LONG ABSTRACT § INTRODUZIONE (CONTESTO DI RIFERIMENTO) § Il processo di armonizzazione contabile si è sviluppato lentamente sino alla metà degli anni ’90, attraverso lo strumento delle Direttive Europee in materia contabile. Dal 1995, anno in cui la Commissione Europea emana una Comunicazione dove esprime la volontà di continuare tale cambiamento, ponendo particolare attenzione al contesto mondiale nel quale l’Europa è inserita, il processo di armonizzazione prosegue la sua evoluzione in modo più rapido rispetto al passato. Nel documento citato la Commissione stessa inizia a considerare gli International Accounting Standards (IAS), oggi IFRS (International Financial Reporting Standards), come i principi in base ai quali realizzare l’obiettivo dell’armonizzazione per alcune fattispecie di imprese. Sicuramente, però, il passaggio fondamentale per le imprese europee è rappresentato dall’emanazione del Regolamento n. 1606/2002 del 19 luglio 2002 in cui l’Unione Europea obbliga le imprese quotate a redigere i bilanci consolidati a partire dal 2005 secondo i principi dell’International Accounting Standards Board (IASB). Il processo di armonizzazione contabile in atto persegue l’importante obiettivo di permettere la comparabilità delle informazioni economiche di natura obbligatoria a livello europeo e in futuro, data la collaborazione in corso tra Iasb e Fasb (Financial Accounting Standards Board) per raggiungere la convergenza tra i due set di principi contabili, anche a livello mondiale. OBIETTIVO § La finalità del lavoro è la determinazione degli effetti sulla comunicazione economica e sulla valutazione dell’economicità derivanti dall’introduzione degli Ias/Ifrs. L’attenzione si focalizza in particolare, visti anche i vincoli normativi comunitari, sul bilancio consolidato con riferimento alla situazione italiana ed alla regolamentazione prevista per i gruppi non finanziari. Con l’introduzione degli Ias/Ifrs le imprese europee dovranno infatti affrontare (e stanno tuttora affrontando) un notevole cambiamento culturale. In particolare, lo sforzo maggiore si delinea per le capogruppo appartenenti a Paesi civil law, come l’Italia, caratterizzati da una normativa in materia contabile profondamente diversa da quanto previsto dallo Iasb. METODOLOGIA § Al fine di raggiungere tale obiettivo dapprima sono state analizzate le peculiarità e la valenza informativa che caratterizzano il bilancio consolidato, considerando anche l’impatto dell’impiego dei differenti metodi e delle teorie di consolidamento; successivamente l’attenzione si è spostata sull’analisi della logica di fondo del bilancio Ias/Ifrs ponendola a confronto con quella del legislatore italiano; infine si sono approfondite le scelte del Board e quelle previste dalla regolamentazione italiana in merito a talune delle principali fasi di predisposizione del documento oggetto di studio. PRINCIPALI RISULTATI § L’analisi compiuta conduce alla formulazione di alcune considerazioni con le quali si vuole evidenziare l’impatto dell’applicazione degli Ias/Ifrs in Italia, relativamente al tema trattato. A questo scopo, sono stati individuati due criteri perché ritenuti tra i più significativi per poter esprimere un giudizio sui cambiamenti introdotti nel nostro Paese dai principi contabili internazionali: 1. il miglioramento nella rappresentazione della situazione economica di gruppo – inteso come unica entità – per i destinatari esterni del bilancio consolidato, in particolare gli investitori considerati i principali user; 2. il grado di omogeneità di comportamento da parte delle capogruppo nella predisposizione del bilancio consolidato. Dallo studio compiuto si possono formulare le seguenti considerazioni: a) l’esistenza di un minor numero di opzioni negli Ias/Ifrs rispetto alla normativa italiana vigente, in relazione all’area di consolidamento, permette la riduzione dei possibili comportamenti strumentali a favore della maggiore omogeneità di comportamento e di una più significativa rappresentazione della situazione economica del gruppo, inteso come unica entità; b) la determinazione di un’area di consolidamento più ampia rispetto a quanto previsto dalla normativa italiana consente una visione più completa e maggiormente espressiva della realtà di gruppo; c) l’eliminazione integrale delle operazioni infragruppo senza possibilità di deroga (fatto salvo il principio generale della materiality) da un lato è coerente con le finalità del bilancio consolidato e dall’altro garantisce maggiore uniformità di comportamento e comparabilità dei valori; d) la partecipazione delle differenze di consolidamento alla formazione del reddito, seppur in modo diverso e dipendente