La convinzione che alimenta i saggi raccolti in questo volume è che la definizione ‘realistica’ della democrazia, delineata a partire dalle celebri pagine Joseph A. Schumpeter, si fondi su una riduzione ‘monodimensionale’ della realtà. Una riduzione che coglie solo alcuni aspetti dei reali regimi democratici e che tralascia invece di considerare la cornice storica, economica e militare in cui il vecchio termine-concetto di ‘democrazia’ si è ridefinito, nel corso del Ventesimo secolo, diventando qualcosa di completamente diverso rispetto al passato. Una simile rappresentazione si basa, in particolare, su una programmatica ‘espulsione’ dei valori. Non solo perché rimuove l’idea che le democrazie debbano perseguire i grandi valori democratici, ma, soprattutto, perché esclude l’idea che determinati valori costituiscano il sostegno che regge un concreto regime democratico. In questo modo, la teoria ‘realistica’ costruisce l’immagine di una sorta di manichino ‘senza qualità’, mentre la democrazia appare come una ‘democrazia senza qualità’. Come una forma svuotata di ogni sostanza politica, etica e ideologica, eppure – come l'«uomo senza qualità» di Musil – disposta in fondo a ogni risoluzione.
Palano, D., La democrazia senza qualità. Appunti sulle "promesse non mantenute" della teoria democratica, Uni Service, Trento 2010: 220 [http://hdl.handle.net/10807/19675]
La democrazia senza qualità. Appunti sulle "promesse non mantenute" della teoria democratica
Palano, Damiano
2010
Abstract
La convinzione che alimenta i saggi raccolti in questo volume è che la definizione ‘realistica’ della democrazia, delineata a partire dalle celebri pagine Joseph A. Schumpeter, si fondi su una riduzione ‘monodimensionale’ della realtà. Una riduzione che coglie solo alcuni aspetti dei reali regimi democratici e che tralascia invece di considerare la cornice storica, economica e militare in cui il vecchio termine-concetto di ‘democrazia’ si è ridefinito, nel corso del Ventesimo secolo, diventando qualcosa di completamente diverso rispetto al passato. Una simile rappresentazione si basa, in particolare, su una programmatica ‘espulsione’ dei valori. Non solo perché rimuove l’idea che le democrazie debbano perseguire i grandi valori democratici, ma, soprattutto, perché esclude l’idea che determinati valori costituiscano il sostegno che regge un concreto regime democratico. In questo modo, la teoria ‘realistica’ costruisce l’immagine di una sorta di manichino ‘senza qualità’, mentre la democrazia appare come una ‘democrazia senza qualità’. Come una forma svuotata di ogni sostanza politica, etica e ideologica, eppure – come l'«uomo senza qualità» di Musil – disposta in fondo a ogni risoluzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.