49 persone sono state uccise in in seguito a due attacchi a due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda commessi da Brenton Tarrant australiano di 28 anni. Nella drammaticità dell’evento quello che più interessa è il manifesto pubblicato sul profilo Twitter dell’attentatore che elenca in modo dettagliato le ragioni di tale gesto. L’intero attentato è segnato da una attenzione comunicativa che si esprime prima nella trasmissione live dell’attentato e poi nelle 74 pagine di rivendicazione. Il live dell’attacco è soprattutto una lunga soggettiva di oltre 16 minuti, spesso con camera sul casco, musica di sottofondo in genere vecchie canzoni di soldati appiedati in marcia (tipo 1777 UK the British Granadiers march), in cui documenta l’azione e il successivo massacro dei feriti. La ripresa è quella del videogame con bocca dell’arma che spara inquadrata e target sullo sfondo: una ricerca di drammaticità comunicativa dichiarata nella rivendicazione con l’obiettivo di promuovere conflitto e cercare imitatori. L’analisi del documento di rivendicazione intitolato The Great Replacement riporta l’attenzione su alcuni elementi importanti, che mancano nella più generale comunicazione mediatica e che sono vittime di paradigmi interpretativi e di lettura oramai superati. La struttura è complessa e consiste di due parti principali organizzate da un punto di vista della comunicazione strategica come una conferenza stampa dove a domande poste vi sono pronte risposte. In generale, il documento si fonda sull’individuazione di un nemico che si sente in dovere di combattere per salvare “la sua gente” e garantire un futuro a persone che l’attentatore considera simili in termini etnici e culturali
Lombardi, M., Lucini, B., Attacco in Nuova Zelanda 1 – The Great Replacement: il “nuovo” estremismo transnazionale che non ti aspetti , 2019, URL: www.itstime.it [http://hdl.handle.net/10807/177296]
Attacco in Nuova Zelanda 1 – The Great Replacement: il “nuovo” estremismo transnazionale che non ti aspetti
Lombardi, Marco
;Lucini, Barbara
2019
Abstract
49 persone sono state uccise in in seguito a due attacchi a due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda commessi da Brenton Tarrant australiano di 28 anni. Nella drammaticità dell’evento quello che più interessa è il manifesto pubblicato sul profilo Twitter dell’attentatore che elenca in modo dettagliato le ragioni di tale gesto. L’intero attentato è segnato da una attenzione comunicativa che si esprime prima nella trasmissione live dell’attentato e poi nelle 74 pagine di rivendicazione. Il live dell’attacco è soprattutto una lunga soggettiva di oltre 16 minuti, spesso con camera sul casco, musica di sottofondo in genere vecchie canzoni di soldati appiedati in marcia (tipo 1777 UK the British Granadiers march), in cui documenta l’azione e il successivo massacro dei feriti. La ripresa è quella del videogame con bocca dell’arma che spara inquadrata e target sullo sfondo: una ricerca di drammaticità comunicativa dichiarata nella rivendicazione con l’obiettivo di promuovere conflitto e cercare imitatori. L’analisi del documento di rivendicazione intitolato The Great Replacement riporta l’attenzione su alcuni elementi importanti, che mancano nella più generale comunicazione mediatica e che sono vittime di paradigmi interpretativi e di lettura oramai superati. La struttura è complessa e consiste di due parti principali organizzate da un punto di vista della comunicazione strategica come una conferenza stampa dove a domande poste vi sono pronte risposte. In generale, il documento si fonda sull’individuazione di un nemico che si sente in dovere di combattere per salvare “la sua gente” e garantire un futuro a persone che l’attentatore considera simili in termini etnici e culturaliI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.