dalla causa generatrice, dovrebbe – nel complesso – migliorare le modalità di determinazione e rappresentazione del risultato di esercizio e del capitale di gruppo; e) l’applicazione dell’impairment test all’avviamento (che presenta forti difformità con la teoria aziendale italiana) risulta certamente coerente con le peculiarità del medesimo, per il quale è assai difficile stimarne la vita utile. Nello stesso tempo il processo di valutazione legato all’impairment è caratterizzato da elevata complessità e da un certo grado di soggettività: tali condizioni comportano uno sforzo maggiore anche a livello di informazioni da fornire al fine di dimostrare che il goodwill iscritto a bilancio assume espressività economica e non comprende parte dell’avviamento interno; f) con l’applicazione dell’impairment test sull’avviamento il reddito è connotato da maggiore volatilità rispetto al passato. Ciò è dovuto, in termini generali, al continuo riferirsi ai valori correnti che per loro natura tendono, almeno in linea di principio, a modificarsi nel tempo; g) la logica valutativa del fair value porta alla particolare configurazione del “reddito potenzialmente prodotto” riconducibile al “comprehensive income”. Tale configurazione permette di rappresentare la situazione economica e le performance di gruppo, anche con orientamento al futuro coerentemente con le esigenze informative degli investitori, soprattutto nei casi in cui vi sia la possibilità, in tempi brevi, del realizzo o dell’estinzione degli elementi oggetto di valutazione. È pur vero che con la valutazione a fair value il reddito è caratterizzato da una certa volatilità legata all’assenza di certezza sulla realizzazione di alcuni valori rilevati: pertanto, particolare attenzione deve essere rivolta alle politiche di autofinanziamento e di distribuzione del risultato d’esercizio. Al riguardo, si desidera comunque sottolineare che la valenza informativa del comprehensive income dipende in misura preponderante dalle informazioni diffuse dal gruppo, di specie quantitativa e qualitativa, relative alla sua determinazione e misurazione. Riprendendo i due criteri sopra individuati si può osservare, sintetizzando, che relativamente all’oggetto di studio, l’applicazione degli Ias/Ifrs comporta una maggiore uniformità di com-portamento nella predisposizione del bilancio per il contenimento delle opzioni concesse, riducendo anche lo spazio per eventuali scelte strumentali e, nel contempo, garantisce una più agevole comparazione dei dati di bilancio. Inoltre, sia nella definizione dell’area di consolidamento sia nel trattamento delle differenze di consolidamento così come delle operazioni infragruppo, emerge l’importanza del principio della prevalenza della sostanza economica degli accadimenti aziendali, a favore di una più significativa rappresentazione della realtà di gruppo, inteso come unica entità ed in piena coerenza con gli information need degli investitori considerati i principali user del bilancio. Strettamente connessa a quest’ultima considerazione vi è infine da sottolineare il ruolo del fair value nelle valutazioni di bilancio. Da quanto scritto, si può pertanto affermare che nel complesso l’introduzione e l’adeguata applicazione dei principi contabili internazionali (considerando gli investitori quali principali destinatari) influenzerà positivamente la comunicazione economica relativa al bilancio consolidato in Italia e sicuramente richiederà un nuovo approccio interpretativo al medesimo. A questo proposito, si desidera sottolineare che la transizione agli Ias/Ifrs rappresenta anche un problema di adeguata comunicazione verso l’esterno e non soltanto di studio e di applicazione di nuovi principi contabili. Si è di fronte, infatti, ad un importante cambiamento culturale che coinvolge le imprese italiane ma anche gli investitori non “abituati” alla maggiore volatilità e soggettività dei risultati di bilancio derivanti dall’applicazione degli Ias/Ifrs. Ad assumere rilevanza è proprio il diverso significato dei risultati di bilancio (rispetto a quelli attuali): per una loro corretta interpretazione è necessario collocarli all’interno dell’impostazione di fondo del bilancio Ias/Ifrs, che deve anche essere adeguatamente comunicata all’esterno. GRADO DI ORIGINALITÀ § Il processo di armonizzazione contabile rappresenta senz’altro, per le imprese italiane, un significativo momento di cambiamento in quanto l’applicazione degli Ias/Ifrs influenza la cultura contabile con conseguenze a livello non soltanto operativo ma anche organizzativo, gestionale e di comunicazione verso l’esterno: quest’ultimo aspetto, particolarmente nella fase di transizione, assume fondamentale