A quasi vent’anni di distanza, gli attacchi dell’11 settembre 2001 costituiscono il singolo avvenimento che più ha inciso su questa prima parte di XXI secolo. Oltre a influenzare in misura profonda le scelte di Washington in ambito di politica estera, infatti, il 9/11 ha idealmente segnato l’epilogo del momento unipolare a guida statunitense seguito alla fine della Guerra fredda, ponendo le basi per un assetto internazionale che registra la costante ascesa di un numero crescente di medie e grandi potenze. E questo, come ormai pare evidente, non tanto a causa dell’offensiva scatenata dal network qaidista contro le posizioni e gli interessi americani, ma (anche) come diretta conseguenza di scelte errate maturate nell’ambito di una “war on terror” mal concepita e gestita ancora peggio sul piano ideologico, strategico e comunicativo. In un certo senso, quindi, benché al-Qa‘ida non sia riuscita nel suo duplice intento di “tagliare la testa del serpente americano” e di trasformarsi nel catalizzatore di un cambiamento in grado di restituire al mondo islamico unità e leadership perdute, essa ha contribuito a innescare un processo che ha portato a una profonda ridefinizione degli assetti internazionali. Alla luce di tali considerazioni appare fondamentale riflettere sulle molteplici eredità della stagione inaugurata dagli eventi del 9/11 e su come essa abbia inciso sugli equilibri interni ed esterni alla galassia jihadista. Muovendo da tali basi, la presente analisi si concentrerà prima sull’impatto causato dalle operazioni dell’11 settembre 2001 su al-Qa‘ida e sul dibattito che esse hanno generato, per poi prendere in esame il ruolo giocato dal teatro operativo destinato a divenire l’asse attorno al quale avrebbe finito col ruotare l’evoluzione del jihadismo globale di matrice qaidista: l’Iraq. Particolare attenzione verrà quindi dedicata al processo che ha portato una formazione minore come Tawhid wa-l Jihad a divenire una realtà di prima grandezza del panorama jihadista, così come alle conseguenze che questo ha avuto sulla leadership di al-Qa‘ida e sulle dinamiche interne dell’intero movimento. Fattori, questi, che - a distanza di quasi quattro anni dalla liberazione della città di Mosul – continuano a influenzare profondamente gli equilibri e le direttrici di una galassia jihadista in continuo cambiamento.
Plebani, A., La galassia jihadista venti anni dopo: una visione di insieme, in Redaelli, R., Plebani, A. (ed.), Dinamiche geopolitiche contemporanee. Ce.St.In.Geo. geopolitical outlook 2021, EDUCatt, Milano 2021: 149- 173 [http://hdl.handle.net/10807/186789]
La galassia jihadista venti anni dopo: una visione di insieme
Plebani, Andrea
2021
Abstract
A quasi vent’anni di distanza, gli attacchi dell’11 settembre 2001 costituiscono il singolo avvenimento che più ha inciso su questa prima parte di XXI secolo. Oltre a influenzare in misura profonda le scelte di Washington in ambito di politica estera, infatti, il 9/11 ha idealmente segnato l’epilogo del momento unipolare a guida statunitense seguito alla fine della Guerra fredda, ponendo le basi per un assetto internazionale che registra la costante ascesa di un numero crescente di medie e grandi potenze. E questo, come ormai pare evidente, non tanto a causa dell’offensiva scatenata dal network qaidista contro le posizioni e gli interessi americani, ma (anche) come diretta conseguenza di scelte errate maturate nell’ambito di una “war on terror” mal concepita e gestita ancora peggio sul piano ideologico, strategico e comunicativo. In un certo senso, quindi, benché al-Qa‘ida non sia riuscita nel suo duplice intento di “tagliare la testa del serpente americano” e di trasformarsi nel catalizzatore di un cambiamento in grado di restituire al mondo islamico unità e leadership perdute, essa ha contribuito a innescare un processo che ha portato a una profonda ridefinizione degli assetti internazionali. Alla luce di tali considerazioni appare fondamentale riflettere sulle molteplici eredità della stagione inaugurata dagli eventi del 9/11 e su come essa abbia inciso sugli equilibri interni ed esterni alla galassia jihadista. Muovendo da tali basi, la presente analisi si concentrerà prima sull’impatto causato dalle operazioni dell’11 settembre 2001 su al-Qa‘ida e sul dibattito che esse hanno generato, per poi prendere in esame il ruolo giocato dal teatro operativo destinato a divenire l’asse attorno al quale avrebbe finito col ruotare l’evoluzione del jihadismo globale di matrice qaidista: l’Iraq. Particolare attenzione verrà quindi dedicata al processo che ha portato una formazione minore come Tawhid wa-l Jihad a divenire una realtà di prima grandezza del panorama jihadista, così come alle conseguenze che questo ha avuto sulla leadership di al-Qa‘ida e sulle dinamiche interne dell’intero movimento. Fattori, questi, che - a distanza di quasi quattro anni dalla liberazione della città di Mosul – continuano a influenzare profondamente gli equilibri e le direttrici di una galassia jihadista in continuo cambiamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.