Il volume di Laura Zanfrini “Learning by programming. Secondo rapporto sui fabbisogni delle imprese italiane e la politica di programmazione dei flussi migratori” (FrancoAngeli, Milano, 2002) rappresenta la seconda edizione di un report d’analisi frutto della collaborazione tra Unioncamere e Fondazione ISMU. Presenta e commenta le rilevazioni condotte dal sistema Excelsior nel 2001 circa le assunzioni di manodopera proveniente da paesi extracomunitari. Questo report d’analisi, così come l’edizione che lo ha preceduto che si riferiva al biennio 1999-2000 [cf. Focus 2.3], sviluppa a partire da questi dati una riflessione in chiave sociologica sui fabbisogni professionali delle imprese italiane e sulla politica di programmazione dei flussi migratori. Il report prende avvio da una panoramica sulle principali tendenze delle politiche che, a livello internazionale, regolamentano l’ingresso e l’accesso al lavoro dei lavoratori migranti. Viene poi approfondita l’esperienza canadese, quale esempio emblematico di un paese che continua a vedere nell’immigrazione una risorsa importante per la propria economia. Ci si sofferma quindi sui recenti orientamenti dell’Unione europea, per sottolineare le peculiarità del modello dell’Europa meridionale e più in particolare di quello italiano. Si riflette poi approfonditamente sul ruolo del lavoro immigrato in Italia a tre anni di distanza dalla promulgazione del Testo unico sull’immigrazione. Viene successivamente presentata un’analisi dettagliata dei risultati emersi dalla rilevazione Excelsior 2001, con riferimento sia al panorama nazionale sia a quello della regione Lombardia, che rivela grandi capacità di assorbimento di manodopera straniera. L'analisi mostra innanzitutto, a fronte di crescenti difficoltà di reperimento di risorse umane incontrate dalle imprese, il carattere strutturale di quella che può essere definita una domanda di “ingressi per motivi di lavoro”. Si tratta però di una domanda che si distribuisce in modo differenziato sul territorio nazionale e che, prevalentemente, interessa mestieri di livello basso o medio-basso, a rischio di etnicizzazione. Viene dunque sottolineata l’importanza di assumere decisioni e strategie che sappiano considerare adeguatamente i vari aspetti legati all’impatto dell’immigrazione sul sistema economico e sociale italiano, per uscire da una concezione di intervento straordinario, dando voce alle esigenze espresse dai sistemi economici locali e, nel contempo, promuovendo iniziative politiche coordinate a livello di Unione europea. Sotto questo profilo viene suggerita, anche sulla scorta dell’esperienza internazionale, la necessità di mantenere in vita una pluralità di canali di ingresso legale per motivi di lavoro, in modo da soddisfare i variegati bisogni dei sistemi produttivi e riproduttivi (anche quelli più difficilmente stimabili attraverso le rilevazioni sulle job vacancies), ma garantendo al contempo un controllo sui flussi di ingresso e sulle condizioni di lavoro. Si sottolinea inoltre come la programmazione vada considerata un’attività in continuo divenire e progressivamente migliorabile, da calibrare sui diversi contesti territoriali e temporali, secondo un approccio improntato a una logica di innovazione incrementale. Un’attività in cui bisogna saper imparare dai “casi di successo” ma anche dagli errori, correggendo questi ultimi e avvicinandosi il più possibile a un ideale punto di incontro tra le esigenze di competitività economica e quelle di sostenibilità sociale.

Zanfrini, L., "Learning by programming". Secondo rapporto sui fabbisogni professionali delle imprese italiane e la politica di programmazione dei flussi migratori, Franco Angeli, Milano 2001: 227 + allegato statistico [http://hdl.handle.net/10807/22187]

"Learning by programming". Secondo rapporto sui fabbisogni professionali delle imprese italiane e la politica di programmazione dei flussi migratori

Zanfrini, Laura
2001

Abstract

Il volume di Laura Zanfrini “Learning by programming. Secondo rapporto sui fabbisogni delle imprese italiane e la politica di programmazione dei flussi migratori” (FrancoAngeli, Milano, 2002) rappresenta la seconda edizione di un report d’analisi frutto della collaborazione tra Unioncamere e Fondazione ISMU. Presenta e commenta le rilevazioni condotte dal sistema Excelsior nel 2001 circa le assunzioni di manodopera proveniente da paesi extracomunitari. Questo report d’analisi, così come l’edizione che lo ha preceduto che si riferiva al biennio 1999-2000 [cf. Focus 2.3], sviluppa a partire da questi dati una riflessione in chiave sociologica sui fabbisogni professionali delle imprese italiane e sulla politica di programmazione dei flussi migratori. Il report prende avvio da una panoramica sulle principali tendenze delle politiche che, a livello internazionale, regolamentano l’ingresso e l’accesso al lavoro dei lavoratori migranti. Viene poi approfondita l’esperienza canadese, quale esempio emblematico di un paese che continua a vedere nell’immigrazione una risorsa importante per la propria economia. Ci si sofferma quindi sui recenti orientamenti dell’Unione europea, per sottolineare le peculiarità del modello dell’Europa meridionale e più in particolare di quello italiano. Si riflette poi approfonditamente sul ruolo del lavoro immigrato in Italia a tre anni di distanza dalla promulgazione del Testo unico sull’immigrazione. Viene successivamente presentata un’analisi dettagliata dei risultati emersi dalla rilevazione Excelsior 2001, con riferimento sia al panorama nazionale sia a quello della regione Lombardia, che rivela grandi capacità di assorbimento di manodopera straniera. L'analisi mostra innanzitutto, a fronte di crescenti difficoltà di reperimento di risorse umane incontrate dalle imprese, il carattere strutturale di quella che può essere definita una domanda di “ingressi per motivi di lavoro”. Si tratta però di una domanda che si distribuisce in modo differenziato sul territorio nazionale e che, prevalentemente, interessa mestieri di livello basso o medio-basso, a rischio di etnicizzazione. Viene dunque sottolineata l’importanza di assumere decisioni e strategie che sappiano considerare adeguatamente i vari aspetti legati all’impatto dell’immigrazione sul sistema economico e sociale italiano, per uscire da una concezione di intervento straordinario, dando voce alle esigenze espresse dai sistemi economici locali e, nel contempo, promuovendo iniziative politiche coordinate a livello di Unione europea. Sotto questo profilo viene suggerita, anche sulla scorta dell’esperienza internazionale, la necessità di mantenere in vita una pluralità di canali di ingresso legale per motivi di lavoro, in modo da soddisfare i variegati bisogni dei sistemi produttivi e riproduttivi (anche quelli più difficilmente stimabili attraverso le rilevazioni sulle job vacancies), ma garantendo al contempo un controllo sui flussi di ingresso e sulle condizioni di lavoro. Si sottolinea inoltre come la programmazione vada considerata un’attività in continuo divenire e progressivamente migliorabile, da calibrare sui diversi contesti territoriali e temporali, secondo un approccio improntato a una logica di innovazione incrementale. Un’attività in cui bisogna saper imparare dai “casi di successo” ma anche dagli errori, correggendo questi ultimi e avvicinandosi il più possibile a un ideale punto di incontro tra le esigenze di competitività economica e quelle di sostenibilità sociale.
2001
Italiano
Monografia o trattato scientifico
Zanfrini, L., "Learning by programming". Secondo rapporto sui fabbisogni professionali delle imprese italiane e la politica di programmazione dei flussi migratori, Franco Angeli, Milano 2001: 227 + allegato statistico [http://hdl.handle.net/10807/22187]
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