importanza. Se si pensa inoltre alla collaborazione tra Iasb e Fasb per raggiungere la convergenza tra i due set di principi contabili al fine di rendere possibile la comparabilità dei valori di bilancio anche a livello mondiale, si comprende ancora più chiaramente la portata di tale processo, i cui primi risultati sono temporalmente legati alle relazioni infrannuali del 2005. Il tema è pertanto rilevante ed attuale ma lo sarà anche in futuro, vista la possibilità di estendere in misura significativa il numero di imprese coinvolte: in particolare, ciò che risulta maggiormente critico è la comprensione degli effetti e dei cambiamenti in termini di comunicazione economica e di valutazione dell’economicità per le imprese italiane coinvolte nel processo di armonizzazione. STRUTTURA DEL VOLUME § Il focus di analisi del primo capitolo è la valenza informativa del bilancio consolidato e come questa può essere influenzata da determinate scelte a livello di teorie e metodi di consolidamento. Nel secondo capitolo si sposta invece l’attenzione sull’impostazione di fondo su cui poggia la formazione di un bilancio Ias/Ifrs, in termini di finalità informative, principi base, pubblico obiettivo, ponendola a confronto con quella del nostro legislatore: lo scopo è individuare le caratteristiche informative di tale documento connesse all’applicazione dei principi contabili internazionali. Nel terzo capitolo si esaminano approfonditamente le scelte tecniche operate dal Board e dal legislatore italiano in merito alle principali fasi di costruzione del bilancio consolidato. Il fine è comprendere i principali effetti per le imprese italiane derivanti dall’introduzione degli Ias/Ifrs relativamente alla predisposizione del bilancio consolidato, focalizzando l’attenzione su due particolari aspetti: l’impatto sulla valutazione dell’economicità di gruppo ed i riflessi in termini di comunicazione economica in generale. TIPOLOGIA DI PRODOTTO § Volume di ricerca di tipo qualitativa.

Veneziani, M., La capacità informativa del bilancio consolidato. Dai principi contabili nazionali agli International Financial Reporting Standards, Giuffrè, MILANO 2005:UNICO 142 [https://hdl.handle.net/10807/229051]

La capacità informativa del bilancio consolidato. Dai principi contabili nazionali agli International Financial Reporting Standards

Veneziani, Monica
2005

Abstract

LONG ABSTRACT § INTRODUZIONE (CONTESTO DI RIFERIMENTO) § Il processo di armonizzazione contabile si è sviluppato lentamente sino alla metà degli anni ’90, attraverso lo strumento delle Direttive Europee in materia contabile. Dal 1995, anno in cui la Commissione Europea emana una Comunicazione dove esprime la volontà di continuare tale cambiamento, ponendo particolare attenzione al contesto mondiale nel quale l’Europa è inserita, il processo di armonizzazione prosegue la sua evoluzione in modo più rapido rispetto al passato. Nel documento citato la Commissione stessa inizia a considerare gli International Accounting Standards (IAS), oggi IFRS (International Financial Reporting Standards), come i principi in base ai quali realizzare l’obiettivo dell’armonizzazione per alcune fattispecie di imprese. Sicuramente, però, il passaggio fondamentale per le imprese europee è rappresentato dall’emanazione del Regolamento n. 1606/2002 del 19 luglio 2002 in cui l’Unione Europea obbliga le imprese quotate a redigere i bilanci consolidati a partire dal 2005 secondo i principi dell’International Accounting Standards Board (IASB). Il processo di armonizzazione contabile in atto persegue l’importante obiettivo di permettere la comparabilità delle informazioni economiche di natura obbligatoria a livello europeo e in futuro, data la collaborazione in corso tra Iasb e Fasb (Financial Accounting Standards Board) per raggiungere la convergenza tra i due set di principi contabili, anche a livello mondiale. OBIETTIVO § La finalità del lavoro è la determinazione degli effetti sulla comunicazione economica e sulla valutazione dell’economicità derivanti dall’introduzione degli Ias/Ifrs. L’attenzione si focalizza in particolare, visti anche i vincoli normativi comunitari, sul bilancio consolidato con riferimento alla situazione italiana ed alla regolamentazione prevista per i gruppi non finanziari. Con l’introduzione degli Ias/Ifrs le imprese europee dovranno infatti affrontare (e stanno tuttora affrontando) un notevole cambiamento culturale. In particolare, lo sforzo maggiore si delinea per le capogruppo appartenenti a Paesi civil law, come l’Italia, caratterizzati da una normativa in materia contabile profondamente diversa da quanto previsto dallo Iasb. METODOLOGIA § Al fine di raggiungere tale