La ricerca qui presentata è il proseguimento di un’indagine qualitativa cominciata a Milano nei primi mesi della pandemia Covid-19 (marzo/maggio 2020) che aveva l’obiettivo di mappare i luoghi di accoglienza e di cura che, dagli anni Settanta in poi, hanno visto le donne protagoniste. A un anno di distanza (febbraio/aprile 2021) ho ripreso la ricerca, raccogliendo una serie di interviste spesso fatte alle stesse persone , con un obiettivo che si è riorientato in modo leggermente diverso, inevitabilmente influenzato dalla situazione di crisi in cui Milano, come tutto il Paese, ha vissuto negli ultimi dodici mesi. Infatti, pur partendo dalla volontà di indagare e sottolineare il protagonismo femminile milanese, mi sono ritrovata a esplorare una particolare emergenza sociale. Un’emergenza che ha visto le donne vittime e protagoniste al tempo stesso: mi riferisco alla violenza di genere spesso arginata (o meglio “curata”) da servizi fortemente femminilizzati, nei quali è quotidiano l’impegno professionale e volontario soprattutto di operatrici donne. In realtà, come capiremo dalle testimonianze raccolte, più che di un’emergenza si tratta di una persistenza che tuttavia il Covid-19 ha evidenziato in maniera ancora più cruda. In questo contributo tramite le testimonianze di alcuni “servizi” storici della città di Milano , concentrerò l’attenzione su un aspetto specifico della violenza di genere, ovvero i maltrattamenti domestici (o Intimate partner violence) pur con la consapevolezza che la pandemia ha avuto un impatto diretto anche sulle altre forme che questo fenomeno purtroppo assume, quali i femminicidi, lo stalking, la violenza economica, psicologica, fisica, sessuale. Interrogarsi quindi se la violenza domestica abbia avuto o meno una recrudescenza durante la pandemia ha corrisposto al desiderio di mettere in evidenza alcuni aspetti di questo fenomeno che tendono più facilmente a essere misconosciuti o sminuiti in una serie di stereotipi e luoghi comuni che, nel vuoto e nel silenzio creato dalla pandemia, sono emersi con un nitore e un rumore frastornante. Ricostruirò, attraverso la voce di alcune protagoniste, un periodo molto singolare, in cui da un iniziale sbigottimento per la sospensione della normalità, delle abitudini e anche delle certezze dell’agire e delle relazioni si è passati a una difficile convivenza con un virus che non conosce confini geografici né barriere sociali. Il quadro che emerge è quello di una città fortemente provata, in cui però le donne e i servizi che sono stati al loro fianco hanno potuto non solo sperimentare formule inedite di cura e di accoglienza (sfruttando, ad esempio, reti di relazioni consolidate, le possibilità offerte dalle tecnologie digitali, e molte altre modalità alternative per offrire servizi e mantenere i contatti) ma anche capitalizzare una situazione che insperabilmente non è stata solo negativa. Paradossalmente, infatti, proprio grazie alla sua eccezionalità e pesantezza, il contesto pandemico ha permesso di accelerare consapevolezze e scelte che in condizioni ordinarie si sarebbero protratte nocivamente troppo a lungo.

Lunghi, C., I maltrattamenti domestici durante la pandemia: le donne vittime e protagoniste di un futuro diverso, in Lodigiani R, L. R. (ed.), Milano 2021. Rapporto sulla città, Fondazione Ambrosianeum, FrancoAngeli, MILANO -- ITA 2021: 2021 176- 193 [http://hdl.handle.net/10807/203417]

I maltrattamenti domestici durante la pandemia: le donne vittime e protagoniste di un futuro diverso

Lunghi, Carla
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2021

Abstract

La ricerca qui presentata è il proseguimento di un’indagine qualitativa cominciata a Milano nei primi mesi della pandemia Covid-19 (marzo/maggio 2020) che aveva l’obiettivo di mappare i luoghi di accoglienza e di cura che, dagli anni Settanta in poi, hanno visto le donne protagoniste. A un anno di distanza (febbraio/aprile 2021) ho ripreso la ricerca, raccogliendo una serie di interviste spesso fatte alle stesse persone , con un obiettivo che si è riorientato in modo leggermente diverso, inevitabilmente influenzato dalla situazione di crisi in cui Milano, come tutto il Paese, ha vissuto negli ultimi dodici mesi. Infatti, pur partendo dalla volontà di indagare e sottolineare il protagonismo femminile milanese, mi sono ritrovata a esplorare una particolare emergenza sociale. Un’emergenza che ha visto le donne vittime e protagoniste al tempo stesso: mi riferisco alla violenza di genere spesso arginata (o meglio “curata”) da servizi fortemente femminilizzati, nei quali è quotidiano l’impegno professionale e volontario soprattutto di operatrici donne. In realtà, come capiremo dalle testimonianze raccolte, più che di un’emergenza si tratta di una persistenza che tuttavia il Covid-19 ha evidenziato in maniera ancora più cruda. In questo contributo tramite le testimonianze di alcuni “servizi” storici della città di Milano , concentrerò l’attenzione su un aspetto specifico della violenza di genere, ovvero i maltrattamenti domestici (o Intimate partner violence) pur con la consapevolezza che la pandemia ha avuto un impatto diretto anche sulle altre forme che questo fenomeno purtroppo assume, quali i femminicidi, lo stalking, la violenza economica, psicologica, fisica, sessuale. Interrogarsi quindi se la violenza domestica abbia avuto o meno una recrudescenza durante la pandemia ha corrisposto al desiderio di mettere in evidenza alcuni aspetti di questo fenomeno che tendono più facilmente a essere misconosciuti o sminuiti in una serie di stereotipi e luoghi comuni che, nel vuoto e nel silenzio creato dalla pandemia, sono emersi con un nitore e un rumore frastornante. Ricostruirò, attraverso la voce di alcune protagoniste, un periodo molto singolare, in cui da un iniziale sbigottimento per la sospensione della normalità, delle abitudini e anche delle certezze dell’agire e delle relazioni si è passati a una difficile convivenza con un virus che non conosce confini geografici né barriere sociali. Il quadro che emerge è quello di una città fortemente provata, in cui però le donne e i servizi che sono stati al loro fianco hanno potuto non solo sperimentare formule inedite di cura e di accoglienza (sfruttando, ad esempio, reti di relazioni consolidate, le possibilità offerte dalle tecnologie digitali, e molte altre modalità alternative per offrire servizi e mantenere i contatti) ma anche capitalizzare una situazione che insperabilmente non è stata solo negativa. Paradossalmente, infatti, proprio grazie alla sua eccezionalità e pesantezza, il contesto pandemico ha permesso di accelerare consapevolezze e scelte che in condizioni ordinarie si sarebbero protratte nocivamente troppo a lungo.
2021
Italiano
Milano 2021. Rapporto sulla città, Fondazione Ambrosianeum
9788835125310
FrancoAngeli
2021
Lunghi, C., I maltrattamenti domestici durante la pandemia: le donne vittime e protagoniste di un futuro diverso, in Lodigiani R, L. R. (ed.), Milano 2021. Rapporto sulla città, Fondazione Ambrosianeum, FrancoAngeli, MILANO -- ITA 2021: 2021 176- 193 [http://hdl.handle.net/10807/203417]
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