Negli ultimi decenni si è amplificata la promozione della tutela dell’infanzia all’interno dei sistemi di welfare: gli Stati si interrogano sempre più frequentemente su quali siano le strategie migliori per garantire il benessere dei minori e proteggerli dal rischio di abusi, maltrattamenti e altri danni che posso subire. Le decisioni prese dagli assistenti sociali operanti nel campo della tutela dei minori sono suggestionate non solo da fattori connessi alle caratteristiche del minore e del suo contesto di vita ma anche da fattori organizzativo-contestuali dei servizi sociali in cui operano e personali dei professionisti (Baumann et al., 2011; 2014; Fluke et al., 2014; Benbenishity et al., 2015). Il contesto italiano si caratterizza per la scarsità di studi sui processi decisionali degli assistenti sociali. Pertanto, si è ritenuto opportuno attraverso l’analisi di alcuni dei fattori che intervengono nelle decisioni, indagare gli atteggiamenti e le pratiche dei professionisti che operano nello specifico ambito della tutela dei minori, con l’obiettivo di comprendere in che modo gli assistenti sociali effettuino la propria valutazione tecnica sulla situazione di rischio e decidano per uno specifico progetto di intervento per il minore e la sua famiglia. A questo proposito, spostando il focus dall’obiettivo generale verso gli interrogativi specifici della ricerca, sono state indagati: le valutazioni e le modalità di intervento degli operatori attraverso la lettura di un caso concreto; gli atteggiamenti verso l’allontanamento, il collocamento extrafamiliare, la riunificazione, la partecipazione dei minori e dei genitori alle decisioni di protezione; le caratteristiche personali e le competenze professionali; la percezione della realtà organizzativa dei servizi e della gestione dei carichi di lavoro; l’orientamento in materia di child welfare. La ricerca, di natura quantitativa, ha coinvolto 139 assistenti sociali operanti nei servizi di tutela dei minori in Italia, attraverso la compilazione di un questionario costruito ad hoc che ha incluso alcuni strumenti utilizzati in ambito internazionale: Vignette questionnaire e The Child Welfare Attitudes Questionnaire (creati da Benbenishty e collaboratori - 2003; 2008; 2012); Investigation worker instrument (creato da Dettlaff e collaboratori - 2015). I risultati ottenuti mostrano innanzitutto come vi sia una crescente attenzione alla partecipazione dei soggetti destinatari degli interventi all’interno dei processi decisionali: per gli assistenti sociali appare fondamentale lavorare attraverso la partecipazione e il supporto alla famiglia di origine del minore prima di ipotizzare progetti di allontanamento dal nucleo di origine. L’allontanamento, infatti, si dimostra come una sorta di estrema ratio nei casi in cui il minore non sia fortemente a rischio e, anche in tali situazioni, l’obiettivo risulta essere il ricongiungimento nel tempo con il nucleo genitoriale a fronte di un percorso di cambiamento. In questo senso, gli operatori mostrano di prediligere gli inserimenti in comunità residenziale che sembrano preservare maggiormente il legame con la famiglia di origine, a differenza dell’affido familiare che favorisce la creazione di nuove relazioni. Inoltre, i dati indicano come gli assistenti sociali diano particolare valore alle competenze professionali, soprattutto se legate all’esperienza acquisita nella gestione dei casi, anche in relazione alle proprie abilità personali. Questa dimensione non è collegata al titolo di studio o ad altre qualifiche sottolineando, anche in questo contesto, come la professione si costruisca maggiormente attraverso l’esperienza professionale e personale e meno sulle conoscenze teoriche ed empiriche. Seppur i soggetti della ricerca non possano considerarsi rappresentativi degli assistenti sociali italiani in quanto il campione non lo è, i risultati forniscono spunti di riflessione in merito all’operato dei professionisti nell’ambito della protezione dei minori che certamente potranno essere approfonditi in successive ricerche di settore. Rilevante appare l’elevato grado di riflessività degli assistenti sociali nelle scelte di intervento e il forte orientamento a tutela della famiglia, unitamente all’assenza di strumenti di misurazione standardizzati e di prassi di valutazione dei contesti di vita dei minori capaci di agevolare il processo decisionale rendendolo maggiormente rendicontabile, nonché di garantire equità di trattamento anche a fronte di modalità gestionali differenti tra i servizi (Segatto & Dal Ben, 2020).

Barbara, S., Anna Dal Ben,, Genre Bert, S., Atteggiamenti, pratiche e prospettive degli assistenti sociali negli interventi di tutela dei minori., in Valentina Calcaterra E Maria Luisa Rainer, V. C. E. M. L. R. (ed.), Tra partecipazione e controllo. Contributi di ricerca sul coinvolgimento di bambini e famiglie nei servizi di tutela minorile., Erickson, Trento 2021: 131- 151 [http://hdl.handle.net/10807/204977]

Atteggiamenti, pratiche e prospettive degli assistenti sociali negli interventi di tutela dei minori.

