L’opera di Alessandro Pizzorusso è attraversata da alcuni temi ricorrenti, da tempo messi in luce negli approfondimenti a lui dedicati e, in particolare, nella bibliografia ragionata curata dai suoi allievi nel 2005 . Uno di questi temi emerge sin da uno dei saggi più risalenti fra quelli ora ripubblicati (nella collana dedicata ai «Costituzionalisti del XX secolo») e continua a riaffiorare in molti altri studi dedicati all’ordinamento giudiziario e alle fonti del diritto. È la questione del «concorso del potere giudiziario al processo di creazione-attuazione del diritto» , polarizzata attorno a due concetti: la qualificazione del precedente giudiziario come fonte del diritto, da un lato, e, dall’altro, le condizioni istituzionali e culturali che consentono tale affermazione. Questo contributo consiste in una rilettura di alcune pagine dedicate da Pizzorusso a tali concetti (rispettivamente, § 2 e § 3) e nella messa a confronto con orientamenti scientifici differenti (§ 4). Le conclusioni (§ 5) saranno nel senso che: nello stesso pensiero dell’autore oggi ricordato, l’assimilazione della giurisprudenza alle fonti del diritto è plausibile più sul piano logico che su quello dogmatico; ciò non vuole dire affatto che, così intesa, essa non sia giuridicamente rilevante, né in linea generale, né tantomeno in relazione al suo impatto sulle fonti del diritto in senso dogmatico, considerate al momento della loro applicazione; per comprendere questa dinamica, occorre considerare le condizioni che, da un lato, consentono di parlare di creatività della giurisprudenza (o discrezionalità, valutatività ecc., secondo le varie prospettazioni dottrinali che saranno richiamate) e, dall’altro, richiedono che tale prerogativa sia esercitata con prudenza.
Massa, M., Fonti culturali del diritto e cultura giudiziaria. Rileggendo Alessandro Pizzorusso, in Messerini, V., Romboli, R., Rossi, E., Sperti, A., Tarchi, R. (ed.), Ricordando Alessandro Pizzorusso. L'ordinamento giudiziario (Pisa, 15 dicembre 2020), Pisa University Press, Pisa 2021: 429- 460 [https://hdl.handle.net/10807/200184]
Fonti culturali del diritto e cultura giudiziaria. Rileggendo Alessandro Pizzorusso
Massa, Michele
2021
Abstract
L’opera di Alessandro Pizzorusso è attraversata da alcuni temi ricorrenti, da tempo messi in luce negli approfondimenti a lui dedicati e, in particolare, nella bibliografia ragionata curata dai suoi allievi nel 2005 . Uno di questi temi emerge sin da uno dei saggi più risalenti fra quelli ora ripubblicati (nella collana dedicata ai «Costituzionalisti del XX secolo») e continua a riaffiorare in molti altri studi dedicati all’ordinamento giudiziario e alle fonti del diritto. È la questione del «concorso del potere giudiziario al processo di creazione-attuazione del diritto» , polarizzata attorno a due concetti: la qualificazione del precedente giudiziario come fonte del diritto, da un lato, e, dall’altro, le condizioni istituzionali e culturali che consentono tale affermazione. Questo contributo consiste in una rilettura di alcune pagine dedicate da Pizzorusso a tali concetti (rispettivamente, § 2 e § 3) e nella messa a confronto con orientamenti scientifici differenti (§ 4). Le conclusioni (§ 5) saranno nel senso che: nello stesso pensiero dell’autore oggi ricordato, l’assimilazione della giurisprudenza alle fonti del diritto è plausibile più sul piano logico che su quello dogmatico; ciò non vuole dire affatto che, così intesa, essa non sia giuridicamente rilevante, né in linea generale, né tantomeno in relazione al suo impatto sulle fonti del diritto in senso dogmatico, considerate al momento della loro applicazione; per comprendere questa dinamica, occorre considerare le condizioni che, da un lato, consentono di parlare di creatività della giurisprudenza (o discrezionalità, valutatività ecc., secondo le varie prospettazioni dottrinali che saranno richiamate) e, dall’altro, richiedono che tale prerogativa sia esercitata con prudenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.