La materia della revisione legale è stata investita negli ultimi anni da profondi mutamenti normativi, da continui aggiornamenti degli standard professionali di riferimento e, indirettamente, dal riflesso riverberato da modifiche intervenute in ambiti disciplinari attigui, influenti sull’oggetto e sulla organizzazione dell’attività del revisore. Relativamente al primo aspetto gli interventi legislativi dell’ultimo decennio, in particolare, sono stati volti al recepimento delle direttive comunitarie di armonizzazione ai principi internazionali di auditing. In particolare, il D.Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 ha recepito la Direttiva 2006/43/CE che, dettando nuove regole sulla revisione dei conti annuali e dei conti consolidati, si è proposta di perseguire una sostanziale armonizzazione europea degli obblighi in materia. La principale novità del D.Lgs. 39/2010 è stata, quindi, quella di raccogliere, in un unico testo normativo, le disposizioni in materia di revisione, sostituendo così la pluralità di discipline speciali fino ad allora in essere. Il quadro normativo previgente si presentava, infatti, molto articolato: le disposizioni erano contenute, in parte, all’interno del Codice Civile, che definiva le società soggette alla revisione, nonché i profili generali dell’esercizio dell’attività di revisione, e in parte, nel D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 88 che disciplinava i soggetti legittimati ad esercitare l’attività di revisione oltre che le modalità di tenuta del registro dei revisori contabili. Inoltre, erano previste norme speciali per le società con azioni quotate nei mercati regolamentati (D.Lgs. 58/1998), per le società assicurative (D.Lgs. 209/2005) e per le società operanti nel settore bancario e creditizio (D.Lgs. 385/1993). Con riferimento al secondo aspetto sul fronte comunitario, la Direttiva 2006/43/CE è stata modificata prima dalla Direttiva 2013/34/UE (recepita nel nostro ordinamento con il D.Lgs. 139/2015) e poi dalla Direttiva 2014/56/UE (recepita nel nostro ordinamento con il D.Lgs. 135/2016), per consentire l’adozione dei nuovi principi di revisione internazionali, ISA, con il fine di agevolarne la comprensione e la contestuale applicazione, e garantire un innalzamento complessivo dell’audit quality. In particolare, le direttive comunitarie del 2013 e del 2014 ampliavano ulteriormente la portata delle attività del revisore, richiedendo anche l’espressione di un giudizio sulla coerenza della Relazione sul-la gestione redatta dall’organo amministrativo. Infine la prospettiva trasversale, tipica dell’approccio alla revisione, ha determinato l’assunzione dei riflessi operativi di recenti modifiche normative introdotte nel quadro regolatorio quali il D.Lgs. 231/2001 in tema di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, il D.Lgs. 254/2016 sulla rendicontazione non finanziaria e il D.Lgs. 14/2019 sulla gestione della crisi d’impresa e dell’insolvenza.
Marinoni, M. A., 11. Relazione finale del revisore legale dei conti, in Anna Maria Fellegar, A. M. F. (ed.), Manuale di revisione legale. Logiche e strumenti, Giappichelli Editore, Torino 2020: 305- 320 [http://hdl.handle.net/10807/164745]
11. Relazione finale del revisore legale dei conti
Marinoni, Marco Angelo
Primo
2020
Abstract
La materia della revisione legale è stata investita negli ultimi anni da profondi mutamenti normativi, da continui aggiornamenti degli standard professionali di riferimento e, indirettamente, dal riflesso riverberato da modifiche intervenute in ambiti disciplinari attigui, influenti sull’oggetto e sulla organizzazione dell’attività del revisore. Relativamente al primo aspetto gli interventi legislativi dell’ultimo decennio, in particolare, sono stati volti al recepimento delle direttive comunitarie di armonizzazione ai principi internazionali di auditing. In particolare, il D.Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 ha recepito la Direttiva 2006/43/CE che, dettando nuove regole sulla revisione dei conti annuali e dei conti consolidati, si è proposta di perseguire una sostanziale armonizzazione europea degli obblighi in materia. La principale novità del D.Lgs. 39/2010 è stata, quindi, quella di raccogliere, in un unico testo normativo, le disposizioni in materia di revisione, sostituendo così la pluralità di discipline speciali fino ad allora in essere. Il quadro normativo previgente si presentava, infatti, molto articolato: le disposizioni erano contenute, in parte, all’interno del Codice Civile, che definiva le società soggette alla revisione, nonché i profili generali dell’esercizio dell’attività di revisione, e in parte, nel D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 88 che disciplinava i soggetti legittimati ad esercitare l’attività di revisione oltre che le modalità di tenuta del registro dei revisori contabili. Inoltre, erano previste norme speciali per le società con azioni quotate nei mercati regolamentati (D.Lgs. 58/1998), per le società assicurative (D.Lgs. 209/2005) e per le società operanti nel settore bancario e creditizio (D.Lgs. 385/1993). Con riferimento al secondo aspetto sul fronte comunitario, la Direttiva 2006/43/CE è stata modificata prima dalla Direttiva 2013/34/UE (recepita nel nostro ordinamento con il D.Lgs. 139/2015) e poi dalla Direttiva 2014/56/UE (recepita nel nostro ordinamento con il D.Lgs. 135/2016), per consentire l’adozione dei nuovi principi di revisione internazionali, ISA, con il fine di agevolarne la comprensione e la contestuale applicazione, e garantire un innalzamento complessivo dell’audit quality. In particolare, le direttive comunitarie del 2013 e del 2014 ampliavano ulteriormente la portata delle attività del revisore, richiedendo anche l’espressione di un giudizio sulla coerenza della Relazione sul-la gestione redatta dall’organo amministrativo. Infine la prospettiva trasversale, tipica dell’approccio alla revisione, ha determinato l’assunzione dei riflessi operativi di recenti modifiche normative introdotte nel quadro regolatorio quali il D.Lgs. 231/2001 in tema di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, il D.Lgs. 254/2016 sulla rendicontazione non finanziaria e il D.Lgs. 14/2019 sulla gestione della crisi d’impresa e dell’insolvenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.