obiettivo dapprima sono state analizzate le peculiarità e la valenza informativa che caratterizzano il bilancio consolidato, considerando anche l’impatto dell’impiego dei differenti metodi e delle teorie di consolidamento; successivamente l’attenzione si è spostata sull’analisi della logica di fondo del bilancio Ias/Ifrs ponendola a confronto con quella del legislatore italiano; infine si sono approfondite le scelte del Board e quelle previste dalla regolamentazione italiana in merito a talune delle principali fasi di predisposizione del documento oggetto di studio. PRINCIPALI RISULTATI § L’analisi compiuta conduce alla formulazione di alcune considerazioni con le quali si vuole evidenziare l’impatto dell’applicazione degli Ias/Ifrs in Italia, relativamente al tema trattato. A questo scopo, sono stati individuati due criteri perché ritenuti tra i più significativi per poter esprimere un giudizio sui cambiamenti introdotti nel nostro Paese dai principi contabili internazionali: 1. il miglioramento nella rappresentazione della situazione economica di gruppo – inteso come unica entità – per i destinatari esterni del bilancio consolidato, in particolare gli investitori considerati i principali user; 2. il grado di omogeneità di comportamento da parte delle capogruppo nella predisposizione del bilancio consolidato. Dallo studio compiuto si possono formulare le seguenti considerazioni: a) l’esistenza di un minor numero di opzioni negli Ias/Ifrs rispetto alla normativa italiana vigente, in relazione all’area di consolidamento, permette la riduzione dei possibili comportamenti strumentali a favore della maggiore omogeneità di comportamento e di una più significativa rappresentazione della situazione economica del gruppo, inteso come unica entità; b) la determinazione di un’area di consolidamento più ampia rispetto a quanto previsto dalla normativa italiana consente una visione più completa e maggiormente espressiva della realtà di gruppo; c) l’eliminazione integrale delle operazioni infragruppo senza possibilità di deroga (fatto salvo il principio generale della materiality) da un lato è coerente con le finalità del bilancio consolidato e dall’altro garantisce maggiore uniformità di comportamento e comparabilità dei valori; d) la partecipazione delle differenze di consolidamento alla formazione del reddito, seppur in modo diverso e dipendente dalla causa generatrice, dovrebbe – nel complesso – migliorare le modalità di determinazione e rappresentazione del risultato di esercizio e del capitale di gruppo; e) l’applicazione dell’impairment test all’avviamento (che presenta forti difformità con la teoria aziendale italiana) risulta certamente coerente con le peculiarità del medesimo, per il quale è assai difficile stimarne la vita utile. Nello stesso tempo il processo di valutazione legato all’impairment è caratterizzato da elevata complessità e da un certo grado di soggettività: tali condizioni comportano uno sforzo maggiore anche a livello di informazioni da fornire al fine di dimostrare che il goodwill iscritto a bilancio assume espressività economica e non comprende parte dell’avviamento interno; f) con l’applicazione dell’impairment test sull’avviamento il reddito è connotato da maggiore volatilità rispetto al passato. Ciò è dovuto, in termini generali, al continuo riferirsi ai valori correnti che per loro natura tendono, almeno in linea di principio, a modificarsi nel tempo; g) la logica valutativa del fair value porta alla particolare configurazione del “reddito potenzialmente prodotto” riconducibile al “comprehensive income”. Tale configurazione permette di rappresentare la situazione economica e le performance di gruppo, anche con orientamento al futuro coerentemente con le esigenze informative degli investitori, soprattutto nei casi in cui vi sia la possibilità, in tempi brevi, del realizzo o dell’estinzione degli elementi oggetto di valutazione. È pur vero che con la valutazione a fair value il reddito è caratterizzato da una certa volatilità legata all’assenza di certezza sulla realizzazione di alcuni valori rilevati: pertanto, particolare attenzione deve essere rivolta alle politiche di autofinanziamento e di distribuzione del risultato d’esercizio. Al riguardo, si desidera comunque sottolineare che la valenza informativa del comprehensive income dipende in misura preponderante dalle informazioni diffuse dal gruppo, di specie quantitativa e qualitativa, relative alla sua determinazione e misurazione. Riprendendo i due criteri sopra individuati si può osservare, sintetizzando, che relativamente all’oggetto di studio, l’applicazione degli Ias/Ifrs comporta una maggiore uniformità di com-portamento nella