Le proteste che da venerdì 23 Ottobre stanno interessando varie città e paesi in Italia sono il prodotto costruito dalla gestione dell’emergenza in Italia. Di emergenza infatti ancora si parla: con uno stato di emergenza prorogato a luglio e che, nonostante i margini di intervento nei mesi estivi, non ha prodotto risultati apprezzabili per quanto concerne la gestione della crisi – quale essa è ora – e non di una emergenza, individuata in una durata temporale circoscritta e supportata dall’ampia letteratura di crisis management. La pressione comunicativa traspare anche dalla scelta delle parole come per esempio “urgenza”, “interventi immediati”, che se potevano essere la cifra stilistica e comunicativa delle prime settimane di diffusione epidemica, ora diventano una ripetizione alla quale pochi prestano attenzione, essendo quest’ultima sempre più indirizzata alla comprensione delle “nuove misure urgenti da adottare per il superamento dell’emergenza.” La comunicazione della crisi, la scelta delle parole, tempi, strategie, metodi sono fondamentali per la gestione efficace e resiliente di eventi critici, mentre se attuate in modo inadeguato e inopportuno producono effetti negativi e deleteri sulla società colpita. Il risultato ultimo e più drammatico è quello di aggiungere caos e incertezza, producendo un maggiore senso diffuso di disorientamento e impotenza.
Lucini, B., L’Italia s’è desta e protesta , 2020, URL: www.itstime.it [http://hdl.handle.net/10807/177272]
L’Italia s’è desta e protesta
Lucini, Barbara
Primo
2020
Abstract
Le proteste che da venerdì 23 Ottobre stanno interessando varie città e paesi in Italia sono il prodotto costruito dalla gestione dell’emergenza in Italia. Di emergenza infatti ancora si parla: con uno stato di emergenza prorogato a luglio e che, nonostante i margini di intervento nei mesi estivi, non ha prodotto risultati apprezzabili per quanto concerne la gestione della crisi – quale essa è ora – e non di una emergenza, individuata in una durata temporale circoscritta e supportata dall’ampia letteratura di crisis management. La pressione comunicativa traspare anche dalla scelta delle parole come per esempio “urgenza”, “interventi immediati”, che se potevano essere la cifra stilistica e comunicativa delle prime settimane di diffusione epidemica, ora diventano una ripetizione alla quale pochi prestano attenzione, essendo quest’ultima sempre più indirizzata alla comprensione delle “nuove misure urgenti da adottare per il superamento dell’emergenza.” La comunicazione della crisi, la scelta delle parole, tempi, strategie, metodi sono fondamentali per la gestione efficace e resiliente di eventi critici, mentre se attuate in modo inadeguato e inopportuno producono effetti negativi e deleteri sulla società colpita. Il risultato ultimo e più drammatico è quello di aggiungere caos e incertezza, producendo un maggiore senso diffuso di disorientamento e impotenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.