Nella realtà sociale, politica ed economica italiana ed europea c’è una grande connessione dimenticata o, per lo meno, gravemente trascurata. Si tratta di una connessione evidente, multidimensionale, ad alto potenziale: quella tra Europa e Africa. Non a caso c’è chi parla di “continente verticale” per indicare il grande sistema di terre, acque e popoli che va dalla Scandinavia a Cape Town. Tra Europa e Africa c’è una vicinanza, una connessione strutturale che tuttavia è trascurata. Ma c’è l’altra faccia della medaglia: l’Africa è il contesto ideale per il leapfrogging. Passiamo dunque a considerare alcuni elementi di un possibile piano di connessioni sostenibili per il “continente verticale”. Quella alimentare, demografica, energetica ed economica. Per tutte queste ragioni sentiamo la necessità che un piano Europa-Africa esca dalla palude delle dichiarazioni d’intenti per diventare un sistema, sempre in evoluzione, di azioni. Ma nel frattempo, cosa fare? È a questo punto che indosso il cappello dell’imprenditore sociale. Dal 2010 sono impegnato nel progetto E4Impact, sorto in Università Cattolica, e divenuto Fondazione nel 2015, grazie al contributo di primarie imprese italiane . Esso ha una triplice missione: sviluppare imprenditori africani attenti alla sostenibilità; far crescere nelle università locali un approccio action-oriented sul binomio imprenditorialità-sostenibilità; incrementare le partnership tra imprese europee e africane.
Molteni, M. M., Connessioni sostenibili tra Italia e Africa, in Sobrero, R. (ed.), Connessioni sostenibili, Egea, Milano 2022: 57- 60 [https://hdl.handle.net/10807/219942]
Connessioni sostenibili tra Italia e Africa
Molteni, Mario Marco
2022
Abstract
Nella realtà sociale, politica ed economica italiana ed europea c’è una grande connessione dimenticata o, per lo meno, gravemente trascurata. Si tratta di una connessione evidente, multidimensionale, ad alto potenziale: quella tra Europa e Africa. Non a caso c’è chi parla di “continente verticale” per indicare il grande sistema di terre, acque e popoli che va dalla Scandinavia a Cape Town. Tra Europa e Africa c’è una vicinanza, una connessione strutturale che tuttavia è trascurata. Ma c’è l’altra faccia della medaglia: l’Africa è il contesto ideale per il leapfrogging. Passiamo dunque a considerare alcuni elementi di un possibile piano di connessioni sostenibili per il “continente verticale”. Quella alimentare, demografica, energetica ed economica. Per tutte queste ragioni sentiamo la necessità che un piano Europa-Africa esca dalla palude delle dichiarazioni d’intenti per diventare un sistema, sempre in evoluzione, di azioni. Ma nel frattempo, cosa fare? È a questo punto che indosso il cappello dell’imprenditore sociale. Dal 2010 sono impegnato nel progetto E4Impact, sorto in Università Cattolica, e divenuto Fondazione nel 2015, grazie al contributo di primarie imprese italiane . Esso ha una triplice missione: sviluppare imprenditori africani attenti alla sostenibilità; far crescere nelle università locali un approccio action-oriented sul binomio imprenditorialità-sostenibilità; incrementare le partnership tra imprese europee e africane.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.