una cultura appresa nella sua frequentazione sia dei collegi gesuiti, sia della corte torinese dei Savoia. Il cuore critico del discorso consiste nel dimostrare come nella forma stessa del testo, retoricamente studiatissima, Tesauro intenda accogliere, in un nuovo ordine narrativo, gli elementi scientifici a cui attingeva e a partire dai quali si stava costituendo una rinnovata immagine del mondo.
Cutri', M., Indagine sull’uso delle fonti scientifiche nel «Cannocchiale aristotelico», in Casadei, A., Fedi, F., Nacinovich, A., Andrea Torr, A. T. (ed.), Letteratura e scienze. Atti del 23º Congresso ADI (Pisa, 12-14 settembre 2019), ADI - Associazione degli Italianisti, Roma 2021: 1- 11 [https://hdl.handle.net/10807/229348]
Indagine sull’uso delle fonti scientifiche nel «Cannocchiale aristotelico»
Cutri', Maicol
2021
Abstract
Com’è noto, «Il Cannocchiale aristotelico» (1654) mostra già nel suo ossimorico titolo quell’incontro tra scienza sperimentale e tradizione filosofica rinascimentale che caratterizza la cosiddetta ‘età barocca’. Oggi, grazie a nuove e più profonde proposte di lettura delle opere di Tesauro, è possibile tracciare non solo gli interessi scientifici e filosofici dello scrittore, ma anche fornire concrete indicazioni sui libri da lui letti e sul loro uso. In questo intervento si intende ricostruire in che modo, durante la stesura dell’opera principale, Tesauro attingesse a una cultura appresa nella sua frequentazione sia dei collegi gesuiti, sia della corte torinese dei Savoia. Il cuore critico del discorso consiste nel dimostrare come nella forma stessa del testo, retoricamente studiatissima, Tesauro intenda accogliere, in un nuovo ordine narrativo, gli elementi scientifici a cui attingeva e a partire dai quali si stava costituendo una rinnovata immagine del mondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.