Da qualche anno a questa parte, gli studi di storia dell’educazione hanno messo in luce il ruolo svolto dalla stampa periodica pedagogica nelle diverse fasi della storia del nostro Paese, così come in altre realtà straniere, nell’illustrare, accompagnare, criticare o ostacolare l’innovazione pedagogica e della prassi didattica della scuola. Il presente contributo prende in esame uno di questi fogli, ovvero «Scuola Italiana Moderna», nata a Milano nel 1893, ma trasferitasi a Brescia l’anno successivo, ed espressione dell’intransigentismo cattolico. L’arco temporale considerato dalla ricerca è quello compreso fra le due guerre mondiali e mette in luce come «Scuola Italiana Moderna» rinnovò sé stessa per essere, a sua volta, strumento di rinnovamento dell’istruzione primaria e della formazione dei maestri. L’analisi ha preso in esame prevalentemente gli articoli pubblicati dalla sezione didattica, quella cioè che più delle altre rubriche documenta l’atteggiamento di «Scuola Italiana Moderna» nei confronti dell’evoluzione della prassi della scuola elementare, coinvolta dalla mobilitazione nazionale durante le guerre, dalla riforma Gentile, in specie dall’operato di Giuseppe Lombardo Radice, e in modo sempre più incalzante dal processo di fascistizzazione promosso dal regime.
Ghizzoni, C. F., «Scuola Italiana Moderna» e il rinnovamento pedagogico-didattico della scuola elementare fra le due guerre,, in Ascenzi A., S. R. (ed.), L’innovazione pedagogica e didattica nel sistema formativo italiano dall’Unità al secondo dopoguerra, Studium, Roma 2022: 245- 265 [https://hdl.handle.net/10807/227326]
«Scuola Italiana Moderna» e il rinnovamento pedagogico-didattico della scuola elementare fra le due guerre,
Ghizzoni, Carla Francesca
2022
Abstract
Da qualche anno a questa parte, gli studi di storia dell’educazione hanno messo in luce il ruolo svolto dalla stampa periodica pedagogica nelle diverse fasi della storia del nostro Paese, così come in altre realtà straniere, nell’illustrare, accompagnare, criticare o ostacolare l’innovazione pedagogica e della prassi didattica della scuola. Il presente contributo prende in esame uno di questi fogli, ovvero «Scuola Italiana Moderna», nata a Milano nel 1893, ma trasferitasi a Brescia l’anno successivo, ed espressione dell’intransigentismo cattolico. L’arco temporale considerato dalla ricerca è quello compreso fra le due guerre mondiali e mette in luce come «Scuola Italiana Moderna» rinnovò sé stessa per essere, a sua volta, strumento di rinnovamento dell’istruzione primaria e della formazione dei maestri. L’analisi ha preso in esame prevalentemente gli articoli pubblicati dalla sezione didattica, quella cioè che più delle altre rubriche documenta l’atteggiamento di «Scuola Italiana Moderna» nei confronti dell’evoluzione della prassi della scuola elementare, coinvolta dalla mobilitazione nazionale durante le guerre, dalla riforma Gentile, in specie dall’operato di Giuseppe Lombardo Radice, e in modo sempre più incalzante dal processo di fascistizzazione promosso dal regime.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.