L’instabilità socio-politica diffusa di questi ultimi mesi, rappresentata da proteste e aperti scontri violenti nelle piazze di molte città del mondo e il differente profilo assunto dai nuovi scenari della minaccia terroristica, deve necessariamente interrogare chi si occupa della risposta a questi eventi. In particolare, l’attenzione dovrebbe essere posta, secondo i principi di crisis management spesso disattesi, su tutte le fasi di una crisi: dalla prevenzione / pianificazione alla risposta effettiva una volta la crisi si sia manifestata con tutta la sua portata di trasformazione. In questo quadro di grandi cambiamenti e nuove sfide, dove le minacce globali stanno subendo sostanziali evoluzioni che riguardano anche il modo attraverso il quale questi fenomeni vengono narrati e trattati, una riflessione sulle modalità di gestione di tali fenomeni è opportuna. In particolare, è meritevole un approfondimento circa le competenze necessarie a chi, in prima linea a livello operativo o istituzionale, è impegnato nella comprensione e risposta a tali mutevoli scenari. In questa prospettiva è emersa la peculiarità delle soft skill come nuovo approccio metodologico–operativo, utile per la messa in atto di prospettive europee e internazionali che stanno caratterizzando la gestione dei fenomeni legati all’estremismo, alla radicalizzazione e al terrorismo e che possono essere così identificate: community policing; multiagency approach e community intelligence. I tre ambiti si interconnettono con i bisogni emergenti di comprendere i profili e i caratteri del rischio, nonché lo scenario diffuso, globale, interdipendente all’interno del quale tale rischio si genera e manifesta.
Lucini, B., Soft Skill e competenze necessarie per la gestione di minacce attuali e future , 2019, URL: www.itstime.it [http://hdl.handle.net/10807/177285]
Soft Skill e competenze necessarie per la gestione di minacce attuali e future
Lucini, Barbara
Primo
2019
Abstract
L’instabilità socio-politica diffusa di questi ultimi mesi, rappresentata da proteste e aperti scontri violenti nelle piazze di molte città del mondo e il differente profilo assunto dai nuovi scenari della minaccia terroristica, deve necessariamente interrogare chi si occupa della risposta a questi eventi. In particolare, l’attenzione dovrebbe essere posta, secondo i principi di crisis management spesso disattesi, su tutte le fasi di una crisi: dalla prevenzione / pianificazione alla risposta effettiva una volta la crisi si sia manifestata con tutta la sua portata di trasformazione. In questo quadro di grandi cambiamenti e nuove sfide, dove le minacce globali stanno subendo sostanziali evoluzioni che riguardano anche il modo attraverso il quale questi fenomeni vengono narrati e trattati, una riflessione sulle modalità di gestione di tali fenomeni è opportuna. In particolare, è meritevole un approfondimento circa le competenze necessarie a chi, in prima linea a livello operativo o istituzionale, è impegnato nella comprensione e risposta a tali mutevoli scenari. In questa prospettiva è emersa la peculiarità delle soft skill come nuovo approccio metodologico–operativo, utile per la messa in atto di prospettive europee e internazionali che stanno caratterizzando la gestione dei fenomeni legati all’estremismo, alla radicalizzazione e al terrorismo e che possono essere così identificate: community policing; multiagency approach e community intelligence. I tre ambiti si interconnettono con i bisogni emergenti di comprendere i profili e i caratteri del rischio, nonché lo scenario diffuso, globale, interdipendente all’interno del quale tale rischio si genera e manifesta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.