"Mentre i rapporti intimi tra le persone si costruiscono su scelte esclusive, i rapporti pubblici tendono invece a includere, e a far convivere, una molteplicità variopinta di preferenze. Rispetto ai rapporti più privati - che tendono all'amicizia, alla condivisione di vita, alla personalità - nel pubblico sembrano imporsi le diverse esigenze della garanzia, della regola e di una minore personalizzazione. Che rapporto si dà quindi tra l'individuo in quanto pubblico e l'individuo in quanto privato? Quale relazione passa tra i diversi significati di felicità e di dolore, ad esempio, non potendo essere del tutto identici per me e per una moltitudine d'altri? E che dire ancora di parole come giustizia e bene, laicità e religione o virtù e speranza? Queste domande sorgono dinnanzi a una facile constatazione: tanto nel pubblico, quanto nel privato si utilizzano spesso le medesime parole per indicare delle esperienze indubbiamente vicine, ma anche notevolmente difformi, così da lasciare in una problematica incertezza a cui allude la metafora della rinuncia."
Riva, F., Amicizia e giustizia. Intersoggettività ed etica pubblica, Lavoro, Roma 2020: 285 [http://hdl.handle.net/10807/205496]
Amicizia e giustizia. Intersoggettività ed etica pubblica
Riva, Franco
2020
Abstract
"Mentre i rapporti intimi tra le persone si costruiscono su scelte esclusive, i rapporti pubblici tendono invece a includere, e a far convivere, una molteplicità variopinta di preferenze. Rispetto ai rapporti più privati - che tendono all'amicizia, alla condivisione di vita, alla personalità - nel pubblico sembrano imporsi le diverse esigenze della garanzia, della regola e di una minore personalizzazione. Che rapporto si dà quindi tra l'individuo in quanto pubblico e l'individuo in quanto privato? Quale relazione passa tra i diversi significati di felicità e di dolore, ad esempio, non potendo essere del tutto identici per me e per una moltitudine d'altri? E che dire ancora di parole come giustizia e bene, laicità e religione o virtù e speranza? Queste domande sorgono dinnanzi a una facile constatazione: tanto nel pubblico, quanto nel privato si utilizzano spesso le medesime parole per indicare delle esperienze indubbiamente vicine, ma anche notevolmente difformi, così da lasciare in una problematica incertezza a cui allude la metafora della rinuncia."I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.