Il processo di globalizzazione, la convergenza dei settori, l’intensificarsi delle dinamiche competitive, la crescente rilevanza della competizione fra “territori” hanno alimentato notevolmente l’interesse di politici, operatori economici e studiosi intorno al tema dello sviluppo locale, spingendo verso l’individuazione di nuove logiche, nuovi strumenti e nuove strategie di intervento. Parallelamente, l’attenzione e’ stata rivolta alla ricerca di una nuova articolazione dei rapporti fra diversi livelli di governo ossia dei diversi stakeholder coinvolti nella progettazione e realizzazione di azioni a sostegno dello sviluppo territoriale. I cambiamenti che appaiono rilevanti rispetto alle tematiche dello sviluppo locale possono essere ricondotti principalmente a tre fenomeni (Ciciotti, Spaziante, 2000) Il primo e’ rappresentato dalla cosiddetta “rivoluzione reticolare” (Pellicano, 2002, pag. 141) quale superamento del rigido dualismo gerarchia – mercato. Alla soluzione reticolare si può pervenire sia per via dell’organizzazione gerarchica provvedendo ad un re-engineering delle attività e costituendo un coordinamento tra attività esternalizzate (impresa a rete) sia dal mercato pervenendo ad un’aggregazione più o meno spontanea di piccole imprese (reti di impresa). La “rivoluzione” reticolare ha avuto il merito di evidenziare le potenzialità legate a modalità innovative d’interazione e coordinamento tra diverse organizzazioni. Il secondo fenomeno, peraltro connesso al precedente, concerne il nuovo rapporto fra impresa e territorio, in particolare nella chiave di lettura offerta dal concetto di glocalismo (Rullani, 1997a). Quest’ultimo sintetizza efficacemente la visione secondo cui, se è vero che la globalizzazione impone alle imprese di proporsi al mercato in modo globale, è altresì vero che anche la valorizzazione degli elementi specifici propri del territorio d’appartenenza può contribuire sensibilmente alla crescita di competitività (Rullani, 1997b; Vacca, 1995). Il localismo esprime, dunque, la misura in cui un’impresa faccia leva sul legame con il territorio d’origine o d’elezione, per la valorizzazione delle sue capacità distintive e il conseguimento di vantaggi competitivi. Il terzo fenomeno si sostanzia nell’emersione di una forte competizione territoriale focalizzata sulle specificità e sulle differenze esistenti tra “aree” e sulla conseguente capacità dei “territori” di rispondere più o meno efficacemente alle esigenze delle imprese. Le diversità dei territori sia rispetto alla specifica dotazione strutturale sia rispetto al ruolo delle istituzioni, la capacità concreta di queste ultime di interpretare i bisogni espressi dall’‘area’, le strategie competitive e le modalità d’intervento adottate per accrescere la capacità d’attrazione sono divenuti aspetti centrali nelle tematiche dello sviluppo locale. E’ evidente che tutti gli aspetti indicati, anche se in misura diversa, contribuiscono al riconoscimento della centralità della dimensione territoriale e introducono parallelamente il tema delle agenzie territoriali di sviluppo, base di partenza del presente lavoro.
Mele, R., Vesci, M., Cerrato, D., I Patti Territoriali, in Aa.Vv, A., L'innovazione nei servizi delle pubbliche amministrazioni per la competitività delle PMI, Giuffrè Editore, Milano 2004: 57-88 [http://hdl.handle.net/10807/170740]
I Patti Territoriali
Cerrato, Daniele
2004
Abstract
Il processo di globalizzazione, la convergenza dei settori, l’intensificarsi delle dinamiche competitive, la crescente rilevanza della competizione fra “territori” hanno alimentato notevolmente l’interesse di politici, operatori economici e studiosi intorno al tema dello sviluppo locale, spingendo verso l’individuazione di nuove logiche, nuovi strumenti e nuove strategie di intervento. Parallelamente, l’attenzione e’ stata rivolta alla ricerca di una nuova articolazione dei rapporti fra diversi livelli di governo ossia dei diversi stakeholder coinvolti nella progettazione e realizzazione di azioni a sostegno dello sviluppo territoriale. I cambiamenti che appaiono rilevanti rispetto alle tematiche dello sviluppo locale possono essere ricondotti principalmente a tre fenomeni (Ciciotti, Spaziante, 2000) Il primo e’ rappresentato dalla cosiddetta “rivoluzione reticolare” (Pellicano, 2002, pag. 141) quale superamento del rigido dualismo gerarchia – mercato. Alla soluzione reticolare si può pervenire sia per via dell’organizzazione gerarchica provvedendo ad un re-engineering delle attività e costituendo un coordinamento tra attività esternalizzate (impresa a rete) sia dal mercato pervenendo ad un’aggregazione più o meno spontanea di piccole imprese (reti di impresa). La “rivoluzione” reticolare ha avuto il merito di evidenziare le potenzialità legate a modalità innovative d’interazione e coordinamento tra diverse organizzazioni. Il secondo fenomeno, peraltro connesso al precedente, concerne il nuovo rapporto fra impresa e territorio, in particolare nella chiave di lettura offerta dal concetto di glocalismo (Rullani, 1997a). Quest’ultimo sintetizza efficacemente la visione secondo cui, se è vero che la globalizzazione impone alle imprese di proporsi al mercato in modo globale, è altresì vero che anche la valorizzazione degli elementi specifici propri del territorio d’appartenenza può contribuire sensibilmente alla crescita di competitività (Rullani, 1997b; Vacca, 1995). Il localismo esprime, dunque, la misura in cui un’impresa faccia leva sul legame con il territorio d’origine o d’elezione, per la valorizzazione delle sue capacità distintive e il conseguimento di vantaggi competitivi. Il terzo fenomeno si sostanzia nell’emersione di una forte competizione territoriale focalizzata sulle specificità e sulle differenze esistenti tra “aree” e sulla conseguente capacità dei “territori” di rispondere più o meno efficacemente alle esigenze delle imprese. Le diversità dei territori sia rispetto alla specifica dotazione strutturale sia rispetto al ruolo delle istituzioni, la capacità concreta di queste ultime di interpretare i bisogni espressi dall’‘area’, le strategie competitive e le modalità d’intervento adottate per accrescere la capacità d’attrazione sono divenuti aspetti centrali nelle tematiche dello sviluppo locale. E’ evidente che tutti gli aspetti indicati, anche se in misura diversa, contribuiscono al riconoscimento della centralità della dimensione territoriale e introducono parallelamente il tema delle agenzie territoriali di sviluppo, base di partenza del presente lavoro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.