La memoria di una città di Belforte, di fondazione antichissima, contenuta in diverse cronache tardomedievali milanesi si spiega con le vicende occorse al castello omonimo nel XII secolo. Durante lo scontro tra Federico I e Milano l’aristocrazia del Seprio (che esprimeva la magistratura consolare sepriese) si schierò con l’imperatore ed elesse il castello di Belforte a sua sede principale trasferendo in esso nel quinquennio 1162-1166 tutte le attività politiche ed economiche che precedentemente avevano avuto sede nella vicina Varese, con l’intenzione di colpire quest’ultima località in quanto appartenente alla giurisdizione temporale dell’arcivescovado ambrosiano fieramente antifedericiano. Il tentativo di costruire un’alternativa a Varese fallì a causa del cambiamento del quadro politico che portò alla sconfitta finale dell’imperatore e al ripristino dell’egemonia milanese nel territorio sepriese, a cui seguirono il progressivo abbandono della fortificazione, la trasformazione in abitazione rurale e la nascita del mito alimentato dei ruderi rimasti sul terreno.
Lucioni, A., Il castrum di Belforte presso Varese: mito, realtà e memoria. Il fallimento di un progetto politico nel Seprio in età federiciana, in Tamborini, M. (ed.), Il castello di Belforte. Conoscere il suo passato per progettare il suo futuro, da rudere a parco archeologico, Società storica varesina, Varese 2020: 9- 50 [http://hdl.handle.net/10807/167704]
Il castrum di Belforte presso Varese: mito, realtà e memoria. Il fallimento di un progetto politico nel Seprio in età federiciana
Lucioni, Alfredo
2020
Abstract
La memoria di una città di Belforte, di fondazione antichissima, contenuta in diverse cronache tardomedievali milanesi si spiega con le vicende occorse al castello omonimo nel XII secolo. Durante lo scontro tra Federico I e Milano l’aristocrazia del Seprio (che esprimeva la magistratura consolare sepriese) si schierò con l’imperatore ed elesse il castello di Belforte a sua sede principale trasferendo in esso nel quinquennio 1162-1166 tutte le attività politiche ed economiche che precedentemente avevano avuto sede nella vicina Varese, con l’intenzione di colpire quest’ultima località in quanto appartenente alla giurisdizione temporale dell’arcivescovado ambrosiano fieramente antifedericiano. Il tentativo di costruire un’alternativa a Varese fallì a causa del cambiamento del quadro politico che portò alla sconfitta finale dell’imperatore e al ripristino dell’egemonia milanese nel territorio sepriese, a cui seguirono il progressivo abbandono della fortificazione, la trasformazione in abitazione rurale e la nascita del mito alimentato dei ruderi rimasti sul terreno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.