Milano è indubbiamente, all’interno del panorama italiano, una città emblematica rispetto alle trasformazioni che attraversano più ampiamente le città contemporanee e interessano molteplici strati della vita urbana. Tali mutamenti hanno a che fare, in particolare, con l’incremento della mobilità (di persone e di informazioni, di capitali e di merci) e la crescente connessione con l’esterno. Si tratta di processi che, se da un lato interessano la città nel suo complesso, dall’altro non avvengono con la stessa velocità e le stesse modalità in ogni sua parte. La conseguenza è che aree urbane maggiormente collegate con altre città e altri contesti si trovano ad essere giustapposte ad altre zone che rimangono invece isolate a motivo della loro disconnessione con l’altrove. A Milano, per esempio, vi sono aree che, a motivo della presenza di vecchie fabbriche ormai dismesse divengono oggetto di ingenti investimenti che collocano, proprio all’interno dei vecchi capannoni, nuove funzioni (centri commerciali, show-room di moda, alberghi, centri congressi, ecc.) e attirano nuove popolazioni che transitano nel quartiere senza tuttavia sostarvi. Altre aree, magari attigue, subiscono al contrario un impoverimento e vengono ancor più marginalizzate, finendo per essere dei meri contenitori di gruppi sociali che sono ritenuti disfunzionali rispetto alla vita sociale contemporanea e come tali scarsamente o per nulla integrati. Proprio queste trasformazioni caratterizzano da vicino l’ex-zona 13 di Milano, in passato periferia industriale: esse mettono in luce come a poco a poco sia il volto stesso della città a modificarsi.

Martinelli, M., La ri-strutturazione delle periferie. Il caso della ex-zona 13, in Zucchetti, E. (ed.), Milano 2007. Rapporto sulla città, Franco Angeli, Milano 2007: 85- 109 [http://hdl.handle.net/10807/162851]

La ri-strutturazione delle periferie. Il caso della ex-zona 13

Martinelli, Monica
2007

Abstract

Milano è indubbiamente, all’interno del panorama italiano, una città emblematica rispetto alle trasformazioni che attraversano più ampiamente le città contemporanee e interessano molteplici strati della vita urbana. Tali mutamenti hanno a che fare, in particolare, con l’incremento della mobilità (di persone e di informazioni, di capitali e di merci) e la crescente connessione con l’esterno. Si tratta di processi che, se da un lato interessano la città nel suo complesso, dall’altro non avvengono con la stessa velocità e le stesse modalità in ogni sua parte. La conseguenza è che aree urbane maggiormente collegate con altre città e altri contesti si trovano ad essere giustapposte ad altre zone che rimangono invece isolate a motivo della loro disconnessione con l’altrove. A Milano, per esempio, vi sono aree che, a motivo della presenza di vecchie fabbriche ormai dismesse divengono oggetto di ingenti investimenti che collocano, proprio all’interno dei vecchi capannoni, nuove funzioni (centri commerciali, show-room di moda, alberghi, centri congressi, ecc.) e attirano nuove popolazioni che transitano nel quartiere senza tuttavia sostarvi. Altre aree, magari attigue, subiscono al contrario un impoverimento e vengono ancor più marginalizzate, finendo per essere dei meri contenitori di gruppi sociali che sono ritenuti disfunzionali rispetto alla vita sociale contemporanea e come tali scarsamente o per nulla integrati. Proprio queste trasformazioni caratterizzano da vicino l’ex-zona 13 di Milano, in passato periferia industriale: esse mettono in luce come a poco a poco sia il volto stesso della città a modificarsi.
2007
Italiano
Milano 2007. Rapporto sulla città
978-88-464-8830-5
Franco Angeli
Martinelli, M., La ri-strutturazione delle periferie. Il caso della ex-zona 13, in Zucchetti, E. (ed.), Milano 2007. Rapporto sulla città, Franco Angeli, Milano 2007: 85- 109 [http://hdl.handle.net/10807/162851]
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