La ricerca rappresenta un proseguimento delle precedenti fasi di indagine sui percorsi formativi dei giovani stranieri (14-19 anni) in situazione di diritto-dovere di istruzione e formazione (Rapporti 2005 e 2006). Scopo di questo approfondimento è, da un lato, studiare le istituzioni formative, per individuare strategie e buone prassi nell accoglienza, sostegno e accompagnamento dell utenza straniera e per cogliere atteggiamenti e comportamenti degli operatori della formazione professionale nei confronti degli allievi stranieri; dall altro, approfondire le caratteristiche della presenza di utenti stranieri nella formazione professionale in Lombardia, ricostruendone i percorsi e gli sbocchi occupazionali. Si vuole capire se la variabile straniera abbia una visibilità all interno del sistema di Ifp lombardo, e come venga interpretata: se come un costo aggiuntivo, o viceversa, come una nuova opportunità. Dall analisi dei dati di flusso, l effettuazione di 2 studi di caso, uno a Milano (CFP Enaip di v. Giacinti) e uno a Brescia (CFP Zanardelli di via Gamba), e una trentina di interviste qualitative a giovani stranieri collocati al lavoro dopo aver frequentato corsi di Fp, si delinea uno scenario tutt altro che allarmante. L accesso alla formazione professionale per questi utenti è aperto e ampiamente utilizzato non solo come alternativa ai percorsi di istruzione, ma anche come prima tappa formativa che prelude a un proseguimento nell istruzione e all università. Anche gli indicatori di successo formativo e occupazionale sono del tutto positivi per questa tipologia di utenza, che non tarda in media a qualificarsi e a trovare sbocchi sul territorio. Tuttavia, con l aumento esponenziale di allievi stranieri, stanno emergendo nuove problematiche: l orientamento (che si trasforma spesso in una canalizzazione forzata degli straneiri verso la Fp), le problematiche linguistiche nella fase di inserimento e l impossibilità di inserire attività di alfabetizzazione adf hoc, la scolasticizzazione dei percorsi di Fp dopo la riforma del DDIF che porta gli stranieri maggiormente in svantaggio di fornte a curricoli più corposi sul piano culturale, il rapporto con le famiglie, reso sovente difficoltoso dalla mancanza di conoscenza dell italiano, ma altre volte anche da un sovraccarico dei genitori stessi dal punto di vista degli impegni lavorativi, le misure da mettere in campo per affrontare l aumento tendenziale di atteggiamenti e comportamenti discriminatori, il bisogno degli operatori di riflettere maggiormente su strategie per migliorare le relazioni interculturali in aula e nei luoghi di lavoro, nonché il ripensamento dei moduli ofrmativi per venire incontro a esigenze tempistiche e culturali diversificate. Colpisce, dall analisi dei materiali di intervista e dalle numerose informazioni raccolte, la capacità di governance da parte dei responsabili e degli operatori della Fp, cioè la capacità di stare dentro il processo di trasformazione in modo attivo e consapevole, attivando risorse e legami e mettendo in campo strategie di innovazione. Di fatto, l utenza straniera appare con una sua visibilità resa invisibile sia dall impostazione di fondo di questo contesto formativo, che presta una cura circostanziata e anche individualizzata a ciascun allievo, sia dalla mancanza di misure finalizzate a favore degli stranieri. L invisibilità tuttavia non significa trascuratezza o mancanza di sensibilità alla realtà multiculturale delle classi, piuttosto gli operatori mostrano un impegno per la ricollocazione della questione straniera all interno di una normalità quotidiana, fatta di continue situazioni da affrontare, a volte con problematiche molto simili a quelle messe in evidenza dai compagni italiani.

Colombo, M., Besozzi, E. (eds.), Tra formazione e lavoro. Giovani stranieri e buone pratiche nella formazione professionale regionale, Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità (ORIM), Milano 2009: 174 [http://hdl.handle.net/10807/19227]

Tra formazione e lavoro. Giovani stranieri e buone pratiche nella formazione professionale regionale

Colombo, Maddalena;Besozzi, Elena
2009

Abstract

La ricerca rappresenta un proseguimento delle precedenti fasi di indagine sui percorsi formativi dei giovani stranieri (14-19 anni) in situazione di diritto-dovere di istruzione e formazione (Rapporti 2005 e 2006). Scopo di questo approfondimento è, da un lato, studiare le istituzioni formative, per individuare strategie e buone prassi nell accoglienza, sostegno e accompagnamento dell utenza straniera e per cogliere atteggiamenti e comportamenti degli operatori della formazione professionale nei confronti degli allievi stranieri; dall altro, approfondire le caratteristiche della presenza di utenti stranieri nella formazione professionale in Lombardia, ricostruendone i percorsi e gli sbocchi occupazionali. Si vuole capire se la variabile straniera abbia una visibilità all interno del sistema di Ifp lombardo, e come venga interpretata: se come un costo aggiuntivo, o viceversa, come una nuova opportunità. Dall analisi dei dati di flusso, l effettuazione di 2 studi di caso, uno a Milano (CFP Enaip di v. Giacinti) e uno a Brescia (CFP Zanardelli di via Gamba), e una trentina di interviste qualitative a giovani stranieri collocati al lavoro dopo aver frequentato corsi di Fp, si delinea uno scenario tutt altro che allarmante. L accesso alla formazione professionale per questi utenti è aperto e ampiamente utilizzato non solo come alternativa ai percorsi di istruzione, ma anche come prima tappa formativa che prelude a un proseguimento nell istruzione e all università. Anche gli indicatori di successo formativo e occupazionale sono del tutto positivi per questa tipologia di utenza, che non tarda in media a qualificarsi e a trovare sbocchi sul territorio. Tuttavia, con l aumento esponenziale di allievi stranieri, stanno emergendo nuove problematiche: l orientamento (che si trasforma spesso in una canalizzazione forzata degli straneiri verso la Fp), le problematiche linguistiche nella fase di inserimento e l impossibilità di inserire attività di alfabetizzazione adf hoc, la scolasticizzazione dei percorsi di Fp dopo la riforma del DDIF che porta gli stranieri maggiormente in svantaggio di fornte a curricoli più corposi sul piano culturale, il rapporto con le famiglie, reso sovente difficoltoso dalla mancanza di conoscenza dell italiano, ma altre volte anche da un sovraccarico dei genitori stessi dal punto di vista degli impegni lavorativi, le misure da mettere in campo per affrontare l aumento tendenziale di atteggiamenti e comportamenti discriminatori, il bisogno degli operatori di riflettere maggiormente su strategie per migliorare le relazioni interculturali in aula e nei luoghi di lavoro, nonché il ripensamento dei moduli ofrmativi per venire incontro a esigenze tempistiche e culturali diversificate. Colpisce, dall analisi dei materiali di intervista e dalle numerose informazioni raccolte, la capacità di governance da parte dei responsabili e degli operatori della Fp, cioè la capacità di stare dentro il processo di trasformazione in modo attivo e consapevole, attivando risorse e legami e mettendo in campo strategie di innovazione. Di fatto, l utenza straniera appare con una sua visibilità resa invisibile sia dall impostazione di fondo di questo contesto formativo, che presta una cura circostanziata e anche individualizzata a ciascun allievo, sia dalla mancanza di misure finalizzate a favore degli stranieri. L invisibilità tuttavia non significa trascuratezza o mancanza di sensibilità alla realtà multiculturale delle classi, piuttosto gli operatori mostrano un impegno per la ricollocazione della questione straniera all interno di una normalità quotidiana, fatta di continue situazioni da affrontare, a volte con problematiche molto simili a quelle messe in evidenza dai compagni italiani.
2009
Italiano
COLOMBO, MADDALENA; BESOZZI, ELENA; SANTAGATI, MARIAGRAZIA; RINALDI, EMANUELA EMILIA; COLOMBO, CHIARA; MARZULLI, MICHELE
9788864470047
Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità (ORIM)
Colombo, M., Besozzi, E. (eds.), Tra formazione e lavoro. Giovani stranieri e buone pratiche nella formazione professionale regionale, Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità (ORIM), Milano 2009: 174 [http://hdl.handle.net/10807/19227]
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