Partendo dall’affermazione di Melanie Klein che con il gioco i bambini dicono quello che non riescono a esprimere con le parole, e dalla lezioni di Johan Huizinga (Homo Ludens, 1938) e di Roger Caillois, (I giochi e gli uomini), nel capitolo si discutono quei principi posti alla base dell’attività ludica infantile che dovrebbero aiutare l’educatore a sviluppare la capacità di osservare il gioco dei bambini rispettandone tempi e modi. Le autrici rilevano che l’osservazione del gioco del bambino è lo strumento grazie al quale far emergere e trarre testimonianza dello sviluppo delle fantasie e delle intime esperienze emotive del bambino. Il gioco, attività di base del nido, diventa il mezzo principale di comunicazione tra bambino ed educatrice, in cui l’uno ispira l’altra. Sono ripresi e discussi i concetti di ludus e paidia calandoli nella realtà della relazione educativa proponendo che la funzione dell’educatore in relazione al gioco del bambino debba assumere la funzione di facilitazione invece di quelle della proposizione, regolamentazione, partecipazione. Le autrici rilevano come sia necessario contenere i divieti, come sia importante, da parte dell’educatore che si avvicina all’immaginario del bambino, intuire le sue fantasie e aiutarlo a transitare da una zona all’altra del gioco, prestandogli parole, idee per arricchirlo senza interromperlo.
Rampani, A., Maspero, C., L’intenzione di giocare, in Fregonese, S., Le tracce dei bambini, Al segno Editrice, L'Ippogrifo-Biblioteca, Pordenone 2011: 76-79 [http://hdl.handle.net/10807/204449]
L’intenzione di giocare
Rampani, Alessandra
;
2011
Abstract
Partendo dall’affermazione di Melanie Klein che con il gioco i bambini dicono quello che non riescono a esprimere con le parole, e dalla lezioni di Johan Huizinga (Homo Ludens, 1938) e di Roger Caillois, (I giochi e gli uomini), nel capitolo si discutono quei principi posti alla base dell’attività ludica infantile che dovrebbero aiutare l’educatore a sviluppare la capacità di osservare il gioco dei bambini rispettandone tempi e modi. Le autrici rilevano che l’osservazione del gioco del bambino è lo strumento grazie al quale far emergere e trarre testimonianza dello sviluppo delle fantasie e delle intime esperienze emotive del bambino. Il gioco, attività di base del nido, diventa il mezzo principale di comunicazione tra bambino ed educatrice, in cui l’uno ispira l’altra. Sono ripresi e discussi i concetti di ludus e paidia calandoli nella realtà della relazione educativa proponendo che la funzione dell’educatore in relazione al gioco del bambino debba assumere la funzione di facilitazione invece di quelle della proposizione, regolamentazione, partecipazione. Le autrici rilevano come sia necessario contenere i divieti, come sia importante, da parte dell’educatore che si avvicina all’immaginario del bambino, intuire le sue fantasie e aiutarlo a transitare da una zona all’altra del gioco, prestandogli parole, idee per arricchirlo senza interromperlo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.