Genre Bert, Selene
Ultimo
2021

Abstract

Negli ultimi decenni si è amplificata la promozione della tutela dell’infanzia all’interno dei sistemi di welfare: gli Stati si interrogano sempre più frequentemente su quali siano le strategie migliori per garantire il benessere dei minori e proteggerli dal rischio di abusi, maltrattamenti e altri danni che posso subire. Le decisioni prese dagli assistenti sociali operanti nel campo della tutela dei minori sono suggestionate non solo da fattori connessi alle caratteristiche del minore e del suo contesto di vita ma anche da fattori organizzativo-contestuali dei servizi sociali in cui operano e personali dei professionisti (Baumann et al., 2011; 2014; Fluke et al., 2014; Benbenishity et al., 2015). Il contesto italiano si caratterizza per la scarsità di studi sui processi decisionali degli assistenti sociali. Pertanto, si è ritenuto opportuno attraverso l’analisi di alcuni dei fattori che intervengono nelle decisioni, indagare gli atteggiamenti e le pratiche dei professionisti che operano nello specifico ambito della tutela dei minori, con l’obiettivo di comprendere in che modo gli assistenti sociali effettuino la propria valutazione tecnica sulla situazione di rischio e decidano per uno specifico progetto di intervento per il minore e la sua famiglia. A questo proposito, spostando il focus dall’obiettivo generale verso gli interrogativi specifici della ricerca, sono state indagati: le valutazioni e le modalità di intervento degli operatori attraverso la lettura di un caso concreto; gli atteggiamenti verso l’allontanamento, il collocamento extrafamiliare, la riunificazione, la partecipazione dei minori e dei genitori alle decisioni di protezione; le caratteristiche personali e le competenze professionali; la percezione della realtà organizzativa dei servizi e della gestione dei carichi di lavoro; l’orientamento in materia di child welfare. La ricerca, di natura quantitativa, ha coinvolto 139 assistenti sociali operanti nei servizi di tutela dei minori in Italia, attraverso la compilazione di un questionario costruito ad hoc che ha incluso alcuni strumenti utilizzati in ambito internazionale: Vignette questionnaire e The Child Welfare Attitudes Questionnaire (creati da Benbenishty e collaboratori - 2003; 2008; 2012); Investigation worker instrument (creato da Dettlaff e collaboratori - 2015). I risultati ottenuti mostrano innanzitutto come vi sia una crescente attenzione alla partecipazione dei soggetti destinatari degli interventi all’interno dei processi decisionali: per gli assistenti sociali appare fondamentale lavorare attraverso la partecipazione e il supporto alla famiglia di origine del minore prima di ipotizzare progetti di allontanamento dal nucleo di origine. L’allontanamento, infatti, si dimostra come una sorta di estrema ratio nei casi in cui il minore non sia fortemente a rischio e, anche in tali situazioni, l’obiettivo risulta essere il ricongiungimento nel tempo con il nucleo genitoriale a fronte di un percorso di cambiamento. In questo senso, gli operatori mostrano di prediligere gli inserimenti in comunità residenziale che sembrano preservare maggiormente il legame con la famiglia di origine, a differenza dell’affido familiare che favorisce la creazione di nuove relazioni. Inoltre, i dati indicano come gli assistenti sociali diano particolare valore alle competenze professionali, soprattutto se legate all’esperienza acquisita nella gestione dei casi, anche in relazione alle proprie abilità personali. Questa dimensione non è collegata al titolo di studio o ad altre qualifiche sottolineando, anche in questo contesto, come la professione si costruisca maggiormente attraverso l’esperienza professionale e personale e meno sulle conoscenze teoriche ed empiriche. Seppur i soggetti della ricerca non possano considerarsi rappresentativi degli assistenti sociali italiani in quanto il campione non lo è, i risultati forniscono spunti di riflessione in merito all’operato dei professionisti nell’ambito della protezione dei minori che certamente potranno essere approfonditi in successive ricerche di settore. Rilevante appare l’elevato grado di riflessività degli assistenti sociali nelle scelte di intervento e il forte orientamento a tutela della famiglia, unitamente all’assenza di strumenti di misurazione standardizzati e di prassi di valutazione dei contesti di vita dei minori capaci di agevolare il processo decisionale rendendolo maggiormente rendicontabile, nonché di garantire equità di trattamento anche a fronte di modalità gestionali differenti tra i servizi (Segatto & Dal Ben, 2020).
2021
Italiano
Tra partecipazione e controllo. Contributi di ricerca sul coinvolgimento di bambini e famiglie nei servizi di tutela minorile.
978-88-590-2738-6
Erickson
Barbara, S., Anna Dal Ben,, Genre Bert, S., Atteggiamenti, pratiche e prospettive degli assistenti sociali negli interventi di tutela dei minori., in Valentina Calcaterra E Maria Luisa Rainer, V. C. E. M. L. R. (ed.), Tra partecipazione e controllo. Contributi di ricerca sul coinvolgimento di bambini e famiglie nei servizi di tutela minorile., Erickson, Trento 2021: 131- 151 [http://hdl.handle.net/10807/204977]
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