Nel volume sono raccolti gli atti del Seminario omonimo ospitato dalla sede di Milano dell’Università Cattolica del Sacro Cuore il 24 maggio 2021, che risponde ad un’esigenza di studio e di approfondimento sul fondamento e sulla tenuta della tradizionale ricostruzione delle relazioni ordinamentali tra l’amministrare ed il giudicare (termini che si è preferito utilizzare per dare un maggiore risalto alle funzioni esercitate rispetto agli apparati che le esercitano). Si tratta di un tema apparentemente lontano dalle sollecitazioni più immediate e recenti emergenti da prassi, dottrina e giurisprudenza, ma che in realtà attraversa trasversalmente molte fra le questioni attualmente più dibattute del diritto amministrativo. La scelta dei termini amministrare e giudicare, oggettivati nell’espressione della funzione, chiarisce meglio l’ipotesi di indagine: la funzione dell’amministrare e la funzione del giudicare (in particolare, ad opera del giudice amministrativo) e il loro reciproco atteggiarsi per l’ordinamento e nell’ordinamento appaiono avere un preciso fondamento differenziale. La differenza tra esercizio della funzione giurisdizionale ed esercizio della funzione amministrativa non è probabilmente insita nella natura dei due ordini di per sé considerata; appare invece discendere dall’ordinamento, inteso come molteplicità di fattori che compongono il sistema giuridico: i vincoli costituzionali, le interpretazioni della dottrina e della giurisprudenza costituzionale confortano in tale direzione. Tuttavia, proprio la doverosità del modo di svolgimento delle due funzioni, in presenza dei presupposti per il loro esercizio, impone di verificare se, fino a che punto e con quali conseguenze, in talune ipotesi il giudice amministrativo possa amministrare (assecondando una tendenza del nostro tempo alla pervasività della giurisdizione) e in altre ipotesi l’amministrazione giudicare o comunque prescindere dal sindacato giurisdizionale (assecondando un’altra tendenza del nostro tempo, quella alla ‘economicità’ delle decisioni). Quest’esigenza di comprensione e di sistemazione teorica e concettuale in ordine alle conseguenze sul piano ordinamentale di eventuali trasformazioni ha mosso l’organizzazione del seminario e la pubblicazione dei suoi atti: verificare se le trasformazioni siano tali da far diventare le cose altro da ciò che dapprima erano.

Cerbo, P., D'Angelo, G., Spuntarelli, S. (eds.), Amministrare e giudicare: trasformazioni ordinamentali, Jovene Editore, Napoli 2022: 474 [http://hdl.handle.net/10807/198264]

Amministrare e giudicare: trasformazioni ordinamentali

Cerbo, Pasquale
;
D'Angelo, Giovanni
;
2022

Abstract

Nel volume sono raccolti gli atti del Seminario omonimo ospitato dalla sede di Milano dell’Università Cattolica del Sacro Cuore il 24 maggio 2021, che risponde ad un’esigenza di studio e di approfondimento sul fondamento e sulla tenuta della tradizionale ricostruzione delle relazioni ordinamentali tra l’amministrare ed il giudicare (termini che si è preferito utilizzare per dare un maggiore risalto alle funzioni esercitate rispetto agli apparati che le esercitano). Si tratta di un tema apparentemente lontano dalle sollecitazioni più immediate e recenti emergenti da prassi, dottrina e giurisprudenza, ma che in realtà attraversa trasversalmente molte fra le questioni attualmente più dibattute del diritto amministrativo. La scelta dei termini amministrare e giudicare, oggettivati nell’espressione della funzione, chiarisce meglio l’ipotesi di indagine: la funzione dell’amministrare e la funzione del giudicare (in particolare, ad opera del giudice amministrativo) e il loro reciproco atteggiarsi per l’ordinamento e nell’ordinamento appaiono avere un preciso fondamento differenziale. La differenza tra esercizio della funzione giurisdizionale ed esercizio della funzione amministrativa non è probabilmente insita nella natura dei due ordini di per sé considerata; appare invece discendere dall’ordinamento, inteso come molteplicità di fattori che compongono il sistema giuridico: i vincoli costituzionali, le interpretazioni della dottrina e della giurisprudenza costituzionale confortano in tale direzione. Tuttavia, proprio la doverosità del modo di svolgimento delle due funzioni, in presenza dei presupposti per il loro esercizio, impone di verificare se, fino a che punto e con quali conseguenze, in talune ipotesi il giudice amministrativo possa amministrare (assecondando una tendenza del nostro tempo alla pervasività della giurisdizione) e in altre ipotesi l’amministrazione giudicare o comunque prescindere dal sindacato giurisdizionale (assecondando un’altra tendenza del nostro tempo, quella alla ‘economicità’ delle decisioni). Quest’esigenza di comprensione e di sistemazione teorica e concettuale in ordine alle conseguenze sul piano ordinamentale di eventuali trasformazioni ha mosso l’organizzazione del seminario e la pubblicazione dei suoi atti: verificare se le trasformazioni siano tali da far diventare le cose altro da ciò che dapprima erano.
2022
Italiano
978-88-243-2735-0
Jovene Editore
Cerbo, P., D'Angelo, G., Spuntarelli, S. (eds.), Amministrare e giudicare: trasformazioni ordinamentali, Jovene Editore, Napoli 2022: 474 [http://hdl.handle.net/10807/198264]
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