Lo studio prende spunto da una rilettura della prassi seguita negli anni Novanta del secolo scorso per consentire un ampliamento sostenibile della base sociale del Consiglio d’Europa, dalla quale emerge peraltro una modifica di fatto delle condizioni sostanziali e procedurali previste dallo statuto per l’adesione all’organizzazione, e si propone di analizzare le modalità e gli strumenti di cui tale organizzazione può avvalersi per verificare il rispetto degli impegni assunti dagli Stati membri a diverso titolo. Ampia è infatti la gamma degli obblighi che derivano dall’appartenenza al Consiglio d’Europa e che gravano su tutti i membri, quale il dovere di cooperare alla realizzazione delle finalità previste dallo statuto. Ciò tuttavia non esclude che ulteriori impegni ad hoc, di carattere particolare e di varia natura, possano riguardare solo un numero ristretto di Stati. Tale è il caso degli impegni negoziati individualmente da ciascun candidato all’adesione in funzione della sua particolare situazione e del livello di conformità del suo ordinamento giuridico agli standard europei. Ma la cooperazione con il Consiglio d’Europa presuppone anche la ratifica dei trattati internazionali conclusi nei diversi ambiti di attività dell’organizzazione da parte degli Stati membri interessati, ai quali spetta l’onere dell’attuazione nei rispettivi ordinamenti. Si tratta, dunque, di un fascio considerevole di impegni statutari, individuali e convenzionali, la cui applicazione assume massimo rilievo ed esige strumenti efficaci di monitoraggio e di controllo. In tale prospettiva si colloca l’analisi dei molteplici meccanismi istituiti in seno al Consiglio d’Europa. Benché tra loro difformi, tali meccanismi si prestano ad una classificazione a partire da diversi indici, che tengono conto del contesto nel quale operano; della base giuridica sulla quale riposano; della natura e dell’estrazione dell’organo competente a porli in essere; dell’intensità del controllo; della visibilità e della trasparenza delle procedure; degli effetti sull’adempimento degli obblighi che presidiano. La combinazione dei diversi indicatori consente di costruire un catalogo di meccanismi di compliance review che comprende procedure organiche di monitoraggio, sistemi convenzionali di garanzia, procedure di sorveglianza diffusa sui seguiti della cooperazione intergovernativa. L’analisi svolta lascia intravedere il poderoso sforzo compiuto dall’organizzazione per assicurare il pieno rispetto degli impegni di diversa natura assunti dagli Stati membri, evocando un fitto intreccio di questionari, rapporti, osservazioni, dibattiti parlamentari, pressioni politiche e diplomatiche, raccomandazioni. Ma lascia altresì intravedere una insufficiente coerenza d’insieme del sistema e il rischio che la farraginosità e l’inconcludenza del controllo e del monitoraggio concorrano ad aprire spiragli a vantaggio degli Stati inadempienti.

Fumagalli Meraviglia, M., Compliance review nel Consiglio d'Europa, Giuffrè Editore, Milano 2004: IX-305 [http://hdl.handle.net/10807/16027]

Compliance review nel Consiglio d'Europa

Fumagalli Meraviglia, Marinella
2004

Abstract

Lo studio prende spunto da una rilettura della prassi seguita negli anni Novanta del secolo scorso per consentire un ampliamento sostenibile della base sociale del Consiglio d’Europa, dalla quale emerge peraltro una modifica di fatto delle condizioni sostanziali e procedurali previste dallo statuto per l’adesione all’organizzazione, e si propone di analizzare le modalità e gli strumenti di cui tale organizzazione può avvalersi per verificare il rispetto degli impegni assunti dagli Stati membri a diverso titolo. Ampia è infatti la gamma degli obblighi che derivano dall’appartenenza al Consiglio d’Europa e che gravano su tutti i membri, quale il dovere di cooperare alla realizzazione delle finalità previste dallo statuto. Ciò tuttavia non esclude che ulteriori impegni ad hoc, di carattere particolare e di varia natura, possano riguardare solo un numero ristretto di Stati. Tale è il caso degli impegni negoziati individualmente da ciascun candidato all’adesione in funzione della sua particolare situazione e del livello di conformità del suo ordinamento giuridico agli standard europei. Ma la cooperazione con il Consiglio d’Europa presuppone anche la ratifica dei trattati internazionali conclusi nei diversi ambiti di attività dell’organizzazione da parte degli Stati membri interessati, ai quali spetta l’onere dell’attuazione nei rispettivi ordinamenti. Si tratta, dunque, di un fascio considerevole di impegni statutari, individuali e convenzionali, la cui applicazione assume massimo rilievo ed esige strumenti efficaci di monitoraggio e di controllo. In tale prospettiva si colloca l’analisi dei molteplici meccanismi istituiti in seno al Consiglio d’Europa. Benché tra loro difformi, tali meccanismi si prestano ad una classificazione a partire da diversi indici, che tengono conto del contesto nel quale operano; della base giuridica sulla quale riposano; della natura e dell’estrazione dell’organo competente a porli in essere; dell’intensità del controllo; della visibilità e della trasparenza delle procedure; degli effetti sull’adempimento degli obblighi che presidiano. La combinazione dei diversi indicatori consente di costruire un catalogo di meccanismi di compliance review che comprende procedure organiche di monitoraggio, sistemi convenzionali di garanzia, procedure di sorveglianza diffusa sui seguiti della cooperazione intergovernativa. L’analisi svolta lascia intravedere il poderoso sforzo compiuto dall’organizzazione per assicurare il pieno rispetto degli impegni di diversa natura assunti dagli Stati membri, evocando un fitto intreccio di questionari, rapporti, osservazioni, dibattiti parlamentari, pressioni politiche e diplomatiche, raccomandazioni. Ma lascia altresì intravedere una insufficiente coerenza d’insieme del sistema e il rischio che la farraginosità e l’inconcludenza del controllo e del monitoraggio concorrano ad aprire spiragli a vantaggio degli Stati inadempienti.
2004
Italiano
Monografia o trattato scientifico
Fumagalli Meraviglia, M., Compliance review nel Consiglio d'Europa, Giuffrè Editore, Milano 2004: IX-305 [http://hdl.handle.net/10807/16027]
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