Nel corso degli ultimi 20 anni, il livello di consapevolezza circa gli impatti ambientali e sociali che le attività economiche svolte dalle imprese producono nel proprio contesto è progressivamente cresciuto. Oggi tali impatti sono ormai entrati a far parte dei modelli di valutazione impiegati per definire la capacità di una impresa di generare valore nel tempo. Idealmente è possibile identificare un momento formale a partire dal quale questa consapevolezza ha trovato progressiva affermazione: si tratta della pubblicazione nel 1987 del cd. rapporto Brundtland Our Common Future da parte della Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (WCED, 1987). In risposta a quelle che in principio erano identificate come preoccupazioni della collettività e dei portatori di interesse e che nel tempo hanno assunto sempre di più il ruolo di legittime aspettative, le imprese hanno cominciato ad adottare approcci contraddistinti da una sempre maggiore trasparenza in merito agli impatti generati. La riflessione proposta in questo capitolo prende le mosse dal riconoscimento della sostanziale importanza che le imprese, specie di grandi dimensioni, si impegnino a dotarsi di un quadro di strumenti di rendicontazione tra loro integrati, capace di fornire informazioni tanto sulle performance finanziarie quanto su quelle non finanziarie, restituendo periodicamente dati che aiutano a comprendere come le diverse tipologie di capitale di cui l’impresa si dota sono state impiegate per generare valore. Lo sviluppo di tale riflessione, nel proseguo del capitolo, propone anzitutto una ricognizione delle teorie che aiutano a comprendere perché un’impresa può trarre utilità dall’adozione di tale approccio. La seconda parte del capitolo assume un taglio più analitico prendendo a riferimento l’elenco delle imprese italiane descritto nell’introduzione.
Galli, D., L’esperienza di rendicontazione non-finanziaria. Buone pratiche ed evoluzioni necessarie, in Davide Gall, D. G., Riccardo Torell, R. T. (ed.), Il valore della sostenibilità. Modelli emergenti di rendicontazione non finanziaria tra le imprese italiane leader ESG, FrancoAngeli, Milano 2021: <<ACCOUNTING & BUSINESS STUDIES>>, 2021 52- 99 [http://hdl.handle.net/10807/184193]
L’esperienza di rendicontazione non-finanziaria. Buone pratiche ed evoluzioni necessarie
Galli, Davide
2021
Abstract
Nel corso degli ultimi 20 anni, il livello di consapevolezza circa gli impatti ambientali e sociali che le attività economiche svolte dalle imprese producono nel proprio contesto è progressivamente cresciuto. Oggi tali impatti sono ormai entrati a far parte dei modelli di valutazione impiegati per definire la capacità di una impresa di generare valore nel tempo. Idealmente è possibile identificare un momento formale a partire dal quale questa consapevolezza ha trovato progressiva affermazione: si tratta della pubblicazione nel 1987 del cd. rapporto Brundtland Our Common Future da parte della Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (WCED, 1987). In risposta a quelle che in principio erano identificate come preoccupazioni della collettività e dei portatori di interesse e che nel tempo hanno assunto sempre di più il ruolo di legittime aspettative, le imprese hanno cominciato ad adottare approcci contraddistinti da una sempre maggiore trasparenza in merito agli impatti generati. La riflessione proposta in questo capitolo prende le mosse dal riconoscimento della sostanziale importanza che le imprese, specie di grandi dimensioni, si impegnino a dotarsi di un quadro di strumenti di rendicontazione tra loro integrati, capace di fornire informazioni tanto sulle performance finanziarie quanto su quelle non finanziarie, restituendo periodicamente dati che aiutano a comprendere come le diverse tipologie di capitale di cui l’impresa si dota sono state impiegate per generare valore. Lo sviluppo di tale riflessione, nel proseguo del capitolo, propone anzitutto una ricognizione delle teorie che aiutano a comprendere perché un’impresa può trarre utilità dall’adozione di tale approccio. La seconda parte del capitolo assume un taglio più analitico prendendo a riferimento l’elenco delle imprese italiane descritto nell’introduzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.