Studiando la filosofia schellinghiana successiva alle Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana, emerge potente un interrogativo sull'essere dell'uomo, che si trova a dover esperire la perdizione e l'abbandono d'essere. Nessuna soteriologia e nessun dio garantiscono questo abbandono. L'esserci ed essere-lì dell'uomo è piuttosto un "patibilissimo" vivere. La soggettività di quest'uomo è ormai per sempre "post-idealistica", avendo annichilito la propria medesima tensione all'assoluto dell'autocoscienza.
Boffi, G., La natura, il tempo, la morte dell'uomo. Necessità dell'antropologia: Schelling (1809-1821), in Tatasciore Carl, T. C. (ed.), Dalla materia alla coscienza. Studi su Schelling in ricordo di Giuseppe Semerari, Guerini & Associati, Milano 2000: 273- 308 [http://hdl.handle.net/10807/22849]
La natura, il tempo, la morte dell'uomo. Necessità dell'antropologia: Schelling (1809-1821)
Boffi, Guido
2000
Abstract
Studiando la filosofia schellinghiana successiva alle Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana, emerge potente un interrogativo sull'essere dell'uomo, che si trova a dover esperire la perdizione e l'abbandono d'essere. Nessuna soteriologia e nessun dio garantiscono questo abbandono. L'esserci ed essere-lì dell'uomo è piuttosto un "patibilissimo" vivere. La soggettività di quest'uomo è ormai per sempre "post-idealistica", avendo annichilito la propria medesima tensione all'assoluto dell'autocoscienza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.