predisposizione del bilancio per il contenimento delle opzioni concesse, riducendo anche lo spazio per eventuali scelte strumentali e, nel contempo, garantisce una più agevole comparazione dei dati di bilancio. Inoltre, sia nella definizione dell’area di consolidamento sia nel trattamento delle differenze di consolidamento così come delle operazioni infragruppo, emerge l’importanza del principio della prevalenza della sostanza economica degli accadimenti aziendali, a favore di una più significativa rappresentazione della realtà di gruppo, inteso come unica entità ed in piena coerenza con gli information need degli investitori considerati i principali user del bilancio. Strettamente connessa a quest’ultima considerazione vi è infine da sottolineare il ruolo del fair value nelle valutazioni di bilancio. Da quanto scritto, si può pertanto affermare che nel complesso l’introduzione e l’adeguata applicazione dei principi contabili internazionali (considerando gli investitori quali principali destinatari) influenzerà positivamente la comunicazione economica relativa al bilancio consolidato in Italia e sicuramente richiederà un nuovo approccio interpretativo al medesimo. A questo proposito, si desidera sottolineare che la transizione agli Ias/Ifrs rappresenta anche un problema di adeguata comunicazione verso l’esterno e non soltanto di studio e di applicazione di nuovi principi contabili. Si è di fronte, infatti, ad un importante cambiamento culturale che coinvolge le imprese italiane ma anche gli investitori non “abituati” alla maggiore volatilità e soggettività dei risultati di bilancio derivanti dall’applicazione degli Ias/Ifrs. Ad assumere rilevanza è proprio il diverso significato dei risultati di bilancio (rispetto a quelli attuali): per una loro corretta interpretazione è necessario collocarli all’interno dell’impostazione di fondo del bilancio Ias/Ifrs, che deve anche essere adeguatamente comunicata all’esterno. GRADO DI ORIGINALITÀ § Il processo di armonizzazione contabile rappresenta senz’altro, per le imprese italiane, un significativo momento di cambiamento in quanto l’applicazione degli Ias/Ifrs influenza la cultura contabile con conseguenze a livello non soltanto operativo ma anche organizzativo, gestionale e di comunicazione verso l’esterno: quest’ultimo aspetto, particolarmente nella fase di transizione, assume fondamentale importanza. Se si pensa inoltre alla collaborazione tra Iasb e Fasb per raggiungere la convergenza tra i due set di principi contabili al fine di rendere possibile la comparabilità dei valori di bilancio anche a livello mondiale, si comprende ancora più chiaramente la portata di tale processo, i cui primi risultati sono temporalmente legati alle relazioni infrannuali del 2005. Il tema è pertanto rilevante ed attuale ma lo sarà anche in futuro, vista la possibilità di estendere in misura significativa il numero di imprese coinvolte: in particolare, ciò che risulta maggiormente critico è la comprensione degli effetti e dei cambiamenti in termini di comunicazione economica e di valutazione dell’economicità per le imprese italiane coinvolte nel processo di armonizzazione. STRUTTURA DEL VOLUME § Il focus di analisi del primo capitolo è la valenza informativa del bilancio consolidato e come questa può essere influenzata da determinate scelte a livello di teorie e metodi di consolidamento. Nel secondo capitolo si sposta invece l’attenzione sull’impostazione di fondo su cui poggia la formazione di un bilancio Ias/Ifrs, in termini di finalità informative, principi base, pubblico obiettivo, ponendola a confronto con quella del nostro legislatore: lo scopo è individuare le caratteristiche informative di tale documento connesse all’applicazione dei principi contabili internazionali. Nel terzo capitolo si esaminano approfonditamente le scelte tecniche operate dal Board e dal legislatore italiano in merito alle principali fasi di costruzione del bilancio consolidato. Il fine è comprendere i principali effetti per le imprese italiane derivanti dall’introduzione degli Ias/Ifrs relativamente alla predisposizione del bilancio consolidato, focalizzando l’attenzione su due particolari aspetti: l’impatto sulla valutazione dell’economicità di gruppo ed i riflessi in termini di comunicazione economica in generale. TIPOLOGIA DI PRODOTTO § Volume di ricerca di tipo qualitativa.
2005
Italiano
Monografia o trattato scientifico
Giuffrè
Veneziani, M., La capacità informativa del bilancio consolidato. Dai principi contabili nazionali agli International Financial Reporting Standards, Giuffrè, MILANO 2005:UNICO 142 [https://hdl.handle.net/10807/229051]
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