Il volume intende mettere a fuoco il clima culturale della Palermo fra Otto e Novecento, maturato sull’onda lunga degli interessi per il mondo arabo e orientale aperti dall’opera di Michele Amari (1806-1889). Centro della riflessione è la vita e l’opera di Bartolomeo Lagumina (1850-1931), personaggio emblematico, la cui produzione scientifica si dispiega in un periodo della storia dell’orientalismo italiano dominato dalle figure di Ignazio Guidi (1844-1935) e Carlo Alfonso Nallino (1872-1938), studiosi dalla forte personalità scientifica, con i quali Lagumina ebbe rapporti oscillanti fra il riconoscimento e la negazione. Ispettore del Museo Nazionale di Palermo, docente di ebraico e poi di arabo, prima presso il Seminario e poi all’Università di Palermo, ma anche canonico della Cattedrale di Palermo e infine vescovo di Agrigento, Bartolomeo Lagumina è un trait d’union tra ambienti culturali differenti, lontani e spesso opposti. La sua attività scientifica tocca ambiti distinti, dall’epigrafia e la numismatica arabo-sicule allo studio di importanti testi arabi ed ebraici (il Codice Martiniano dell’abate Vella, la Cronaca di Cambridge, il Libro della Palma di Abū Ḥātim al-Sijistānī, le lettere di r. ‘Ovadya da Bertinoro), giungendo fino al riordino delle principali collezioni orientali palermitane (il medagliere della Biblioteca Comunale e il catalogo dei codici orientali della Biblioteca Nazionale di Palermo). Insieme al fratello Giuseppe (1855-1931), Bartolomeo Lagumina crea il Codice diplomatico dei Giudei di Sicilia, uno strumento di lavoro, a lungo indispensabile, che raccoglie oltre mille documenti relativi alla storia delle comunità ebraiche di Sicilia, da Gregorio Magno fino all’espulsione del 1492-93. Il suo impegno culturale non coinvolge direttamente soltanto la città di Palermo ma anche Agrigento, dove Bartolomeo ebbe poi modo di curare il restauro della Cattedrale e il riordino delle collezioni diocesane al tempo del suo vescovato. Oltre a delineare la temperie di un’epoca il volume intende proporre un bilancio dell’attività scientifica di Bartolomeo e Giuseppe Lagumina, attualizzando e discutendo al contempo i frutti del loro lavoro.

Bellettini, A., Mandalà, G. (eds.), Bartolomeo e Giuseppe Lagumina e gli Studi storici e orientali in Sicilia fra Otto e Novecento, UniorPress, Napoli, Italia 2020: 364 . 10.6093/978-88-6719-208-3 [http://hdl.handle.net/10807/204141]

Bartolomeo e Giuseppe Lagumina e gli Studi storici e orientali in Sicilia fra Otto e Novecento

Bellettini, Anna;
2020

Abstract

Il volume intende mettere a fuoco il clima culturale della Palermo fra Otto e Novecento, maturato sull’onda lunga degli interessi per il mondo arabo e orientale aperti dall’opera di Michele Amari (1806-1889). Centro della riflessione è la vita e l’opera di Bartolomeo Lagumina (1850-1931), personaggio emblematico, la cui produzione scientifica si dispiega in un periodo della storia dell’orientalismo italiano dominato dalle figure di Ignazio Guidi (1844-1935) e Carlo Alfonso Nallino (1872-1938), studiosi dalla forte personalità scientifica, con i quali Lagumina ebbe rapporti oscillanti fra il riconoscimento e la negazione. Ispettore del Museo Nazionale di Palermo, docente di ebraico e poi di arabo, prima presso il Seminario e poi all’Università di Palermo, ma anche canonico della Cattedrale di Palermo e infine vescovo di Agrigento, Bartolomeo Lagumina è un trait d’union tra ambienti culturali differenti, lontani e spesso opposti. La sua attività scientifica tocca ambiti distinti, dall’epigrafia e la numismatica arabo-sicule allo studio di importanti testi arabi ed ebraici (il Codice Martiniano dell’abate Vella, la Cronaca di Cambridge, il Libro della Palma di Abū Ḥātim al-Sijistānī, le lettere di r. ‘Ovadya da Bertinoro), giungendo fino al riordino delle principali collezioni orientali palermitane (il medagliere della Biblioteca Comunale e il catalogo dei codici orientali della Biblioteca Nazionale di Palermo). Insieme al fratello Giuseppe (1855-1931), Bartolomeo Lagumina crea il Codice diplomatico dei Giudei di Sicilia, uno strumento di lavoro, a lungo indispensabile, che raccoglie oltre mille documenti relativi alla storia delle comunità ebraiche di Sicilia, da Gregorio Magno fino all’espulsione del 1492-93. Il suo impegno culturale non coinvolge direttamente soltanto la città di Palermo ma anche Agrigento, dove Bartolomeo ebbe poi modo di curare il restauro della Cattedrale e il riordino delle collezioni diocesane al tempo del suo vescovato. Oltre a delineare la temperie di un’epoca il volume intende proporre un bilancio dell’attività scientifica di Bartolomeo e Giuseppe Lagumina, attualizzando e discutendo al contempo i frutti del loro lavoro.
2020
Italiano
978-88-6719-208-3
UniorPress
Bellettini, A., Mandalà, G. (eds.), Bartolomeo e Giuseppe Lagumina e gli Studi storici e orientali in Sicilia fra Otto e Novecento, UniorPress, Napoli, Italia 2020: 364 . 10.6093/978-88-6719-208-3 [http://hdl.handle.net/10807/204141]
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10807/204141
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact