Al ritorno da un qualsiasi controllo medico, il commento di molti sembra essere sempre lo stesso: non mi ha neanche lasciato parlare! Sul tema delle competenze comunicative dei clinici si sprecano commenti, sia in contesti divulgativi sia scientifici. Spesso sul banco degli imputati finiscono le domande poste dai clinici stessi che non sempre sembrano essere adeguatamente formulate. A fronte di un’apparente semplicità, l’atto di domanda è in realtà qualcosa di complesso, che non sempre si realizza attraverso una frase interrogativa e che può avere una molteplicità di funzioni: dalla raccolta di informazioni, al coinvolgimento di qualcuno per la realizzazione di uno scopo, fino alle domande retoriche o a quelle che in realtà sono rimproveri o espressioni di incredulità. Nel libro Le strutture interrogative nelle interazioni in contesto clinico Sarah Bigi affronta il tema da una prospettiva linguistica, indagando forme e funzioni delle domande nei colloqui medici, sulla base di una raccolta di consultazioni registrate in un ambulatorio di diabetologia. Dall’analisi emerge come le domande siano uno strumento fondamentale per permettere ai partecipanti il raggiungimento della maggior parte degli obiettivi previsti dal dialogo nel quale sono coinvolti.
Bigi, S. F. M., Le strutture interrogative nelle interazioni in contesto clinico, Vita e Pensiero, Milano 2022: 130 [https://hdl.handle.net/10807/213704]
Le strutture interrogative nelle interazioni in contesto clinico
Bigi, Sarah Francesca Maria
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2022
Abstract
Al ritorno da un qualsiasi controllo medico, il commento di molti sembra essere sempre lo stesso: non mi ha neanche lasciato parlare! Sul tema delle competenze comunicative dei clinici si sprecano commenti, sia in contesti divulgativi sia scientifici. Spesso sul banco degli imputati finiscono le domande poste dai clinici stessi che non sempre sembrano essere adeguatamente formulate. A fronte di un’apparente semplicità, l’atto di domanda è in realtà qualcosa di complesso, che non sempre si realizza attraverso una frase interrogativa e che può avere una molteplicità di funzioni: dalla raccolta di informazioni, al coinvolgimento di qualcuno per la realizzazione di uno scopo, fino alle domande retoriche o a quelle che in realtà sono rimproveri o espressioni di incredulità. Nel libro Le strutture interrogative nelle interazioni in contesto clinico Sarah Bigi affronta il tema da una prospettiva linguistica, indagando forme e funzioni delle domande nei colloqui medici, sulla base di una raccolta di consultazioni registrate in un ambulatorio di diabetologia. Dall’analisi emerge come le domande siano uno strumento fondamentale per permettere ai partecipanti il raggiungimento della maggior parte degli obiettivi previsti dal dialogo nel quale sono coinvolti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.